Economia

Nuove professioni. In arrivo il "genome data scientist"

Redazione Romana sabato 10 agosto 2019

L’Università degli studi di Milano e il Politecnico di Milano lanciano a partire dal prossimo anno accademico il corso di laurea magistrale in Bioinformatics for computational genomics, due anni di studio interamente in inglese per fornire avanzate competenze informatiche e ingegneristiche finalizzate all'organizzazione e all'analisi di dati genomici ottenuti attraverso lo studio della biologia cellulare, molecolare, genetica e biochimica.

L’introduzione di nuove tecnologie di analisi genomica ed epigenomica, tra le quali spicca il sequenziamento di nuova generazione (Ngs), ha infatti rivoluzionato le metodologie di analisi in tutti gli ambiti delle scienze della vita, aprendo ai ricercatori possibilità inimmaginabili fino a pochi anni fa. Grazie a queste tecnologie è possibile ottenere una enorme mole di dati molecolari, la cui gestione e analisi è una delle più grandi sfide nell’ambito big data che l’umanità abbia mai affrontato, di fondamentale importanza per rispondere a domande biologiche di crescente complessità e per comprendere i processi fondamentali alla base della vita, sia in condizioni normali sia patologiche.

«I laureati saranno in grado di affrontare autonomamente le problematiche derivanti dalle moderne scienze biomolecolari quali genomica, trascrittomica, epigenomica e biologia dei sistemi - spiega Giulio Pavesi, docente di Bioinformatica al Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale e coordinatore del corso -. Una figura professionale di questo tipo è già attualmente molto richiesta nell’ambito della ricerca pubblica, privata, di base e applicata, e i nuovi laureati potranno soddisfare la domanda crescente prevista per i prossimi anni, anche alla luce delle realtà che saranno sviluppate nell’area di Milano, prima tra tutte lo Human Technopole».

«Il corso di laurea magistrale è aperto sia a laureati in discipline computazionali, tra cui i laureati triennali in Ingegneria, sia a laureati in discipline biologiche e biotecnologiche, con un primo semestre diversificato -sottolinea Marco Masseroli, docente di Bioinformatica del Politecnico di Milano -. Sarà il primo in Italia e uno dei pochissimi in Europa e nel mondo a formare data scientist con un profilo realmente multidisciplinare, sempre più richiesti nel mondo del lavoro. Saranno capaci di utilizzare al meglio le più avanzate tecnologie dell’informazione e del machine learning per gestire e analizzare i big data prodotti dalle moderne biotecnologie. Potranno, tra l’altro, contribuire alla medicina di precisione, ovvero alla determinazione di trattamenti individualizzati in base al profilo genetico dei pazienti».

Ha commentato il rettore della Statale Elio Franzini: «Questa laurea magistrale rappresenta molto felicemente quanto la strada della collaborazione tra discipline e competenze specialistiche di alto livello ma fino a pochi anni fa considerate lontanissime tra loro, sia preziosa per rispondere alle sfide del futuro, in uno scenario scientifico, medico e sociale in rapidissima evoluzione. In questo senso la partnership tra Università Statale e Politecnico di Milano segna un traguardo di grande rilievo, per i nostri studenti e per la nostra città».

«Non c’è dubbio che lo studio del genoma sia tra le più grandi scommesse di tutti i tempi – conclude Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano –. L’uso dei big data e delle tecniche di machine learning consentono infatti un’importante accelerazione che, tuttavia, dobbiamo sapere gestire. Un’ampia quantità di informazioni non è necessariamente sinonimo di un vantaggio o di una risposta funzionale ai problemi. Per questo abbiamo bisogno di unire competenze diverse: quella del biologo, che traccia la direzione, e quelle dell’ingegnere, che conosce a fondo le tecniche computazionali. È solo adottando un approccio interdisciplinare che possiamo rispondere a domande di crescente complessità. Ed è per questo che il Politecnico di Milano e l’Università degli studi di Milano hanno deciso di fare squadra, di unire le proprie eccellenze, di rivolgere lo sguardo in avanti ai bisogni della ricerca e alle richieste del mercato».