Economia

IL CASO. Oberhausen, l'ultimo vagone della locomotiva tedesca

Michela Coricelli venerdì 20 settembre 2013
Fino a poco tempo fa l’avevano soprannominata «la Grecia della Germania». Dopo il recente fallimento della capitale americana dell’automobile, Oberhausen è stata ribattezzata da alcuni quotidiani la «Detroit tedesca». A differenza di quanto accade negli Stati Uniti, nella principale potenza economica europea i municipi non possono finire sul lastrico "per legge": non è prevista la bancarotta comunale. Ma Oberhausen è la città più indebitata della Germania, secondo un recente studio della Fondazione Bertelsmann. Il suo debito ha scalato i 2 miliardi di euro, che equivalgono a quasi 7mila euro per ognuno dei 210mila abitanti. Nel cuore del bacino della Ruhr – ex culla del miracolo industriale dell’ovest – questa città è considerata il simbolo della Germania che va a rilento: quella che non marcia a ritmo spedito, non funziona come la locomotiva d’Europa. Al contrario. Il suo tasso di disoccupazione vicino al 13% è in linea con la media dei länder dell’ex Germania orientale e ben distante dalla media nazionale intorno al 7%. Dove un tempo c’erano sette piscine pubbliche ne sono rimaste solo tre e il teatro comunale ha detto addio all’orchestra. Ma questo non è nulla se confrontato con le difficoltà sociali dei quartieri del centro storico: zone operaie, con una disoccupazione di vecchissima data, quasi la metà dei bambini in povertà e un 35% di abitanti con radici migratorie. Una condizione pesante, che rischia di degenerare in conflitti urbani come quelli registrati nelle banlieu francesi.Soffocato dai debiti, il municipio di Oberhausen ha addirittura approvato un’imposta sul "lavoro sessuale" nei postriboli: in nome dell’assoluta necessità di fondi pubblici, si raschia il barile ovunque.Tra le dieci città più indebitate della Germania, cinque appartengono alla Renania Settentrionale-Vestfalia e altre cinque alla Renania-Palatinato. Il divario regionale tra länder si è allargato, rivela l’analisi della Fondazione Bertelsmann. Argomento spinoso in vista delle elezioni federali del 22 settembre.Le difficoltà finanziarie di alcuni comuni sono aumentate drammaticamente fra il 2007 e il 2011 e il «divario» fra le località più ricche e le più povere – spiega il coautore dello studio René Geissler, citato dall’Handelsblatt – è sempre più ampio. In Sassonia il debito comunale medio è di 13 euro a persona. Nel Saarland è di 1.754 euro pro capite.L’ex centro minerario e industriale di Oberhausen è anche lo specchio di nuove paure e frustrazioni economiche e sociali. Gli esperti parlano di un "nuovo est". Ma essendo parte dell’ex Germania dell’ovest, anche Oberhausen ha dato un contributo di 270 milioni di euro alla fetta orientale del Paese. Lo scorso anno furono proprio quattro sindaci della zona della Ruhr – tutti socialdemocratici della Spd – a chiedere la sospensione del «patto di solidarietà» verso l’ex est. Il primo cittadino di Dortmund lo definì un «sistema perverso che non ha più giustificazioni», mentre considerava incredibile che «città della Ruhr debbano indebitarsi per riuscire a pagare la propria quota». Il Solidarpakt II è stato comunque riconfermato e prolungato fino al 2019.