Economia

Enel Cuore onlus. Grieco (Enel): vera crescita solo con sostenibilità

Luca Mazza mercoledì 9 settembre 2015
«Quando costruiamo una centrale in un Paese lo facciamo per stare lì venti, trenta, quarant’anni. Per cui, oltre alle valutazioni meramente economiche, si deve tenere conto di alcuni aspetti altrettanto fondamentali: la relazione con la comunità locale, il rispetto per il territorio, la tutela dell’ambiente e la sicurezza sul lavoro». Patrizia Grieco, presidente di Enel, parte da un esempio concreto per spiegare come la sostenibilità sia diventata ormai «uno dei pilastri su cui si regge il paradigma del presente (e soprattutto del futuro) dell’energia elettrica ». Non a caso l’impegno in questo campo è stato riconosciuto anche sul piano internazionale. Enel è la sola azienda italiana a figurare – al quinto posto – nella classifica stilata dalla rivista americana Fortune in cui vengono premiate le imprese che hanno inserito tematiche sociali all’interno della propria strategia di business. Inoltre, il bilancio di Sostenibilità 2014 del colosso elettrico nazionale ha ricevuto per il nono anno consecutivo il livello massimo del Global Compact delle Nazioni Unite per la comunicazione sui progressi realizzati nell’ambito dei diritti umani, delle pratiche di lavoro, dell’ambiente e dell’anticorruzione. Presidente, quanto conta oggi la corporate social responsibility (ovvero la responsabilità sociale d’impresa) per una grande azienda? Tantissimo. A mio avviso, non ci sarà più sostenibilità economica se non sarà accompagnata da un senso vero e profondo di responsabilità sociale. Ma non è sempre stato così. La sensibilità rispetto a certi temi è enormemente cresciuta negli ultimi anni. Tante aziende stanno aumentando il livello di attenzione verso una crescita responsabile. Certo, non tutti declinano questo impegno allo stesso modo, perché c’è chi si concentra di più sul welfare aziendale mentre altri privilegiano iniziative di solidarietà. Comunque, noto con piacere che chi occupa una posizione di rilievo in una società industriale è sempre più predisposto a dare un contributo alla società nel suo complesso. Le grandi aziende possono giocare un ruolo fondamentale anche nella costruzione del nuovo welfare? Devono essere protagoniste. Siamo in un momento in cui il welfare pubblico può contare su risorse più limitate rispetto al passato, per cui bisogna sperimentare nuove forme d’intervento dei privati. Non è detto che ci debba essere solo la filantropia. Possono convivere realtà non profit e profit. L’importante è che si faccia fronte a questa esigenza della società con strumenti diversi tra loro, ma tutti in grado di soddisfare una necessità impellente. Sono maturi i tempi per inserire la voce «sostenibilità » nel bilancio 'vero' dell’azienda assieme a ricavi, utili e risultato operativo? Ci arriveremo. Intanto Enel ha già fatto un passo importante in questa direzione creando una struttura societaria che si chiama 'innovazione e sostenibilità'. Lo abbiamo fatto perché non riusciamo a immaginare i due campi separati. Del resto, in un mondo che passerà da 7 a 9 miliardi di persone entro il 2050 (con l’80% degli abitanti che vivrà in aree urbane) sarà inevitabile tenere sempre più conto di questo parametro. Sostenibilità, ma anche sociale. Oggi presenterete l’iniziativa 'Forgood. Sport è benessere'. Di che cosa si tratta? È un progetto ideato dalla onlus 'Sport senza frontiere', che vede coinvolte Enel Cuore, Fondazione con il Sud, Fondazione Cariplo, Fondazione Charlemagne, Fondazione Boca Social, insieme ad altre realtà, come la Comunità di Sant’Egidio. Si consentirà a 700 minori che vivono in condizioni disagiate (500 in Italia e 200 in Argentina) di praticare attività sportive, anche attraverso il coinvolgimento di alcune scuole sul territorio, con un programma di tutela della salute e un continuo monitoraggio sanitario. L’obiettivo principale è quello di favorire l’inclusione sociale dei bambini più svantaggiati. Come si legano le attività di Enel Cuore onlus alle strategie di business del gruppo? Dalla sua fondazione, nel 2003, Enel Cuore ha sostenuto 660 progetti in Italia e all’estero per un’erogazione complessiva di oltre 50 milioni di euro. Finora ci siamo dedicati soprattutto ai bambini e al mondo della scuola, nel prossimo futuro ci occuperemo di un’altra categoria che ha bisogno di essere supportata, ovvero quella degli anziani. La onlus rappresenta il braccio armato della filantropia di Enel, ma non è avulsa dalla strategia del gruppo. Anzi, ne è parte integrante. Un’altra dimostrazione pratica è data dall’iniziativa Power Education che stiamo portando avanti nei villaggi del Kenya, dove abbiamo distribuito lampade solari a centinaia di studenti. Quando 'portiamo' elettricità in Africa o in altre zone del mondo lo facciamo anche per permettere a questi Paesi di far studiare i ragazzi e di formare così le loro classi dirigenti del futuro. Perché se è vero che energia è vita, allora è pure dignità umana e conoscenza.