Serravalle. Mega-outlet aperto anche a Pasqua, lavoratori pronti allo sciopero
Viene definito «il più grande outlet d’Italia e d’Europa» e si trova a Serravalle Scrivia, in provincia di Alessandria. Sul confine tra il Piemonte e la Liguria, l’enorme centro commerciale ha appena completato una nuova fase di sviluppo che ha visto l’investimento di 115 milioni di euro. Considerato uno dei fiori all’occhiello del commercio a livello nazionale, con la presenza di 250 negozi e dei più importanti marchi della moda e dell’abbigliamento sportivo, per il Serravalle Designer Outlet (gestito dalla multinazionale McArthurGlen) il giorno di Pasqua sarà probabilmente una giornata di sciopero. Sabato 15 e domenica 16 aprile i lavoratori protesteranno contro l’apertura straordinaria prevista per i giorni di Pasqua e Santo Stefano decisa dalla direzione del centro commerciale. La dirigenza spiega in una nota: «La decisione di tenere aperto il Serravalle Designer Outlet nel giorno di Pasqua rientra nella più ampia strategia di valorizzazione degli asset del territorio derivante dalla necessità di far fronte alle esigenze di un turismo nazionale e sempre più internazionale».
L’intento sarebbe quello di sostenere l’economia del territorio: «Durante le festività, il flusso di visitatori italiani e stranieri nel bacino di Serravalle aumenta sensibilmente, anche grazie al fatto che il Centro è diventato una destinazione turistica a tutti gli effetti con il desiderio di offrire ai turisti un’esperienza aggiuntiva oltre a quella culturale, che nei giorni di vacanza è molto apprezzata e fruita». La nota ribadisce che il tutto viene attuato «nel rispetto della normativa in materia ed entro la cornice di liberalizzazione del cosiddetto Salva Italia» e che «la scelta di Serravalle Designer Outlet di rimanere aperto il giorno di Pasqua è assolutamente allineata a quelle di altri centri della zona». In questo modo, i giorni di apertura annuali passeranno da 361 a 363, quasi un record. Un primato, però, che ha trovato la più netta opposizione da parte dei lavoratori (oltre duemila in totale, di cui quattrocento inseriti negli ultimi mesi): per la prima volta, a circa vent’anni dalla fondazione, l’outlet rischia di vivere un vero e proprio sciopero, anche se le modalità e le condizioni devono ancora essere definite.
La protesta riguarderebbe anche «le condizioni cui sono sottoposte le donne, le ragazze, gli uomini dell’outlet», facendo riferimento ad orari estremamente impegnativi, contratti modesti e rapporti di lavoro precari. Spiega Sergio Didier, il segretario generale Cisl Alessandria Asti: «È un ambiente dove il sindacato è ancora poco presente. È necessario far comprendere i diritti del lavoro e gli strumenti per farli rispettare. Pur riconoscendo la grande importanza dell’outlet per l’occupazione del territorio, deve essere garantita la serenità dei lavoratori nel vivere i propri diritti. Stiamo cercando di capire quali siano le possibilità di confronto con i datori di lavoro. Se non si dovesse realizzare un accordo sulle festività, l’ultima carta da giocare sarà quella dello sciopero». L’eco della vicenda è giunta a livello nazionale e ieri sera, all’incontro pubblico tra lavoratori e sindacati, era presente anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.