Mercato del lavoro. Ecco le 25 professioni in ascesa nel 2022
Lo stipendio è una delle "molle" che spinge i dipendenti a cambiare lavoro
Una curva che sale e scende, rivelando l'incertezza legata alla ripresa economica del post-pandemia. Questo è il mercato del lavoro italiano del 2021, e nonostante la situazione occupazionale viaggi su una linea sottile, i dati a disposizione di Linkedin mostrano che gli italiani guardano con una rinnovata sicurezza nuovi scenari lavorativi. Secondo una nuova ricerca, questa maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie capacità sta spingendo il desiderio degli italiani di cambiare lavoro, più della metà (54%) degli intervistati sta considerando un cambiamento già nell'anno in corso. Il 59% dei rispondenti ha dichiarato che la maggiore flessibilità e l'opportunità di avere modelli di lavoro ibridi da parte di molte aziende sono fattori determinanti nel considerare nuove opportunità di lavoro, in aggiunta a questa percentuale vi è un ulteriore 21% che ha affermato di trovarsi fortemente d’accordo con questa affermazione. In particolare, quasi tre lavoratori intervistati su dieci (28%) hanno affermato che la maggiore diffusione del lavoro flessibile li ha resi più fiduciosi nel pensare di provare un nuovo ruolo e in simile percentuale (30%) hanno dichiarato che grazie a questi nuovi modelli sono persino spinti a provare una nuova carriera. Il 90% degli intervistati si sente sicuro del suo attuale ruolo lavorativo, tanto che il 63% ha maturato abbastanza sicurezza da essere spinto a chiedere una promozione o a candidarsi per un ruolo più alto rispetto a quello in cui si trova attualmente. La pandemia ha offerto a molti l’occasione di poter ripensare ai propri desideri e alle proprie capacità, ha modificato non solo priorità e preferenze dei lavoratori ma ha fondamentalmente cambiato la percezione di cosa debba intendersi per “buon lavoro”. Quasi la metà (48%) dei rispondenti ha dichiarato che prenderebbe in considerazione l’idea di cambiare la sua posizione lavorativa attuale per una con un salario maggiore ma, di poco sotto, il 38% dei lavoratori italiani intervistati ha dichiarato che lo farebbe per un migliore equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa.
l mondo del lavoro sta cambiando a un ritmo sempre più veloce, accelerato dai cambiamenti portati dalla pandemia da Covid-19 e da una crescente spinta tecnologica. In questi anni alcuni settori hanno vissuto dei veri e propri stravolgimenti e, allo stesso tempo, molti professionisti hanno scelto di intraprendere nuove carriere. La classifica 2022 dei lavori in ascesa rivela le 25 professioni in più rapida crescita negli ultimi cinque anni, in un lasso di tempo che va da gennaio 2017 a luglio 2021.
1. Ingegnere robotico
Che cosa fa: Gli ingegneri robotici si occupano della progettazione, della costruzione e del collaudo di robot. | Competenze più diffuse: Robotica, Automazione dei processi, Programmazione | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Automazione industriale, Servizi finanziari | Attuale distribuzione per genere: 29% donne; 71% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 4 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software | Possibilità di lavorare da remoto: 5,9%
2. Ingegnere del machine learning
Può essere indicato anche come Ingegnere dell’apprendimento automatico, Machine learning engineer
Che cosa fa: Gli ingegneri del machine learning sono professionisti del settore IT che si concentrano sulla progettazione, la realizzazione e la manutenzione di algoritmi di apprendimento automatico e sistemi di intelligenza artificiale. | Competenze più diffuse: Machine learning, Visione artificiale, Reti neurali | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Semiconduttori | Attuale distribuzione per genere: 20,29% donne; 79,71% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 3,3 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Data scientist, Ingegnere dei dati | Possibilità di lavorare da remoto: 24,4%
3. Cloud architect
Che cosa fa: I cloud architect si occupano di progettare e costruire ambienti cloud scalabili e resilienti, che si adattino il più possibile alle esigenze di business di un’impresa. | Competenze più diffuse: Cloud computing, XML, Linux | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Consulenza direzionale | Attuale distribuzione per genere: 15,47% donne; 84,53% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 13,5 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Solutions architect, Cloud engineer | Possibilità di lavorare da remoto: 11,9%
4. Ingegnere dei dati
Può essere indicato anche come Data engineer
Che cosa fa: Gli ingegneri dei dati sono responsabili dell'individuazione delle tendenze nei set di dati e dello sviluppo di algoritmi per trasformare i dati grezzi in formati di dati utili, ordinati e strutturati. | Competenze più diffuse: Hadoop, Scala, Big data | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Consulenza direzionale | Attuale distribuzione per genere: 28,35% donne; 71,65% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 5,5 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Data analyst, Data scientist | Possibilità di lavorare da remoto: 71,2%
5. Sustainability manager
Può essere indicato anche come Manager della sostenibilità
Che cosa fa: I sustainability manager supervisionano l'implementazione delle strategie di sostenibilità durante un progetto o per l'intera azienda. | Competenze più diffuse: Rendicontazione di sostenibilità, Responsabilità sociale d'impresa, Life cycle assessment | Settori più rappresentati: Consulenza direzionale, Servizi ambientali, Rinnovabili e ambiente | Attuale distribuzione per genere: 63,77 donne; 36,23% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 7,7 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Project manager, Addetto all'assistenza dei clienti, Responsabile ambiente, salute e sicurezza | Possibilità di lavorare da remoto: 4%
6. Consulente di data management
Può essere indicato anche come Consulente della gestione dei dati
Che cosa fa: I consulenti di data management sviluppano e presentano ai loro clienti raccomandazioni riguardanti la gestione strategica dei loro dati. | Competenze più diffuse: Machine learning, ETL, Python | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Consulenza direzionale, Ricerche di mercato | Attuale distribuzione per genere: 33,13% donne; 66,88% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 5,3 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Data analyst, Data scientist, Consulente IT | Possibilità di lavorare da remoto: 6,1%
7. Analista delle risorse umane
Può essere indicato anche come Analista HR, Human resources analyst, HR analyst
Che cosa fa: Gli HR analyst raccolgono e analizzano dati che utilizzano per formulare raccomandazioni - relative al reclutamento, alla gestione e alla retention dei talenti - in linea con le politiche e gli obiettivi dell'organizzazione per la quale stanno lavorando. | Competenze più diffuse: Sviluppo organizzativo, Recruiting, Problem solving | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Consulenza direzionale, Risorse umane | Attuale distribuzione per genere: 64,34% donne; 35,66% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 4 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: HR specialist, HR generalist, Recruiter | Possibilità di lavorare da remoto: 0%
8. Talent acquisition specialist
Può essere indicato anche come Specialista nell’acquisizione di talenti
Che cosa fa: I talent acquisition specialist gestiscono l'intero ciclo di ricerca e reclutamento dei professionisti in azienda, prevedendo anche quali saranno le risorse necessarie all'organizzazione per le sue esigenze future. | Competenze più diffuse: Employer branding, Ricerca e selezione del personale, Interviste e colloqui | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Farmaceutica, Consulenza direzionale | Attuale distribuzione per genere: 82,50% donne; 17,50% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 4,5 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Recruiter, HR specialist, HR generalist | Possibilità di lavorare da remoto: 9,2%
9. Software account executive
Che cosa fa: Tra le mansioni degli account executive c'è la gestione dell'intero ciclo di vendita (di software in questo caso): dalla ricerca dei clienti alla conclusione degli accordi commerciali. | Competenze più diffuse: Vendita di soluzioni, Enterprise software, Cloud computing | Settori più rappresentati: Software, Tecnologie e servizi informatici, Internet | Attuale distribuzione per genere: 39,79% donne; 60,21% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 15,2 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Account manager, Account executive, Direttore vendite | Possibilità di lavorare da remoto: 19,6%
10. Cyber security specialist
Può essere indicato anche come Specialista di sicurezza informatica
Che cosa fa: I cyber security specialist si occupano dell’implementazione delle pratiche legate alla sicurezza informatica all’interno dei sistemi aziendali, rilevando, prevenendo e risolvendo le minacce a carico delle reti di computer e degli archivi di dati. | Competenze più diffuse: Vulnerability assessment, Network security, Information security | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Consulenza direzionale, Banche | Attuale distribuzione per genere: 24,35% donne; 75,65% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 8,4 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere di sistema, Ingegnere software, Specialista IT | Possibilità di lavorare da remoto: 5,4%
11. Banker
Che cosa fa: Sotto la spinta della digitalizzazione, resa ancora più veloce dalla pandemia, le banche cercano nuovi profili: non solo in ambito IT, ma anche per una gestione sempre più mirata e su misura dei patrimoni dei loro clienti. | Competenze più diffuse: Credito, Retail banking, Gestione portfolio | Settori più rappresentati: Banche, Servizi finanziari | Attuale distribuzione per genere: 48,87% donne; 51,13% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 6,1 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Avvocato, Consulente finanziario, Venditore | Possibilità di lavorare da remoto: 2,9%
12. Data scientist
Può essere indicato anche come Scienziato dei dati
Che cosa fa: I data scientist si occupano dello sviluppo di modelli e strategie di gestione dei Big Data con l'obiettivo di trarne informazioni rilevanti per il business aziendale. | Competenze più diffuse: Machine learning, Python, Data mining | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Consulenza direzionale | Attuale distribuzione per genere: 36,00% donne; 64,00% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 3,8 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Business analyst, Statistico | Possibilità di lavorare da remoto: 23,7%
13. Sviluppatore back-end
Può essere indicato anche come Back-end developer
Che cosa fa: Gli sviluppatori back-end sono programmatori specializzati nella codifica lato server, ovvero di ciò che opera dietro le quinte di una pagina web. | Competenze più diffuse: Git, Framework Spring, JavaScript | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Internet | Attuale distribuzione per genere: 19,98% donne; 80,02% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 6,1 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Ingegnere full stack, Sviluppatore web | Possibilità di lavorare da remoto: 41,6%
14. Product manager
Può essere indicato anche come Responsabile del prodotto
Che cosa fa: I product manager sono responsabili di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita: dal brand al packaging (se in formato fisico) al costo, fino alla sua collocazione sul mercato. | Competenze più diffuse: Agile project management, Scrum, Gestione prodotti | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Servizi finanziari | Attuale distribuzione per genere: 35,91% donne; 64,09% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 10,9 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Project manager, Business analyst, Ingegnere software | Possibilità di lavorare da remoto: 13,9%
15. Clinic manager
Che cosa fa: I clinic manager sono responsabili, tra le altre cose, della supervisione di tutte le operazioni quotidiane all'interno di strutture ambulatoriali o mediche. | Competenze più diffuse: Gestione vendite, Assistenza sanitaria, Business plan | Settori più rappresentati: Salute, benessere e fitness, Medicina, Farmaceutica | Attuale distribuzione per genere: 54.55% donne; 45,45% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 10,5 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Responsabile di negozio, Consulente di vendita, Responsabile vendite | Possibilità di lavorare da remoto: 0%
16. Consulente di vendita al dettaglio
Può essere indicato anche come Retail sales consultant
Che cosa fa: I consulenti di vendita al dettaglio possono essere trovati in ogni settore e si occupano di aiutare i clienti a trovare i prodotti e i servizi più adatti alle loro esigenze. | Competenze più diffuse: SQL, Cloud computing, Problem solving | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Internet | Attuale distribuzione per genere: 39,89% donne; 60,11% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 9,6 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Account manager, Project manager, Venditore | Possibilità di lavorare da remoto: 7,1%
17. Business developer
Può essere indicato anche come Addetto allo sviluppo aziendale
Che cosa fa: Il business developer individua nuovi mercati dove espandere la presenza dell’azienda, contattando i potenziali clienti e sviluppando offerte che soddisfino i loro bisogni. | Competenze più diffuse: Gestione vendite, Strategia di marketing, Negoziazione | Settori più rappresentati: Software, Tecnologie e servizi informatici, Internet | Attuale distribuzione per genere: 47,03% donne; 52,97% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 7,4 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Venditore, Account manager, Specialista dello sviluppo aziendale | Possibilità di lavorare da remoto: 22,7%
18. Client manager
Che cosa fa: Compito del client manager è migliorare l’esperienza del cliente e rafforzare il suo rapporto con l’azienda. | Competenze più diffuse: Business plan, Strategia di marketing, Gestione del rischio | Settori più rappresentati: Marketing e pubblicità, Tecnologie e servizi informatici, Internet | Attuale distribuzione per genere: 56,09% donne; 43,91% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 10 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Project manager, Specialista di soluzioni aziendali, Venditore | Possibilità di lavorare da remoto: 8,3%
19. Gestore degli investimenti
Può essere indicato anche come Investment manager
Che cosa fa: Il gestore degli investimenti fornisce informazioni e consulenza finanziaria, massimizzando il rendimento del portafoglio di privati e aziende. | Competenze più diffuse: Private equity, Business plan, Finanza d’impresa | Settori più rappresentati: Servizi finanziari, Venture capital e Private equity, Banche | Attuale distribuzione per genere: 32,80% donne; 67,20% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 7,6 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Gestore del portfolio, Analista finanziario, Consulente finanziario | Possibilità di lavorare da remoto: 1,6%
20. Ingegnere full stack
Può essere indicato anche come Full stack engineer
Che cosa fa: L’ingegnere full stack è coinvolto in tutte le aree dello sviluppo del software, dalla progettazione ai test fino all’implementazione. | Competenze più diffuse: JavaScript, jQuery, Git | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Internet | Attuale distribuzione per genere: 19,9% donne; 80,1% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 7,1 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere software, Sviluppatore web, Sviluppatore front-end | Possibilità di lavorare da remoto: 37,1%
21. Infrastructure architect
Che cosa fa: L’infrastructure architect si occupa di progettare e implementare sistemi informatici a supporto delle infrastrutture aziendali. | Competenze più diffuse: Cloud computing, Virtualizzazione, Linux | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Utilities, Software | Attuale distribuzione per genere: 24,93% donne; 75,07% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 12,6 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Ingegnere di sistema, Amministratore di sistema, Ingegnere software | Possibilità di lavorare da remoto: 5,8%
22. Payroll specialist
Può essere indicato anche come Specialista buste paga
Che cosa fa: Il payroll specialist gestisce tutti gli aspetti del processo di consegna delle buste paga, dalla conta delle ore lavorate al versamento del denaro. | Competenze più diffuse: Risorse umane, ADP Payroll, Diritto del lavoro | Settori più rappresentati: Risorse umane, consulenza gestionale | Attuale distribuzione per genere: 77,69% donne; 22,31% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 9,7 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: specialista delle risorse umane, assistente amministrativo | Possibilità di lavorare da remoto: 2%
23. Sviluppatore front-end
Può essere indicato anche come Front-end developer
Che cosa fa: Lo sviluppatore front-end è il programmatore specializzato nell’interfaccia utente, un ruolo che richiede equilibrio tra estetica e funzionalità. | Competenze più diffuse: SASS, Bootstrap, Git | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici, Software, Internet | Attuale distribuzione per genere: 29,73% donne; 70,27% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 7,2 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Sviluppatore web, Ingegnere software, Ingegnere full-stack | Possibilità di lavorare da remoto: 48,5%
24. Consulente ERP (Enterprise Resources Planning)
Può essere indicato anche come Consulente di pianificazione delle risorse aziendali
Che cosa fa: Il consulente ERP si occupa di implementare e far funzionare il software gestionale che integra i più importanti processi di business e le funzioni aziendali. | Competenze più diffuse: SQL, Business intelligence, Processi aziendali | Settori più rappresentati: tecnologie e servizi informatici, software | Attuale distribuzione per genere: 38,16% donne; 61,84% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 9,6 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: Analista di business, Consulente informatico, Ingegnere software | Possibilità di lavorare da remoto: 6,3%
25. Addetto all'assistenza dei clienti
Può essere indicato anche come Addetto al servizio clienti, Addetto al customer service
Che cosa fa: L’addetto all’assistenza clienti interagisce col pubblico gestendo i reclami, elaborando gli ordini e fornendo informazioni in merito a prodotti e servizi. | Competenze più diffuse: Back office, Problem solving, Negoziazione | Settori più rappresentati: Tecnologie e servizi informatici | Attuale distribuzione per genere: 63,08% donne; 36,92% uomini | Anni medi di esperienza prima di assumere il ruolo: 6 | Ruoli principali ricoperti in precedenza: venditore, cassiere, recruiter | Possibilità di lavorare da remoto: 0%
Il 46% degli italiani pensa di cambiare lavoro
Secondo un’indagine condotta da Indeed, oltre il 46% degli italiani sta pensando di cambiare lavoro. Proposito che 1 su 10 ha già iniziato “a mettere in cantiere” nel 2021. Cosa si cerca in una nuova occupazione? Guadagnare di più rimane la spinta principale a cambiare lavoro (54%), ma si fanno largo altre ragioni. L’incertezza degli ultimi due anni ha ridato fascino alla solidità. Si punta ad aziende che abbiano buone prospettive di sviluppo (18%) e a lavori sicuri (15%), nonché a buoni pacchetti di benefit (16%). Per chi ancora non può, la possibilità di lavorare da casa (16%) rappresenta una buona motivazione per cambiare. Più di 1 italiano su 10, inoltre, punta a lavorare in un ambiente che sia inclusivo, di cui condivide la cultura aziendale. Cambiare non spaventa. Più del 50% dei partecipanti all’indagine di Indeed ha una visione ottimista del mercato del lavoro e delle opportunità di carriera che si potranno aprire nel 2022. Un atteggiamento fiducioso che trova conferma negli intenti dei datori di lavoro. Il 20% prevede, infatti, di assumere a ritmo più sostenuto rispetto al pre-pandemia. Probabilmente per via di buone prospettive di sviluppo (otto aziende su dieci contano su un incremento del business nel 2022) ma anche in virtù del turn over che, nel corso del 2021, è aumentato secondo il 33% dei recruiter. In particolare, per le aziende che impiegano più di 500 persone (45%). Per attrarre e mantenere i migliori talenti, le aziende si dicono pronte a introdurre una serie di nuove policy nel 2022: dall’incremento della possibilità di lavorare da casa (42%), all’organizzazione degli spazi di lavoro in modo da garantire distanziamento (40%); dall’ offerta di supporto psicologico (37%), al miglioramento dei benefit (32%) ma anche creazione di occasioni di socializzazione (32%), per ovviare alla mancanza del contatto quotidiano.Lavoro e fuga dei talenti: per il 65% delle aziende serve il cambiamento culturale e organizzativoIl lavoro che faccio non mi fa stare bene? Allora lo cambio, con molte meno remore di un tempo. È una tendenza accentuatasi dopo la pandemia: negli Stati Uniti sono circa 23 milioni i dipendenti che hanno lasciato volontariamente la propria azienda tra aprile e settembre 2021 e il fenomeno è molto dibattuto anche da noi, con le direzioni del personale italiane alla ricerca di soluzioni per contrastarlo. Tanto che il 65% delle aziende indica come prioritario il cambiamento culturale e organizzativo, il 55% intende introdurre nuove strategie di compensation e il 48% si pone come obiettivo l’aumento dell’attrattività per i talenti. È quanto emerge dalla ricerca The Future of Work 2021, quarta edizione dell’analisi sul futuro del mondo del lavoro realizzata come ogni anno da Osservatorio Imprese Lavoro Inaz e Business International, che vuole cercare di comprendere come i responsabili delle risorse umane interpretano e si preparano ad affrontare i principali cambiamenti in atto e i trend previsti per i prossimi mesi all’interno delle proprie organizzazioni. Alla domanda sulle priorità dell’azienda la voce più votata è stata quella relativa al cambiamento culturale e organizzativo (65% delle risposte), seguito a grande distanza dalla digitalizzazione dei processi (42%, mentre un anno fa era al 67%). Anche per quanto riguarda l’area delle iniziative progettuali e degli investimenti, il quadro appare completamente mutato rispetto all’anno precedente, con le strategie di compensazione che balzano dal quarto posto (36%) al primo (55%). Lo smart working, che nel 2020 questo tema era al primo posto, catalizzando l’attenzione del 60% degli Hr manager, oggi scende al terzo, con il 48% delle preferenze. Questo perché le aziende hanno ormai adottato, regolato e imparato a gestire il lavoro agile, senza alcuna intenzione di tornare indietro dopo l’emergenza: dà questa indicazione il 73% del campione (+9% rispetto al 2020). Dopo un anno e mezzo di esperienza con il lavoro a distanza la ricerca è andata a verificare come evolve la percezione delle criticità, ed emerge che le due aree che destano maggiore preoccupazione sono il senso di appartenenza dei collaboratori, che sale dal secondo al primo posto con un +4%, e l’evoluzione della leadership e gestione dei team basata sulla fiducia e l’assegnazione e il monitoraggio degli obiettivi. Per quanto riguarda gli investimenti specifici per l’area Hr, l’obiettivo più indicato è quello di essere di supporto al business (55% delle risposte), seguito dal raggiungimento di una maggiore capacità di fidelizzazione e di una maggiore attrattività per i talenti, entrambe opzioni con il 48% delle preferenze. Una nuova domanda inserita nel sondaggio di quest’anno è stata sui modelli di leadership, e qui la risposta ricevuta ha superato le aspettative: quasi il 90% degli intervistati ritiene che dovranno evolvere per accompagnare le trasformazioni culturali in atto.
Stipendi medi in Italia: ecco chi ha guadagnato di più e dove
Lo stipendio è sempre tra i motivi principali di insoddisfazione di un lavoro visto che molto spesso è ritenuto inadeguato allo sforzo manuale e/o intellettuale che vi si dedica. In Italia è sempre stato un problema e di certo la nostra nazione non è considerata in Europa luogo dove la meritocrazia viaggia di pari passo con il salario. Infatti le stime pongono il nostro paese in una zona intermedia della classifica quanto a valore degli stipendi medi annuali. Poi mettiamoci anche l’effetto pandemia che negli ultimi due anni ha finito per impattare pesantemente anche sul mondo del lavoro e di conseguenza sulle paghe mensili. Così anche lo scorso anno in alcuni settori il divario salariale è rimasto molto elevato. Questo è quanto si evince dall’indagine svolta da applavoro.it, il portale che punta alla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta di lavoro, sugli stipendi mensili medi comunicati dagli iscritti alla piattaforma nell’anno 2021. I dati mostrano come alcuni settori sono rimasti altamente remunerativi grazie anche all’alta specializzazione e responsabilità, mentre altri invece continuano ad arrancare. Tralasciando i ruoli dirigenziali e i professionisti, nel 2021 ancora una volta il settore che ha guadagnato di più stando ai dati di applavoro.it è stato quello commerciale/terziario con gli agenti di commercio a fare da apripista. Il loro stipendio medio mensile si è aggirato sui 2.300 euro. A seguire abbiamo gli operai specializzati con circa 1.450 euro. Non male nemmeno i cuochi che dopo un 2020 nerissimo con la chiusura delle attività, si sono rialzati lo scorso anno e sono ritornati agli stipendi medi dell’era pre-pandemia con circa 1.400 euro. Ma accanto a questi che sono stati i settori meglio retribuiti nel 2021 c’è anche la triste realtà di quelli meno retribuiti. All’ultimo posto troviamo gli operatori di call center, un lavoro che offre un fisso base e un guadagno extra a commissione e che molto spesso viene sottopagato rispetto alle ore lavorate. Lo stipendio medio per loro è stato di circa 750 euro al mese. Non è andata molto meglio alle segretarie o alle bariste che a stento sono riuscite a portarsi a casa 1.000 euro. Numeri che riflettono quello che è lo scenario nazionale dell’Italia dello scorso anno. Poi, come accade da decenni persiste il divario tra territori soprattutto del Nord e del Sud quanto a benessere lavorativo e stipendio medio. Analizzando i dati ancora più nel dettaglio dei singoli settori divisi per località si è evidenziato ancora una volta come in alcune zone si viene retribuiti meglio per la medesima mansione. Si potrebbe dire ad esempio che chi lavora nel mondo della ristorazione come cuochi o camerieri, per loro Venezia risulta essere la provincia più profittevole con 1.600 euro di stipendio medio per i primi e 1.400 per i secondi. Per gli impiegati invece Milano è al top con circa 1.450 euro al mese. Ma le differenze non sono solo a favore delle città del Nord Italia. Gli infermieri ad esempio, un settore molto richiesto soprattutto in quest’epoca storica risulta guadagnare di più a Napoli con circa 1.600 euro. Stesso discorso per gli operai specializzati che a Palermo hanno guadagnato addirittura 1.800 euro al mese, probabilmente dovuto ad una minore disponibilità di forza lavoro altamente specializzata sul territorio.