Il blocco nel porto di Odessa. Medicinali e viveri fermi a Gioia Tauro
Circa 600 container destinati all’Ucraina sono fermi nel terminal container del porto di Gioia Tauro. Erano destinati ai porti di Odessa e Chornomorsk, sul Mar Nero, chiusi per l’invasione russa. Si tratta di reefer, adatti a conservare carichi congelati e refrigerati, quindi derrate alimentari e farmaci. E sono solo i primi a restare bloccati. Gioia Tauro, prima della guerra, aveva un collegamento settimanale con l’Ucraina. Infatti nello scalo calabrese nella notte tra il 24 e il 25 febbraio era arrivata, proveniente dal porto turco di Asyaport, la nave Msc Shirley, che opera sulla rotta per Chornomorsk.
Doveva imbarcare i 600 contenitori ma non lo ha potuto fare dopo i bombardamenti delle città portuali ucraine e da allora i container restano impilati in banchina. Mct, società che gestisce il terminal container del porto, ha comunicato di non sapere quando la merce potrà essere imbarcata. Msc, primo operatore al mondo, e che gestisce le rotte marittime da e per l’Ucraina, ha comunicato di avere cessato non solo i servizi ma anche le prenotazioni, riferendo di «stare studiando come gestire al meglio i carichi in transito verso il Mar Nero. Comunicheremo direttamente ai clienti tutti i dettagli riguardanti ulteriori contingenze e cercheremo di trattare con cura i carichi».
La 'Msc Jessenia R', che navigava verso Odessa, è stata deviata e risulta ormeggiata nel porto rumeno di Costanza, dove è arrivata nel tardo pomeriggio del 24 febbraio proveniente da Asyaport. Msc aggiunge che sta attuando cambiamenti operativi per usare gli altri porti del Mar Nero e proprio Costanza potrebbe essere uno di questi. Agli operatori dell’importexport è arrivato un avviso con cui la Commissione Europea informa che per il momento è possibile ancora ricevere e mandare container nelle due repubbliche annesse dalla Russia, ma che a tale flusso essendo quel territorio uscito dall’influenza ucraina con cui l’Unione mantiene gli accordi commerciali - verranno applicati dazi non calmierati, per rendere economicamente svantaggioso commerciare. Intanto alcuni colossi del trasporto container come Msc, Maersk e Ocean Network Express hanno interrotto le prenotazioni da e per la Russia, esclusa la consegna di beni essenziali come cibo, attrezzature mediche e aiuti umanitari.