Abbattere lo «spread di produttività» del lavoro e per questo è necessario che le parti sociali si impegnino su «un dialogo» che porti in «tempi brevi» a proposte condivise. Il premier Mario Monti e gran parte della squadra di governo incontrano a Palazzo Chigi le associazioni imprenditoriali e rafforzano il pressing perchè le stesse imprese insieme ai sindacati (a loro spetta il «ruolo di protagonisti») diano il proprio contributo per migliorare la produttività e la competitività del sistema, dopo «molti anni di declino». Un "Patto", come è stato definito negli ultimi giorni.Le imprese e le banche si dicono disposte a fare la propria parte e apprezzano il clima registrato al tavolo con l'esecutivo, che - riferiscono al termine della riunione - ha garantito l'impegno a non aumentare ulteriormente l'Iva da luglio 2013, ad approvare la delega fiscale entro fine anno e a recepire la direttiva Ue sui tempi dei pagamenti della Pa entro novembre. Assicurano il proprio impegno ma non nascondono le preoccupazioni per la «situazione reale» del Paese: «L'autunno è già caldo, è bollente», avverte in mattinata, prima del tavolo a Palazzo Chigi, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Per poi mostrare toni più concilianti dopo l'incontro con il governo, del quale evidenzia il «clima costruttivo» che può essere «l'avvio di un colloquio» duraturo. E spiega: «Abbiamo segnalato molti punti di preoccupazione. Ci auguriamo vengano recepiti". Dunque l'autunno sarà meno bollente? «Me lo auguro», risponde in conferenza stampa con le altre associazioni d'impresa.Il recupero della competitività è elemento essenziale per le imprese. Oggi, dice il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, facendo il punto sull'incontro, «abbiamo iniziato un lavoro e non mancherà il nostro impegno a favorire tutte le condizioni per migliorare la capacità competitiva del nostro Paese. Su questo da domani - afferma - dobbiamo iniziare a lavorare con i sindacati». «Abbiamo la necessità di accrescere la competitività», aggiunge il presidente di Rete imprese Italia, Giorgio Guerrini, anche attraverso «una maggiore flessibilità del lavoro e degli orari».L'eventuale Patto dovrebbe vedere al centro l'accordo del 28 giugno 2011 (che dà la possibilità per i contratti aziendali di derogare ai contratti nazionali, compresi l'organizzazione e la prestazione lavorativa e gli orari). Accordo che il governo richiama esplicitamente per la sua «attuazione» nella nota diffusa dopo l'incontro con le imprese. Insieme all' «ulteriore rafforzamento» della contrattazione di secondo livello e del legame tra salari e produttività. Su questi stessi temi il governo incontrerà le organizzazioni sindacali l'11 settembre. La Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni, intanto fa sapere che «è pronta al confronto, senza pregiudiziali. Ma occorre senso di responsabilità di tutti», avverte sostenendo che «insieme» sindacati e imprese «possono rafforzare la competitività, azienda per azienda, utilizzando l'accordo dello scorso giugno, per far funzionare in maniera intensiva gli impianti e alzare così i salari dei lavoratori». Però il governo deve trovare le risorse per ridurre le tasse sul lavoro, chiede. Come il leader della Uil, Luigi Angeletti, condividendo la richiesta di detassare i salari, sollecitata anche da Squinzi. Il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, torna ad incalzare il governo sui provvedimenti per lo sviluppo e, in base alle risposte che arriveranno, non esclude lo sciopero generale: «Non lo abbiamo mai escluso».