Sport. Perché l'antitrust ha multato la Figc
Carlo Gravina, presidente della Figc
L’antitrust ha multato la Figc per 4,2 milioni di euro accusandola di abusare della propria posizione dominante nel mercato dell’organizzazione di competizioni calcistiche a carattere agonistico, con l’obiettivo di escludere gli enti di promozione sportiva e limitare anche le loro attività amatoriali.
La sanzione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è stata resa nota ieri, a due giorni dall’umiliante uscita della nazionale dell’Italia dagli Europei di calcio in corso in Germania. Tutto è partito dalla denuncia del Centro nazionale sportivo Libertas, un ente di promozione sportiva che ha quasi ottant’anni di storia, è riconosciuto dal Coni e conta circa 880mila tesserati, di cui circa 20mila giocano a calcio in 800 società dilettantistiche associate.
L'organizzazione del calcio in Italia
Per capire la vicenda occorre conoscere le regole dell’attività calcistica in Italia. La Federazione italiana giuoco calcio (Figc) è un’associazione privata fondata nel 1898 che fa parte delle federazioni internazionali del calcio Uefa (per l’Europa) e Fifa (per tutto il mondo) oltre che del Cio, che è il comitato olimpico internazionale, e del Coni, che è il comitato olimpico nazionale. La Figc è quindi la massima autorità del calcio in Italia: ne fanno parte i campionati professionistici e anche quelli dilettantistici, l’associazione degli arbitri Aia e anche le associazioni dei calciatori e degli allenatori. Conta 1,4 milioni di tesserati (di cui 725mila con meno di 17 anni) e ha chiuso il 2022 con 190 milioni di euro di ricavi.
Gli enti di promozione sportiva (Eps) sono invece associazioni senza fini di lucro riconosciute dal Coni che hanno l’obiettivo di promuovere e organizzare attività motorie sportive con finalità ricreative o formative, compreso il gioco del calcio: sono Eps associazioni come il Csi, la Uisp, Aics.
Il Coni aveva proposto un modello di Convenzione tra gli Eps e la Figc nel luglio del 2015 per permettere accordi e collaborazione tra organismi sportivi diversi. Quel modello è stato confermato nel 2019 ma la Figc, riporta l’Antitrust, non ha mai accettato di firmare una convenzione con un Eps.
La segnalazione di Cns Libertas
Cns Libertas si è rivolta all’Antitrust per segnalare che la Figc si è mossa per ostacolare le sue affiliate che volevano partecipare a tornei giovanili non agonistici, avviando anche nel marzo del 2023 «accertamenti in merito a tornei presumibilmente non autorizzati, organizzati da Enti di promozione sportiva ed alla eventuale partecipazione agli stessi di tesserati e società affiliate alla Figc» giocati in Campania tra il 2021 e il 2022.
Gli Eps sentiti dall’Antitrust hanno riferito di «attività intimidatorie» da parte di funzionari Figc per scoraggiare le squadre dal partecipare a tornei organizzati dagli enti di promozione sportiva che non siano stati autorizzati dalla Federazione. L’obiettivo della Figc, accusa l’Autorità, è quello di conquistare i tesserati degli Eps. Nelle mail e comunicazioni raccolte durante l’indagine, scrive l’Antitrust, «si sottolinea la necessità che le autorizzazioni siano accordate sempre e solo per la partecipazione a manifestazioni a rapido svolgimento, mentre non sia mai consentita la partecipazione a manifestazioni che rivestono le caratteristiche del campionato di lunga durata, in quanto i campionati organizzati dagli Eps sottrarrebbero risorse e tesserati alla Figc».
Secondo l’Antitrust, la Figc «ha posto in essere una complessa strategia escludente» con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione di mercato nell’agonismo ed estenderla anche alle attività ludico-amatoriali. Per questo è arrivata la sanzione e l’invito a porre fine in tempi rapidi ai comportamenti distorsivi.
La Figc si difende
La Figc farà ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio. La Federazione ha ribadito di essere convinta dell’assoluta correttezza del proprio operato: «La Figc ritiene la sanzione ingiustificata, basata su argomentazioni documentalmente riscontrabili e su un ragionamento giuridico errato. Peraltro tale sanzione è stata irrogata con le stesse motivazioni con le quali era stata sanzionata la federazione sport equestri in analogo procedimento, decisione poi annullata dal Consiglio di Stato».