Economia

Televisione. Multa a Sky per come ha gestito i rimborsi sul calcio nei mesi del Covid

Redazion Economia lunedì 22 febbraio 2021
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha multato per 2 milioni di euro Sky Italia per come ha gestito gli abbonamenti dei clienti per i pacchetti Sky Calcio e Sky Sport durante i mesi in cui la Serie A è stata sospesa per il Covid, cioè dal 9 marzo al 20 giugno 2020.

L’Agcm, che si è mossa dopo la segnalazione dell’Unione nazionale consumatori, ha punito Sky per tre diverse violazioni del Codice del Consumo. La prima è non avere previsto la rimodulazione o il rimborso dei canoni mensili nel momento in cui si è interrotto il Campionato, che è il principale contenuto dei due pacchetti. La seconda violazione sta nello “sconto coronavirus”, un taglio del 50% sui canoni dei due pacchetti che però doveva essere esplicitamente richiesto dai clienti (senza, tra l’altro, che lo sconto venisse pubblicizzato). La terza violazione riguarda ancora questo “sconto coronavirus”: poteva essere chiesto soltanto online ma spesso i clienti che tentavano di ottenerlo incontravano ostacoli tecnici.

L’azienda, che ha chiuso in perdita il bilancio al 30 giugno 2019 con 3,3 miliardi di euro di ricavi, si è difesa: ha ricordato che nelle settimane di sospensione del campionato i canali dedicati allo sport hanno trasmesso altri eventi e altri contenuti e che comunque le partite della Serie A, quando il torneo ha ripreso, hanno arricchito l’offerta nei mesi di luglio e agosto, solitamente più poveri di eventi in diretta. Sky ha poi negato di avere volontariamento creato ostacoli tecnici per impedire agli abbonati di chiedere lo sconto.

Le ragioni dell’azienda non hanno convinto l’Agcm, che ha multato Sky con tre sanzioni per 2 milioni di euro complessivi. È probabile che l’ammontare totale delle tre multe sia inferiore a quanto Sky ha guadagnato scegliendo di non rimborsare in automatico i clienti dei pacchetti Sky Calcio e Sky Sport, ma l’Agcm ha tenuto conto del bilancio di Sky (in perdita) e comunque le sanzioni per questo tipo di violazioni del Codice del Consumo non vanno oltre i 5 milioni di euro.