Economia

L'allarme Unrae. Mezzi pesanti, si fermano le vendite

Paolo Pittaluga sabato 4 aprile 2020

"È un momento molto difficile. Il settore lavora, i camion per fortuna girano e questa crisi ha messo in luce l'importanza del comparto".

Franco Fenoglio, presidente del ramo Veicoli industriali di Unrae, è alle prese con i primi dati che emergono da questo periodo di stop per il nostro Paese. L'autotrasporto, tiene a ricordare ancora una volta, in Italia "è strategico, importante per il Pil e lo sviluppo ma anche per la sicurezza. Per questo serve un settore forte". I camion che portano quotidianamente i beni di prima necessità devono essere un segnale di pronta rinascita. "Autotrasportatori che viaggiano, meccanici di officina pronti ad intervenire: annovererei anche loro - dice Fenoglio - tra gli eroi di queste giornate. Non dimentichiamo gli autisti che per giorni non hanno trovato autogrill aperti, rischiando di lavorare senza mangiare. Quelli bloccati all'estero o sui confini, i tanti che da settimane non vanno a casa per il rischio contagio. Questo è un mestiere determinante per il Paese".

Probabilmente ce ne rendiamo conto solo nei momenti di emergenza. Ma quali sono le dinamiche attuali? "Alcuni settori come l'alimentare e il farmaceutivo vanno bene. Altri sono fermi. I primi provvedimenti del Governo sono positivi, la moratoria dei pagamenti dà un po' di fiato, ma servono aiuti all'autotrasporto perché a settembre si registrerà un problema di cassa, servono fondi di garanzia. E spalmare i pagamenti sul lungo periodo". C'è il rischio che il mercato del nuovo si blocchi. "È importante che le commesse siano mantenute e siano pagati gli incentivi sui mezzi green che sono fermi dal 2016/17, perché l'autotrasportatore ha fatto grandi sacrifici. Stiamo descrivendo un settore che era già in crisi". Parliamo, allora, di concessionarie: con questi chiari di luna chi si azzarda a sostituire i mezzi? "Chiuderemo l'anno - taglia corto Fenoglio - con una percentuale oscillante tra il -30 e -40%. Le do un'anteprima: a marzo i veicoli pesanti (sopra le 16 tonnellate, ndr) segnano un -40% e il primo trimestre chiude con un -12,1%". È chiaro che tutto dipenderà dalla durata della paralisi, "sì una sorta di paralisi. Si fa leva sulla rottamazione perché il nostro parco circolante è vecchio. Ma se gli autotrasportatori non hanno soldi gli incentivi per gli Euro6 e i camion a gas non servono".

Il rischio è che a settembre ci sia il default di molte aziende, mentre altre potrebbero lasciare il Paese, quella Penisola dove, è bene ricordarlo per l'ennesima volta, l'86% delle merci viaggia su gomma. Qualcuno azzarda una chiusura del 40% delle ditte. Questo avrebbe una ricaduta devastante su concessionarie e manutenzione: "la rete di concessionarie ed officine - conclude Fenoglio - può rischiare il crack con un 20-30% di aziende coinvolte. A fine mese quantificheremo".