Economia

CRISI FINANZIARIA. Ok della Ue ai «Tremonti bond» Ma Piazza Affari va a picco

venerdì 20 febbraio 2009
Chiusura pesante per Piazza Affari. Il Mibtel ha perso il 4,84% a 12.814 punti e lo S&P/Mib il 5,61% a 15.576 punti. All Stars ha ceduto l'1,52% a 8.051 punti e il Midex il 3,84% a 15.684 punti.Male i titoli bancari e assicurativi. Il titolo Intesa Sanpaolo è stato sospeso prima della chiusura per poi rimanere in asta scambiando a -14,39% a 1,8 euro, sotto la soglia psicologica dei 2 euro, mentre Unicredit è arrivato a cedere il 7,89% a 0,905 euro. Perdite notevoli anche per Ubi Banca (-4,88%), Fon-sai (-4,77%) e Mediobanca (-3,95) mentre Mps limita i danni a -1,96%.Male anche gli altri listini. A quasi un'ora dall'avvio delle contrattazioni alla borsa di New York, gli indici restano in territorio negativo. Il Dow Jones lascia sul terreno l' 1,14% a 7.380,49, lo S&P 500 fa segnare un -1,17% a 769,79 mentre il Nasdaq Composite cede lo 0,42% a 1.436,77 punti. Scivolano anche le borse europee, che toccano un minimo da sei anni sulla scia dei timori per lo stato delle banche europee e di quelle americane e per le voci di possibili nazionalizzazioni: Londra termina la seduta in forte ribasso con il Ftse 100 a -3,06%, il Dax di Francoforte ha chiuso la seduta con un -4,76% a quota 4.014. Chiusura pesante anche per la Borsa di Parigi dove il Cac 40 segna -4,25%. Le cose non erano andate meglio a Tokyo. Il Nikkei ha terminato le contrattazioni con un ribasso dell'1,86% a 7.416,38 punti. Male anche il Topix, che ha chiuso ai minimi da 25 anni, cedendo l'1,6%. Tremonit bond, via libera dell'Ue. Intanto è arrivato il via libera della Commissione europea ai Tremonti bond, i titoli previsti nel decreto anticrisi che le banche possono emettere e che vengono sottoscritti dal Tesoro per migliorare la patrimonializzazione (Core tier 1) e garantire il mantenimento dei flussi di credito alle imprese. Ne dà l'annuncio una nota nella quale Neelie Kroes, commissaria europea responsabile della concorrenza, sottolinea che sono in linea con le norme Ue le modifiche al regime di ricapitalizzazione delle banche già approvato il 23 dicembre. "Le autorità italiane hanno chiesto il permesso di modificare l'impianto del loro regime per renderlo più interessante per le banche sane che intendono utilizzare capitali statali soltanto per un periodo molto breve. Il regime modificato garantisce una remunerazione adeguata per lo Stato e incoraggia l'uscita anticipata", si legge nella nota.