Economia

Eurostat. Più occupati e meno poveri in Italia, ma l'Europa è lontana

Redazione Economia sabato 20 luglio 2024

Occupazione in crescita, soprattutto nel settore digitale

Cresce l'occupazione e diminuisce il rischio di povertà ma l'Italia resta comunque indietro rispetto alla media Ue: nel 2023 il nostro Paese ha avuto un incremento record degli occupati con 1,5 punti in più (seconda sola a Malta, oltre il doppio della media Ue) ma resta in fondo alla classifica con appena il 66,3% di persone tra i 20 e i 64 anni che lavora. Nello stesso periodo è diminuito il rischio di povertà che con il 18,9% si porta sui minimi dal 2010. Lo rileva l'edizione 2024 del report di Eurostat 'Key figures on Europe'.

Occupati in aumento, sono il 66,3%. Il divario con il tasso di occupazione medio europeo è ancora di nove punti a livello nazionale ma sale si si guarda alle donne e soprattutto ai territori con il Mezzogiorno ancora più indietro.Se l'Italia è ultima per tasso di occupazione in Ue è tra le peggiori anche per quello di disoccupazione con il 7,6% tra i 15 e i 74 anni facendo meglio solo della Spagna (12,2%) e della Grecia (11,1%) . Il tasso è largamente al di sopra della media Ue attestata nell'anno al 6,1% ma se si guarda all'andamento rispetto al 2022l'Italia ha comunque fatto meglio della media Ue con una flessione del tasso di 0,4% punti a fronte di una riduzione media in Europa di 0,1 punti. L'Italia è invece tra le prime della classe sul divario di retribuzioni tra uomini e donne per ora lavorata (il 4,3% in meno rispetto al 12,7% in meno in media nell'Ue), il dato migliore dopo il Lussemburgo che vede le donne pagate più degli uomini.

Povertà in calo, soprattutto quella monetaria. Il 2023, anno che ha registrato una stretta sul reddito di cittadinanza con la possibilità di avere il sussidio al massimo per sette mesi per i cosiddetti occupabili, ha visto comunque una riduzione del rischio di povertà monetaria (ovvero della popolazione con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale) di 1,2 punti (-0,3 punti in media in Ue). Il tasso di rischio di povertà monetaria dopo i trasferimenti sociali è sceso al 18,9% della popolazione (16,2% in Ue) pari a 11,12 milioni di persone, con una riduzione di 676mila persone sul 2022. Se si guarda nel complesso alla povertà e l'esclusione sociale (quindi oltre alla povertà monetaria anche alla presenza di grave deprivazione materiale o di bassa intensità di lavoro) in Italia la percentuale di popolazione in questa situazione di disagio economico è pari al 22,8% in calo di due punti rispetto al 2022 ma comunque superiore alla media Ue (21,4%). Si trovano in questa situazione di rischio 13 milioni 392mila persone con una riduzione di circa 900mila persone rispetto al 2022. Sono persone che vivono in famiglie o in situazione di povertà relativa, o sono impossibilitate a fare spese impreviste o a riscaldare adeguatamente l'abitazione o a fare una settimana di vacanza l'anno lontano da casa, o che sono in nuclei a bassa intensità di lavoro, ovvero hanno impegno inferiore al 20% dell'orario normale. Per i minori il rischio di povertà ed esclusione sociale è più alto rispetto alla percentuale complessiva. Oltre un quarto dei minori, il 27,1%, era in questa situazione di disagio, dato in flessione rispetto al 28,5% del 2022, ma comunque superiore alla media Ue (24,8%). Sono 2 milioni 471mila gli under 18 in una situazione di disagio economico.

Il governo: siamo sulla strada giusta. I dati dell'Eurostat secondo il govenro Meloni sono la conferma del buon operato dell'esecutivo. "Ancora una volta i numeri smentiscono chi cerca di colorare la realtà secondo i propri interessi politici. Eurostat ha certificato che nel 2023 l'Italia ha fatto registrare il secondo più alto aumento percentuale della occupazione (+1,5 punti percentuali), oltre il doppio della media Ue" sottolinea la ministra del Lavoro, Marina Calderone commentando i dati. "Ma ancora di più ci incoraggia e ci spinge a proseguire speditamente lungo il percorso che abbiamo strategicamente delineato con le nuove misure d'inclusione, il dato sul calo della povertà dal 20,1 al 18,9%. C'è ancora molta strada da fare, perché purtroppo il nostro Paese partiva da numeri che ci vedono ancora indietro, specialmente rispetto al lavoro dei giovani e delle donne. Ma è proprio in questo senso che abbiamo investito su incentivi e formazione, per una questione di giustizia sociale e di crescita economica. E i primi segnali positivi stanno arrivando" aggiunge.

Sulla stessa lunghezza d'onda Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. "Alle speculazioni politiche, alle strumentalità, alle parole di chi per anni ha governato (male) e ora improvvisamente pensa di avere in tasca tutte le soluzioni, il governo Meloni continua a rispondere con i fatti e con i numeri che li certificano. I dati dell'Eurostat sull'occupazione e sulla povertà sono doppiamente significativi, perché ci dicono da quale situazione partivamo e quanti passi avanti il nostro governo è riuscito a compiere. Dimostrano, soprattutto, che la disoccupazione e la povertà non si combattono con le ricette assistenziali di coloro che proclamavano di averle abolite, ma con lo sviluppo e con la solidarietà reale".