Economia

Indagine. Orientare i giovani aumenta la fiducia e riduce i costi sociali

Redazione Romana lunedì 16 aprile 2018

Supportare e guidare i giovani nelle scelte più importanti della loro vita, come quella di affacciarsi al mondo del lavoro o al mondo universitario, fa bene non solo a loro e alle loro famiglie, ma all’intero Sistema Paese. È quanto emerge dal primo Social impact report di Push To Open - il programma di welfare aziendale di orientamento all’Università e al lavoro - i cui risultati sono stati presentati da Jointly – Il welfare condiviso presso la sede Sace (Gruppo Cdp) di Milano. Redatto da Bdo Italia - parte del network internazionale di revisione contabile e consulenza alle imprese, dotata di una specifica Divisione Sustainable Innovation - il Report ha preso in esame le quattro edizioni del programma interpellando coloro che ne sono stati i protagonisti (giovani, famiglie, aziende e scuole). Fondamentale iI supporto delle 16 aziende che hanno reso possibile lo svolgimento del programma: Associazione lavoratori Intesa Sanpaolo, Astrazeneca, Axa, Bper, Coopservice, Credit Agricole, Enel, Eni, Ferrovie dello Stato Italiane, Invitalia, Orizzonti Nr, Ricoh, Sace (Gruppo Cdp), Sea, Unicredit Group, Unipol Group.

Push To Open è il programma di Jointly ideato con le aziende per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro con l’obiettivo di orientarli e supportarli nelle loro scelte future grazie all’interazione con professionisti qualificati. Punta l’attenzione sull’importanza dei dati emersi Francesca Rizzi, ceo di Jointly-Il welfare condiviso, che dichiara: «Una delle più rilevanti evidenze emerse da questo Report è che le aziende che hanno messo Push To Open a disposizione dei propri dipendenti come servizio di welfare aziendale hanno avuto un doppio ritorno positivo: il 60% dei genitori ha aumentato l'indice di fiducia nei confronti della propria azienda e la percezione del valore economico attribuito (520 euro) è pari a due volte il valore economico investito (255 euro) e a quattro volte il prezzo medio pagato. Inoltre una maggiore conoscenza delle dinamiche del mondo del lavoro e dei requisiti richiesti dai datori di lavoro, permette agli studenti di effettuare una scelta consapevole, convinta e giusta per il proprio futuro. Invece oggi solo un su giovane su quattro sceglie il percorso di studi pensando alle reali possibilità occupazionali e l’80% non sa quali sono le competenze più richieste».

Il buon orientamento può generare quindi dei costi sociali minori legati a:
- Diminuzione del numero di cambi nel percorso di studi, con conseguente beneficio – sociale ed economico - per lo studente e 
per la famiglia;
- Diminuzione del numero di giovani Neet (not engaged in education, 
employment or training);
- Diminuzione del numero di giovani che abbandonano l’università 
prima del conseguimento della laurea;
- Diminuzione dei costi sociali della disoccupazione. 


«Il Social Impact Report, da noi coordinato a livello tecnico-scientifico, è frutto di una metodologia di lavoro partecipata, che ha coinvolto tutti gli attori in campo – ha commentato Carlo Luison di Bdo Italia. – Si tratta di un’iniziativa innovativa, che segna un punto di svolta per la misurazione dei programmi di welfare italiano e che costituisce un contributo importante nel dibattito attuale dell’impact assessment. L’importanza di questo metro di valutazione è crescente, tanto da essere oggetto di attenzione anche da parte di numerose Istituzioni finanziarie e delle Istituzioni governative, che hanno già redatto delle linee guida in materia che ci auspichiamo si traducano presto in uno specifico decreto. Un progetto pilota che riflette il nostro approccio alla sostenibilità come Bdo Italia: aiutare tutte le organizzazioni responsabili a valorizzare il ruolo dell’impatto sociale, economico e ambientale. Affinché sia comprensibile il miglioramento che sviluppa un circolo virtuoso e consente di rivedere il business verso evoluzioni più innovative per il benessere della persona e dell’ambiente».