The Economy of Francesco. La freccia gialla di Michael aiuta i giovani ad orientarsi
Michael Walter
Il senso del progetto imprenditoriale di Michael Walter, 31 anni, di Melbourne, capitale dello stato australiano di Victoria, è concentrato in una freccia gialla, simile a quella che guida i pellegrini lungo il Cammino di Santiago di Compostela, scelta come logo e nome della sua piccola società di consulenza. Con "Yellow arrow", Michael, aiutato da sua sorella Felicity, entra nelle scuole per aiutare i giovani ad esercitare la leadership di sé stessi, più che degli altri, e, attraverso questa, a trovare la direzione verso cui orientare la propria vita.Nato e cresciuto in una famiglia di sei figli, Michael si definisce un "cercatore" curioso e instancabile, che non smette mai di farsi e fare domande. Ha studiato didattica ed educazione all’Università Cattolica Australiana e dopo anni trascorsi a esplorare le diverse modalità di insegnamento, mettendosi alla prova con ragazzi "difficili", come lo sono per esempio i bambini che vivono ai margini delle risaie della Cambogia, oggi si cimenta nello studio del design e dell’innovazione in un master all’Università di Swinburne.
L’idea da cui è nata "Yellow arrow" non è solo frutto del suo pensiero creativo. È maturata nel 2019 – racconta – al termine di 35 giorni di cammino lungo gli 800 chilometri del percorso che da Saint Jean Pied de Port, in Francia, ai piedi dei Pirenei, portano alla cattedrale galiziana dedicata a San Giacomo. «Quella freccia gialla che a ogni tappa mi indicava la strada giusta da seguire – spiega – ha avuto, e ancora ha, una forte valenza simbolica. È segno di un obiettivo ben definito, arrivare a Santiago, e di un piano altrettanto certo per raggiungerlo, come lo è il sentiero. Tutto questo aiuta a sentirsi liberi e forti». Questo è quello che Michael, oggi, vuole insegnare ai giovani attraverso i suoi laboratori (lunghi, brevi, con la pandemia in corso anche online) di leadership e pensiero creativo. «Offro strumenti innovativi – sottolinea – per affrontare le complessità della vita. Insegno a partorire idee belle e nuove ma anche ad organizzarle per rendere realizzabili perché possano portare trasformazioni visibili nella società». Le lezioni di Michael sono una palestra in cui esercitare la creatività e la speranza, proprio come chiesto da Papa Francesco nel messaggio diffuso il primo maggio 2019 per invitare giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo all’evento "The economy of Francesco" (19-21 novembre). Collegato dalla sua casa a Melbourne, Michael ci sarà.
«Quando ho visto l’annuncio del forum di Assisi – continua – non ho esitato un attimo a iscrivermi. Considero il Santo Padre, davvero, come un grande innovatore. In lui confluisce tutto quello in cui credo e da cui sono affascinato, come l’applicazione della giustizia sociale all’economia. Ammiro, poi, il modo in cui parla, l’alto simbolismo dei suoi gesti, il modo in cui, per esempio, è riuscito a rendere protagoniste le donne e i migranti». Il giovane imprenditore australiano ammette di essere contento di poter condividere la propria esperienza con gente di diversa estrazione sociale e culturale in collegamento da ogni angolo del pianeta. La capacità di ascolto, maturata in anni di volontariato nelle comunità che si occupano di protezione dei bambini o di prevenzione dei suicidi, predispone però Michael anche all’accoglienza delle testimonianze altrui. In fondo, aggiunge, l’evento rappresenterà un’occasione per "fare comunità". «L’esperienza della pandemia e i lunghi periodi di isolamento – sottolinea – hanno ravvivato il bisogno di ognuno di sentirsi parte di una rete, anche solo a livello locale. Credo che nei prossimi vent’anni a fare la differenza nell’economia come nella politica sarà il livello di connessione tra le persone. Quello che ho imparato sino ad oggi è che la comunità è una creatura fragile di cui prendersi cura». L’esperienza realizzata sino ad oggi con "Yellow arrow", rimarca, insegna «che trovare la via giusta per sé stessi è un valore anche per chi ci circonda». L’acceleratore di idee messo a punto da Michael funge anche a prevedere quali sono le sfide più importanti che le future generazioni saranno chiamate ad affrontare: «cambiamento climatico, globalizzazione, sviluppo esponenziale della tecnologia», elenca. «Il mondo – conclude – sta diventando sempre più complesso ma sono ottimista sul fatto che i giovani riusciranno a tenere testa ai cambiamenti convertendoli in opportunità di miglioramento attraverso modelli di vita più sostenibili per i singoli e per le comunità».