La tendenza. Nel mercato italiano dei media vincono videogames e serie tv
Sono anni di epocali sorpassi nel mercato dei media e dell’intrattenimento. Anche in Italia. Quest’anno, secondo il rapporto Entertainment & Media Outlook in Italy 2019-2023 presentato ieri dal gruppo della consulenza Pwc, per la prima volta gli investimenti pubblicitari su Internet supereranno quelli sugli spot in televisione: 3,3 miliardi contro 3,1. Dopodiché la pubblicità sul web allungherà il passo fino ad arrivare, nel 2023, a 4,5 miliardi di incassi contro i 3,3 miliardi della televisione. Un altro sorpasso a suo modo epocale è quello della musica rispetto ai giornali: per la prima volta quest’anno la spesa degli italiani per acquistare musica, tra dischi, cd e abbonamenti in streaming, supererà quella per acquistare quotidiani: 912 milioni contro 903.
Lo studio di Pwc descrive un mercato dove il digitale e il divertimento stanno guadagnando sempre più spazio. Dietro la crescita complessiva del settore media e intrattenimento – che con un ritmo del 3,9% medio annuo salirà dai 34,8 miliardi di giro d’affari 2018 ai 42,1 miliardi previsti per il 2023 – c’è infatti la forte espansione della spesa degli italiani per divertirsi. Ad esempio comprando videogiochi: il giro d’affari del settore videogames era di 972 milioni di euro nel 2014, ha raggiunto i 1.819 milioni lo scorso anno e, secondo le previsioni di Pwc, arriverà a 3,4 miliardi nel 2023 con una crescita media annua del 13,4%. «I videogiochi in Italia per molti anni hanno combattuto un’immagine culturale negativa. Ma questo sta cambiando» scrivono gli analisti del gruppo della consulenza, sottolineando che «in generale, i videogiochi sono visti sempre più come positivi e amici della famiglia, specialmente dai giocatori più giovani».
Gli altri grandi vincitori del settore dei media e dell’intrattenimento sono i servizi di televisione in streaming come Netflix, Amazon Prime Video o la neonata Apple Tv. Lo scorso anno la spesa degli italiani per abbonarsi alla tv in streaming ha superato quella per gli acquisti di dvd. Gli abbonati alla tv in streaming erano 307mila nel 2014, sono saliti a 5 milioni lo scorso anno e raggiungeranno i 10 milioni nel 2023, quando la spesa degli italiani per lo streaming o l’acquisto di film e serie tv in digitale raggiungerà gli 821 milioni di euro. Anche gli abbonamenti alla tv via satellite, come quelli di Sky, sentiranno sempre più la concorrenza dei rivali della Silicon Valley: secondo le stime di Pwc gli incassi della pay tv tradizionale resteranno piatti (+0,2% la crescita media annua) attorno ai 3,17 miliardi di euro.
Chi soffre maggiormente la svolta degli italiani verso l’intrattenimento nelle sue varie forme sono i tradizionali media cartacei. Le stime di Pwc indicano un declino al ritmo del 3,9% annuo del giro d’affari dei quotidiani, destinato a scendere dai 1,54 miliardi di euro del 2018 agli 1,27 del 2023. Più forte (-4,9%) il declino dei magazine, destinati a scendere da 1,7 a 1,3 miliardi di ricavi. Nel settore della stampa tengono solo i libri, che resteranno stabili attorno ai 2.180 miliardi di euro di fatturato. Per quanto riguarda i giornali, Pwc nota che «il declino dei ricavi si sta allentando e molti editori continueranno a tagliare i costi per rimanere redditizi».