Economia

Stati Uniti. Indagine Antitrust su Nvidia. E ora cosa succede al produttore di chip?

Redazione Economia mercoledì 4 settembre 2024

Una settimana dopo aver segnalato un altro trimestre record, il produttore di chip Nvidia è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, poiché starebbe violando le leggi antitrust.

La notizia è stata riportato dal sito specializzato Bloomberg e la conseguenza sui mercati è stata che Nvidia ha perso oltre 250 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e il titolo è sceso di un ulteriore 2,4% nelle contrattazioni after-hours.

A giugno, il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission avevano raggiunto un accordo per avviare indagini antitrust su Nvidia e altri leader del settore dell'intelligenza artificiale, come Microsoft e OpenAI. I funzionari degli Stati Uniti sarebbero preoccupati per le lamentele che riguardano il modo in cui Nvidia ha reso difficile per i clienti cambiare fornitore di chip.

Nvidia è divenuta per Wall Street importate quanto il dato macroeconomico sul mercato del lavoro americano. Fondata nella Silicon Valley 30 anni fa per scommettere sull'IA quando questa ancora era un miraggio, il colosso negli anni è riuscito a capitalizzare sulla sua visione lungimirante: i suoi chip sono usati in molte applicazioni di intelligenza artificiale, inclusa ChatGPT, e i suoi modelli di semiconduttori sono divenuti essenziali per lo sviluppo di sistemi di IA generativa capaci di creare testi e immagini che somigliano molto a quello che un essere umano può produrre. Nvidia controlla l'80% del mercato dei semiconduttori per l’IA. Dall’inizio dell'anno i suoi titoli a Wall Street sono saliti del 160% e del 3.290% in cinque anni. Una corsa che ha reso il suo co-fondatore e amministratore delegato Jensen Huang il dodicesimo uomo più ricco del mondo con 112,4 miliardi.

La sua fortuna è ben lontana dai 235 miliardi di Elon Musk o i 196,8 di Jeff Bezos, ma se Nvidia continuerà a correre alla velocità recente è possibile che li raggiunga in tempi stretti. Lo scorso anno Nvidia valeva “solo”1.000 miliardi di dollari, quest'anno ha superato in marzo la soglia dei 2.000 miliardi di dollari e in giugno quella dei 3.000.

I numeri di Nvidia rappresentano, come ha sottolineato Deutsche Bank, «un importante evento macro di per sé», alla pari di quegli input chiave nella politica monetaria degli Stati Uniti. E questo è dovuto al ruolo sproporzionato che Nvidia gioca nel guidare le azioni statunitensi e globali, esponendosi di conseguenza al peso delle aspettative degli investitori.
Nvidia è riuscita a più che raddoppiare i suoi ricavi nei tre mesi fino a luglio, rispetto al trimestre precedente, raggiungendo la sbalorditiva cifra di 30 miliardi di dollari. La società aveva affermato che nel terzo trimestre prevedeva che tale cifra sarebbe salita a 32,5 miliardi di dollari.

E cosa hanno fatto le azioni? Sono scese nelle contrattazioni after-market, in gran parte perché alcuni investitori si aspettavano una previsione leggermente più alta per il terzo trimestre.
Come ha scritto il Financial Times, in un editoriale firmato da Katie Martin, «questo è qualcosa che vale sempre la pena ricordare sui mercati: ti dicono molto poco su cosa sta succedendo oggi e molto di più su cosa gli investitori pensano accadrà domani. In questo caso, si tratta davvero di grandi aspettative. L'esplosione al rialzo delle azioni Nvidia, circa l'800 percento dall'inizio del 2023, è già un riflesso del potenziale finora ampiamente non dimostrato dell'intelligenza artificiale. Il compito ora è che le aziende legate all'IA dimostrino di poter essere all'altezza del clamore».