Lutto. Addio al presidente Aldo Balocco, papà del panettore mandorlato
Aldo Balocco, scomparso a 91 anni
E' morto a 91 anni Aldo Balocco, "padre" del panettone mandorlato dell’azienda dolciaria di Fossano in provincia di Cuneo. I funerali si svolgeranno lunedì alle 10 nel Duomo della cittadina. «Noi fossanesi gli dobbiamo molto, ha contribuito a far diventare celebre in tutto il mondo la nostra città» ha detto il sindaco Dario Tallone.La storia di Balocco è quella di un imprenditore che ha portato avanti la pasticceria di famiglia trasformandola in un’impresa all’avanguardia. Orfano di madre, Balocco viene cresciuto dalla zia e dal padre, che nel 1927 aveva fondato una pasticceria. Sfollato nelle Langhe durante la guerra torna a Fossano nel 1949 dove cresce con il cugino Pietro, artefice della rinascita del cioccolato Venchi.
Al padre il giovane Aldo suggerisce di puntare sui dolci secchi da vendere all’ingrosso. Parte così la rivoluzione dei Balocco con un primo stabilimento nel quale lavorano 30 addetti. Vengono installati i primi forni a carrello estraibile per i panettoni. Il salto di qualità arriva nel 1955 quando Aldo assume un giovane lombardo che aveva lavorato alla Motta e all’Alemagna a Milano: Ermanno Crespi che introduce a Fossano la tecnologia della "lievitazione naturale". I due immaginano un panettone del tutto nuovo: alto come quello milanese ma glassato come quello basso piemontese, ricoperto di mandorle tostate e granella di zucchero. Un mix di Lombardia e Piemonte con un nome accattivante: Mandorlato Balocco, prodotto che diventerà il simbolo dell’azienda di Fossano. L’industria piemontese ha oggi un fatturato di 200 milioni e 500 dipendenti che nel 2021 hanno realizzato 65 mila tonnellate di prodotti da forno. Frollini, wafer, amaretti, savoiardi e sfogliatine, oltre ai panettoni e alle colombe pasquali. Il signor Balocco, che nelle pubblicità tv ha le sembianze dell’attore e doppiatore Aldo Stella, nel 1990 venne affiancato in azienda dai figli Alessandra e Alberto, avuti dalla moglie Anna Ferrero (scomparsa nel 2015), ma ha continuato a lavorare. Un impegno premiato nel 2010 dall’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lo nominò Cavaliere del Lavoro.