I nuovi test. Emissioni e consumi: ora l'auto è più sincera
Una vettura con l'apparecchiatura per i nuovi test di omologazione su strada
Quella dei consumi dichiarati dalle case costruttrici è da sempre una delle “barzellette” peggiori da ascoltare per chi possiede un’automobile, o si appresta ad acquistarne una. Secondo uno studio pubblicato dall’International Council of Clean Transportation – lo stesso ente americano indipendente che ha scoperto il “defeat device” del dieselgate – la differenza tra i consumi reali e quelli risultanti dalle omologazioni ufficiali dei veicoli è in media del 38%. E la ragione sta nel fatto che il ciclo Nedc, attraverso il quale dal 1990 vengono calcolati quantità di carburante necessaria, emissioni nocive e quelle di CO2 e (nel caso dei veicoli elettrici) anche l’autonomia, è sempre stato basato su parametri e tipologie d’uso delle auto ben lontani da quelli effettivi.
La buona notizia però è che dal 1 settembre scorso, questo tipo di rilevazione è stato archiviato. Ora tutte le vetture nuove da immatricolare dovranno essere omologate con il ciclo Wltp (Worldwide Harmonized Light-Duty Veihicles Test Procedure), rispettando comunque le attuali norme Euro 6. Significa che non cambia il limite di emissioni ma cambia, diventando più restrittivo, il modo in cui le si misura. Il ciclo Wltp è stato definito dopo studi e trattative congiunti tra Unione Europea, Giappone e India – gli Stati Uniti mantengono invece i propri standard Epa – iniziati alla fine del 2013 (dunque due anni prima dello scoppio del dieselgate) e terminati a giugno del 2016 con l’approvazione finale del Consiglio Ue. Lo scopo di questo sistema di rilevazione è lo stesso del Nedc ma la grande differenza sta nelle procedure e nelle metodologie. In linea generale, il nuovo ciclo di omologazione è più lungo e complesso: l’auto nei test è sottoposta ad accelerazioni e frenate più frequenti e anche la velocità media è maggiore. Inoltre vengono presi in considerazione gli equipaggiamenti opzionali che influiscono sul peso, sull’aerodinamica e sull’attrito.
Scendendo nello specifico, nel nuovo ciclo Wltp, l’auto percorre 23 km in 1.800 secondi, per una velocità media di 46,5 km/h, una massima di 131 km/h e una percentuale di stop del 13,4%. È più realistico del Nedc, ma nemmeno troppo, visto che le accelerazioni sono talmente dolci da essere abbastanza improbabili: lo 0-50 km/h viene effettuato in 15 secondi, contro i 5-10 secondi che impiega un guidatore normale. In compenso vengono testati anche gli equipaggiamenti opzionali che aumentano il peso e la resistenza della vettura, in particolare i pneumatici.
A rendere purtroppo meno efficace la nuova normativa c’è il fatto che si potranno continuare a vendere per un altro anno i veicoli non rispondenti a questa procedura rimasti negli stock, cioè nei piazzali dei concessionari. E il fatto che i test vengono ancora effettuati sul banco a rulli, per avere condizioni omogenee a prescindere da dove si trovi il laboratorio e quale sia il clima esterno. Inoltre non è previsto che le vetture vengano testate con l’aria condizionata accesa, elemento che ha invece una certa incidenza sui consumi.
In attesa che dal settembre 2019 entri in vigore la nuova e molto restrittiva normativa anti-inquinamento Euro 6d-Temp, per quanto riguarda le emissioni invece cambia molto, poichè il ciclo Wltp già da subito porta con sé anche i test Rde, ovvero Real Emission Drive. Questi vengono eseguiti su strada, quindi in condizioni di guida reali, con specifiche apparecchiature portatili (Pems) per la misurazione delle emissioni. Ci sono ovviamente dei parametri da rispettare, come altitudine, temperature, dislivello affrontato, carico del veicolo e tipo di percorso, ma qui lo scopo non è quello di misurare i consumi e le emissioni di CO2 bensì quelle nocive e difficili da trattare, quindi il particolato e gli NOx (i protagonisti dello scandalo del gruppo Volkswagen negli Stati Uniti).
Proprio la variabilità delle condizioni di guida però, e la minore precisione della strumentazione portatile rispetto a quella di laboratorio, hanno portato a decidere una certa gradualità nell’obbligo di rispetto dei limiti attraverso un fattore di conformità. Fino a settembre 2019 tutte le auto da immatricolare avranno una tolleranza del 110%, che scenderà al 50% a gennaio 2020 per i nuovi modelli, mentre da gennaio 2021 varrà per tutte le auto.