La ripresa è iniziata in Italia ma "graduale" e ancora "molto fragile", secondo l'Ocse che nell'Economic Outlook semestrale pubblicato oggi conferma per quest'anno la stima di crescita dello 0,6% diffusa a metà febbraio.
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo ha tuttavia migliorato la propria proiezione per il Pil dell'anno prossimo, indicando ora un +1,6% contro l'1,3% di marzo.
"Le esportazioni continueranno a sostenere la crescita, ma la ripresa si allargherà ai consumi privati" si legge nel rapporto, nel capitolo dedicato all'Italia.
D'altra parte, sottolinea il rapporto, il tasso di disoccupazione rimane alto, rimanendo sostanzialmente stabile nel 2015, ma con una diminuzione che si dovrebbe cominciare ad osservare nel 2016.
In tema di investimenti l'Ocse parla di alcuni segnali di ripresa che si stanno finalmente mostrando, anche se restano incertezze dovute all'ampia capacità industriale che rimane inutilizzata, alla restrizione del credito e ai tagli degli investimenti pubblici effettuati in passato. In particolare, sottolinea l'Ocse "il debole andamento degli investimenti privati sarà controbilanciato da un aumento della spesa pubblica per infrastrutture".
Strettamente collegata, secondo l'organizzazione, è la questione delle sofferenza bancarie.
Sul fronte politico, l'Ocse invita il governo a proseguire sulla strada di un consolidamento fiscale "graduale ma costante", in modo da "non strangolare" l'incipiente ripresa; e a proseguire con il proprio "ambizioso e ampio" programma di riforme istituzionali e strutturali.
"Il Jobs Act ha il potenziale di migliorare drasticamente il mercato del lavoro riducendone la dualità e garantendo benefici universali per la disoccupazione, quindi migliorando la condivisione del rischio e migliorando la rete di sicurezza sociale" commenta l'Ocse.