Economia

AUTO. Opel rimane ancora senza padrone Scontro tra General Motors e Berlino

lunedì 24 agosto 2009
La Opel resta ancora senza un padrone. La colpa, secondo i vertici della General Motors, casa madre dell’azienda automobilistica tedesca, è del Governo di Berlino che non avrebbe ancora fornito informazioni esaurienti sui pacchetti di salvataggio da mettere sul tavolo sia nel caso la scelta ricadesse su Magna sia nel caso in cui a essere scelta fosse la belga Rhj.  Gm avrebbe ricevuto da Berlino solo il prospetto del piano di aiuti per Magna e quindi «non ha assunto alcuna decisione sul futuro della sua divisione europea», ha sottolineato la portavoce di Gm Karen Kirchner.Non si è fatta attendere la replica da Berlino, attraverso le parole del ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, uno dei protagonisti dell’interminabile "telenovela Opel". «Sono stupito da questo ennesimo rinvio – ha spiegato Guttenberg – il governo federale e i Länder hanno fornito a Gm tutte le informazioni necessarie per decidere».Si è scagliato contro Gm anche Kurt Beck, ex presidente dell’Spd e governatore della Renania Palatinato, Land dove si trova lo stabilimento Opel di Kaiserslautern «questo rinvio è  assolutamente inaccettabile, in gioco ci sono migliaia di posti di lavoro», ha tuonato Beck che ha chiesto espressamente un intervento diretto di Angela Merkel a favore del gruppo austro-canadese Magna. Il cancelliere sulla vicenda Opel, invece, continua a stare alla finestra. In questi giorni di campagna elettorale raramente ha toccato l’argomento, scegliendo una linea di basso profilo e lasciando parlare i suoi partner politici, come il suo fedele ministro dell’Economia Zu Guttenberg che ha comunque lasciato intendere la possibilità di arrivare al più presto ad un’intesa con i vertici di Gm. Secondo la stampa tedesca il Governo di Berlino e i Länder sarebbero espressamente schierati con Magna, giudicata la miglior opzione in termini di salvaguardia dei posti di lavoro. Il Governo federale e quelli regionali avrebbero annunciato la disponibilità a mettere sul piatto aiuti di Stato per 4,5 miliardi di euro a sostegno dell’offerta del gruppo canadese. Nonostante i belgi di Rhj abbiano chiesto aiuti pubblici ben inferiori (tra i 3 e i 3,8 miliardi di euro) difficilmente la spunteranno: troppo forte il timore in Germania che la fabbrica di Eisenach non riapra più i battenti dopo i due anni di pausa programmati proprio da Rhj. Insomma la sensazione è che il matrimonio con Magna si farà, ma probabilmente dopo il voto del 27 settembre, con il nuovo governo che, salvo sorprese, non vedrà più una coalizione forzata tra Spd e Cdu, bensì una alleanza tra l’Unione democristiana e i liberali dell’Fdp. Secondo il settimanale WirtschaftsWoche, alla Merkel non è andato giù che la stampa tedesca inizialmente abbia attribuito all’Spd i meriti della trattativa Opel-Magna. Per questo avrebbe scelto la strategia dell’attesa, per poi uscire allo scoperto negli ultimi giorni di campagna elettorale e dimostrare a tutti gli elettori tedeschi che la Opel e i suoi 25.000 posti di lavoro sono salvi anche e soprattutto grazie a lei. La Merkel avrebbe già preparato un discorso presso lo stand Opel al salone dell’auto di Francoforte di settembre. La data dell’appuntamento, in cui la leader cristiano-democratica potrebbe presentarsi come "salvatrice" di Opel, sarebbe il 17 settembre, a dieci giorni dall’appuntamento elettorale.