Economia

Primo test su strada. Nuova Yaris, l'ibrido che conquista

Ferdinando Sarno sabato 2 agosto 2014

​«Stiamo vivendo un momento entusiasmante: dopo il lancio di Aygo, ecco quello di Yaris che ci permetterà di fare i grandi numeri». Esordisce così il grande capo della comunicazione europea di Toyota Fabio Capano alla presentazione della nuova Yaris, best seller del costruttore nipponico. Da gennaio a giugno 2014, pur essendo un modello “vecchio” di tre anni, la Yaris ha registrato 451.802 unità vendute a livello mondiale, l’equivalente di un + 10% rispetto allo stesso periodo del 2013. All’interno di questa cifra, a farla da padrona è sicuramente la versione ibrida che vale più di un terzo del venduto: segno che l’ibrido non è più un miraggio ma una grande realtà. Una realtà in cui Toyota ha sempre creduto tanto da non farsi quasi mai tentare da soluzioni come il Metano o il GPL nonostante fossero state in varie occasioni supportate da incentivi.

«L’Italia è un mercato molto importante per Yaris; dal 1999 a oggi ne sono state immatricolate 750 mila e di queste il 38% con tecnologia ibrida», ha dichiarato Patrizia Brunetti, all’esordio ufficiale nel ruolo di Direttore della Comunicazione di Toyota Italia. «La Yaris è il 5° modello più venduto in Italia ed è il più venduto a Milano e fra i privati».

La gamma. La gamma per il mercato italiano prevede da una parte le versione “Conventional” e dall’altra quella “Hybrid”. Quattro allestimenti per la prima (Cool, Active, Lounge e Style) e 3 per la seconda (Cool, Active e Style) con prezzi, chiavi in mano, che partono da 10.950 per la versione base del 1.0 a benzina; da 15.900 per la Yaris 1.3 Active Multidrive S; da 13.950 per il modello diesel (1.4 D-4D) e da 17.650 per la versione ibrida (Yaris Hybrid Cool). Il lancio avverrà nel mese di settembre con due open week end mentre l’obiettivo di vendita è stato fissato a 30.000 vetture all’anno.

Com'è. Da punto di vista estetico la nuova Yaris entra a gamba tesa nel segmento B proponendosi con look completamente rinnovato, aggressivo e senza misure: piace o non piace, e i “se” e i “ma” non esistono. A noi piace soprattutto il frontale (un po’ meno il posteriore) mentre abbiamo apprezzato l’accessibilità, l’abitabilità e lo spazio disponibile. Diciamo che l’investimento di 85 milioni di euro per la realizzazione del nuovo progetto Yaris ha dato i suoi frutti. Anche dal punto di vista dei contenuti, visto che sono stati sviluppati nuovi e diversi ambienti, è migliorata la percezione della qualità, cruscotto e pannelli sono stati riprogettati e molto si è fatto dal punto di vista della rigidità dell’auto (la scocca, per esempio, è più rigida rispetto al vecchio modello del 20%). Anche le sospensioni e gli ammortizzatori sono completamente nuovi e, soprattutto i clienti già possessori di una Yaris che decideranno di acquistare il modello nuovo, se ne renderanno conto perché il comfort di marcia è migliorato parecchio.
 
Chapeau di fronte al nuovo servosterzo, le cui logiche hanno contribuito a migliorare sensibilmente la guidabilità e la maneggevolezza. Caratteristiche, quest’ultime, non indifferenti in particolare se si considera che la Yaris è una city car e che è molto apprezzata dalla clientela femminile. La seduta è leggermente rialzata e parecchio avvolgente, un po’ scomodo il bracciolo mentre, a portiera chiusa, le regolazioni dello schienale non sono facilmente (e comodamente) utilizzabili.
 
Sotto il cofano. La gamma motori prevede due benzina, un diesel e una versione hybrid con quest’ultima adattata per soddisfare gli standard Euro6 relativi alle emissioni con alcuni accorgimenti che ne hanno migliorato il livello di emissioni, sceso da 79 a 75 g/km. Con una buona economia di consumi (3,3 litri per 100 km), la versione Hybrid si fa notare per silenziosità, comfort di guida e buona maneggevolezza, in particolare in città dove il sistema ibrido consente di viaggiare in modalità solo elettrica oppure con un utilizzo limitato del motore termico (quello tradizionale con cilindrata di 1.497 cc).
 
La sorpresa? E’ scomparso “l’effetto dondolo” del cambio; quello che, dopo aver provato per alcuni mesi la versione ibrida del modello precedente, ci aveva laciati molto perplessi. Mentre il vecchio cambio, infatti, per intenderci, “faceva un po’ quello che voleva e cambiava quando voleva lui”, il nuovo risponde molto meglio alle richieste del guidatore dando maggiori sicurezze nelle manovre di accelerazione e di sorpasso.
 
L’entry level benzina è il rinnovato 3 cilindri, ovviamente Euro6, con emissioni che sono state ridotte da 110 a 99 g/km. Anche i motori 1.3 benzina e l’1.4 diesel beneficiano di ulteriori misure mirate alla riduzione della rumorosità e delle vibrazioni, in prima battuta grazie al miglioramento del sistema di scarico e poi grazie al nuovo supporto motore nella versione diesel. Queste due unità sono abbinate ad un cambio manuale a 6 rapporti (il 1.3 benzina è disponibile anche con il cambio automatico Multidrive S), raggiungono la velocità massima di 175 km/h e consumano davvero poco: 4,8 l/100 km il benzina e 3,8 l/100 km il diesel.