Economia

TREVISO. Nuovi ordini Electrolux taglia le ferie

Francesco Dal Mas sabato 10 agosto 2013
Sempre più numerose imprese del Nordest agganciano la ripresa grazie ad accordi sindacali sempre meno ideologici. E grazie anche a lavoratori stranieri che si lasciano mettere in gioco più dei giovani italiani. Fiom, Fim e Uilm dell’Electrolux, per decenni il sindacato più antagonista in Veneto, ha rinunciato al ponte di ferragosto per consentire al "gigante del freddo" di realizzare una commessa improvvisa di 2 mila frigoriferi. Nel giugno scorso aveva accettato di interrompere il contratto di solidarietà (6 ore al giorno con 2 di integrazione) per ritornare a quello normale, in modo da fronteggiare un ordine di 22 mila frigo. I nuovi ordini consolidano un periodo particolarmente positivo per le vendite di frigo a incasso – perché di questi si tratta – anche grazie alla buona accoglienza che il mercato ha riservato al nuovo prodotto "Cairo". Una  positiva congiuntura che vede questo segmento del settore di elettrodomestici a incasso (built in) tirare, in un contesto di generale difficoltà del  comparto, in particolare per i prodotti a libera istallazione (free standing). La direzione aziendale ha già comunicato che con  settembre l’orario proseguirà su due turni da 8 ore, il che significa la non attivazione,  per ora, del contratto di solidarietà di 2 ore al giorno. Continuano nel frattempo le giornate di straordinario da 8 ore, nei sabati 10, 24 e 31 agosto con orario 6 alle 14. Sempre grazie alla disponibilità del sindacato, la ditta Cappellotto di Gaiarine, nel Trevigiano, ha concluso una commessa di 115 camion-spurgo per la nuova Libia, che saranno consegnati nei prossimi giorni. 40 milioni di fatturato, 45 a fine anno, 165 dipendenti, di cui una buona parte rumeni ormai da 20 anni, la Cappellotto – hanno riferito ieri i titolari al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è stato da loro in visita – non ha mai fatto un’ora di sciopero né un’ora di cassa integrazione. Ed esporta dalla Cina al Brasile, passando per l’Iraq. E anche per le missioni Onu. A Fregona, sulle Prealpi trevigiane, opera la "Pizza Margherita", che confeziona 30mila pizze surgelate al giorno, con una sessantina di dipendenti, e un lavoro straordinario di sabato, a volte pure di domenica, un export dalla percentuale molto alta, e proprio in questi giorni sta raddoppiando l’area produttiva ed il personale. La trevigiana Arredoplast ha il 90% di immigrati, i suoi capireparto sono tutti stranieri e, in presenza di supercommesse specie dall’estero, non riesce a trovare personale italiano per assecondare la ripresa che in questa azienda è in corso da tempo. Ci sono ragazzi che si presentano con la mamma ed altri che hanno chiesto di rimandare l’assunzione a dopo le vacanze. La crisi batte ancora duro, anche a Nordest ci sono aziende costrette a chiudere, ma neppure noi – ammette Mario Cappellotto, presidente dell’omonima ditta di Gaiarine – riusciamo a trovare il personale specializzato; siamo ricorsi alla formazione dei nostri immigrati, che sono ormai di famiglia, perché quando li abbiamo accolti ci siamo premurati di trovare anche la casa e di promuoverne l’integrazione, adesso sono i primi ad assecondare le esigenze della ripresa. Al Gruppo Carraro, nel Padovano, dopo l’estate si comincerà a lavorare a ciclo continuo anche il sabato, con possibilità di estendere i turni perfino alla domenica. I lavoratori, riuniti in assemblea, hanno detto di sì. In campo, infatti, ci sono 40 milioni di investimenti. Qualche dubbio sullo straordinario domenicale da parte del sindacato.