PARTITI A CONFRONTO. Manovra, le opinioni di Damiano (Pd) e Brunetta (Pdl)
DAMIANO (PD): «NON ALZIAMO IL LIMITE DI 40 ANNI. E SERVE EQUITÀ»«Questa manovra deve avere una chiara impronta di equità. Perciò sosteniamo debba prevedere anche una patrimoniale, per chiamare chi ha di più a dare un contributo maggiore. Nel contempo dico no all’innalzamento del requisito dei 40 anni di contributi per l’accesso alla pensione, perché si penalizzerebbero soggetti più deboli». L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano chiarisce quali siano alcuni paletti fondamentali per il Pd, ma riconosce che «tutti i partiti saranno chiamati a rinunciare a qualcosa per il bene del Paese».Il governo sembra intenzionato a fare presto. Senza una vera e propria concertazione. È un metodo che condividete?Sono stato sempre un sostenitore della concertazione, che ho anche praticato da ministro. So però che richiede molto tempo e ora probabilmente non ce ne è abbastanza. Questo non significa che il governo Monti non possa condurre un confronto serrato e cercare le opportune convergenze, tanto con le forze parlamentari, quanto con le parti sociali. Comunque, il governo come primo atto ha incontrato i sindacati, e li rivedrà ancora domenica. Spero che possa eventualmente modulare in maniera diversa gli interventi a seconda delle opinioni che raccoglierà, che ci sia la possibilità di un negoziato.Il Pd insiste per l’introduzione di una qualche forma di patrimoniale, il Pdl dice no e teme una pesante tassazione della prima casa.La patrimoniale che abbiamo in mente riguarda i grandi patrimoni immobiliari e le rendite, quelle milionarie. Anche l’eventuale reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, io la condivido nella versione già riformata dal governo Prodi, con l’esclusione quindi dei redditi bassi e medio-bassi. Ma dobbiamo andare in questa direzione per dare un’impronta di equità a una manovra che, altrimenti, diventerebbe difficilmente sostenibile.Accettereste anche l’anticipo dell’introduzione dell’Imu, varata dal governo Berlusconi?In questa situazione d’emergenza vale quanto diceva Mao: "Non è importante il colore del gatto, ma il fatto che acchiappi i topi". Conta che si colpiscano i grandi patrimoni e possibilmente si faccia pagare chi finora non l’ha fatto o l’ha fatto in maniera ridotta.Sulla previdenza, i sindacati hanno già alzato le barricate, voi siete disponibili a votare una nuova riforma?Sulla previdenza vorrei anzitutto che fossero contabilizzati i risparmi fin qui realizzati con le varie riforme. Nell’ultimo documento di programmazione finanziaria firmato da Giulio Tremonti, si legge che dal 2004 al 2011 sono state operate quattro riduzioni di spesa che produrranno dal 2015 al 2040 una diminuzione dell’1,4% annuo in relazione al Pil. Dunque, senza voler sbarrare il passo a nuovi interventi, occorre riconoscere che la previdenza ha già dato e molto. Penso anche che sulle pensioni non dobbiamo dire un "sì" o un "no" acritico e a prescindere, ma presentare le nostre idee e possibilmente indirizzare così le scelte del governo.E allora entriamo nel merito: su quali ipotesi siete d’accordo e su quali no?Non sono contrario all’estensione del contributivo pro-rata a tutti, è una misura di equità. Al contrario, ritengo sbagliato intervenire sulle pensioni di anzianità alzando ulteriormente il requisito dei 40 anni di contributi. Anzitutto perché ormai per andare in pensione ce ne vogliono già 41 e 1 mese dal 2012 se si è dipendenti, 41 e 7 mesi se autonomi, a causa delle finestre e dell’aggancio alle aspettative di vita. E poi soprattutto perché si colpirebbe una fascia di lavoratori che ha cominciato a lavorare prestissimo, con bassa scolarizzazione. Lavoratori manuali, spesso assai usurati e con problemi di salute. Perché dovrebbero lavorare per 45, 46 anni? Solo perché oggi hanno meno di 60 anni di età? Ma bisognerebbe anche tener conto del fatto che la loro aspettativa di vita è di 6 anni inferiore rispetto a quella di un professore universitario. Quanto invece all’accelerazione dell’incremento dell’età pensionabile delle donne se ne può discutere. A patto però che i risparmi ottenuti vadano effettivamente a finanziare i servizi, una migliore conciliazione lavoro-famiglia o si preveda uno "sconto" previdenziale in base ai figli.C’è anche l’ipotesi di bloccare gli adeguamenti degli assegni all’inflazione...Quando lo fece il governo Prodi fu limitato alle pensioni 8 volte superiori al minimo. Oggi non si possono colpire le rendite medio-basse, sarebbe semplicemente ingiusto. Occorre poi dare altri segni di equità a questa manovra: prevedendo misure per la crescita, di politica industriale, che difendano l’occupazione.Ma fin dove siete disposti ad arrivare? Cosa potrebbe spingervi a non votare e a far cadere il governo Monti?Non possiamo ragionare in astratto. Dobbiamo vedere le carte ed esaminare i singoli provvedimenti e soprattutto il quadro d’insieme, l’equità complessiva della manovra. Do per scontato che ogni partito sarà scontento per l’uno o l’altro aspetto e dovrà rinunciare a qualcosa. Ma penso anche che Monti dovrà trovare un equilibrio sapiente perché la manovra regga all’esame del Parlamento.E se a rompere fosse il sindacato? Non temete il cortocircuito di un Pd che sostiene il governo mentre in piazza sfilano i lavoratori in sciopero generale?Finora i sindacati sono uniti e convergono sulla stessa piattaforma. Vedremo... In ogni caso il Pd è autonomo dai sindacati, anche se non indifferente alle loro istanze e a rappresentare gli interessi dei lavoratori.BRUNETTA (PDL): «MA NIENTE ICI NE' PATRIMONIALE. O NON VOTIAMO»«Il sentiero è già tracciato ed è piuttosto stretto: se la manovra del governo Monti resterà dentro quel cammino, noi la voteremo volentieri. Se invece se ne discostasse, non avrà il nostro appoggio. E questo eventuale fallimento non sarebbe una responsabilità politica nostra, ma dell’esecutivo tecnico». L’ex ministro della Pubblica amministrazione e dell’Innovazione Renato Brunetta non vuole partecipare al gioco delle indiscrezioni su questa o quella misura. Ma lascia intendere con chiarezza che lo "spread" – chiamiamolo così – tra quanto deciso, in parte già realizzato, dal governo Berlusconi e ciò che dovrà mettere in campo l’esecutivo Monti deve essere ridottissimo. Niente «sbandate ideologiche», ma rigore «coniugato a equità e sviluppo».Qual è questo sentiero? E il governo Monti finora si è mosso nella direzione giusta?La rotta è stata tracciata con la lettera del nostro governo alla Commissione europea del 26 ottobre. Nella quale anzitutto si confermava l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e si elencavano una serie di misure – dalle privatizzazioni alle modernizzazioni – per conseguire quel risultato. Misure giudicate positivamente dalla Ue e validate poi dagli ispettori come confermato dal rapporto del commissario Rehn. Quello è il sentiero. E nelle sue dichiarazioni programmatiche Monti ha ribadito questi impegni. Cosa è accaduto dopo il 26 ottobre? Sostanzialmente che il peggioramento della congiuntura e l’incremento dello spread sui titoli di Stato, con conseguente incremento della spesa per interessi, hanno reso necessaria un’ulteriore correzione di circa 1 punto di Pil, 17-18 miliardi circa, metà nel 2012 e metà nel 2013 proprio per arrivare al pareggio di bilancio stabilito. Questo al netto dei 20 miliardi già previsti con la delega fiscale e assistenziale. Dunque l’impegno sostanziale e politico al quale deve sottostare Monti è implementare i contenuti della lettera alla Ue, coniugandoli con misure per la crescita economica.Siete d’accordo con i tempi ristretti programmati, lo scarso spazio lasciato alla concertazione?Questo è un esecutivo tecnico di tregua e transizione che serve per mettere i conti a posto. Meno tempo perde nelle trattative, nella concertazione, e meglio è. Deve informare rapidamente le parti sociali e soprattutto i partiti che responsabilmente hanno consentito la nascita del governo.Sulla previdenza circolano le prime ipotesi di riforma: innalzamento dell’età pensionabile per le donne...La fermo subito: finché non vedo un provvedimento non do alcun giudizio nel merito. Mi limito a osservare che il Popolo della Libertà da luglio aveva manifestato l’intenzione di completare la riforma della previdenza già realizzata dai governi Berlusconi per il 95% (e invece parzialmente sospesa da Prodi). Dopo aver già innalzato l’età pensionabile con l’aggancio all’aspettativa di vita, mancavano due aspetti. Il primo è la perequazione a 65 anni dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne del settore privato (in quello pubblico l’avevo già fatto io) in un tempo più ridotto rispetto alla scadenza prevista per il 2026. Il secondo, l’eliminazione sostanziale delle pensioni di anzianità anticipando l’introduzione del limite di quota 100 (somma tra età anagrafica e contributiva) entro il 2015.E dunque immagino sareste d’accordo se la riforma prevedesse questo. Ma si parla anche di contributivo per tutti e blocco degli adeguamenti all’inflazione...Su quest’ultima ipotesi sono personalmente contrario. La trova una misura iniqua e dagli effetti depressivi. Il passaggio al contributivo sarebbe invece un elegante completamento delle riforme. Un’implementazione che complessivamente potrebbe portare a 3-5 miliardi di risparmi, fino a 6 miliardi, al 2015, se si intervenisse anche con alcune restrizioni sui criteri, oggi assai generosi, relativi agli assegni di reversibilità. Diventeremmo così il Paese con il sistema di gran lunga più avanzato e sostenibile d’Europa.Altro caposaldo della manovra dovrebbe essere la tassazione della casa. Con l’anticipo dell’introduzione dell’Imu da voi approvata o con un ritorno all’Ici secondo diverse modalità.Saremmo d’accordo ovviamente sull’introduzione anticipata dell’Imu, vista la situazione d’emergenza. Secondo i criteri e le modalità che avevamo fissato, però, senza stravolgimenti. Se invece si ipotizza un ritorno sic et simpliciter dell’Ici sulla prima casa, allora il nostro è un "no" netto.Siete contrari a una patrimoniale, che ritenete sbagliata e depressiva. Ma non sarebbe una maniera equa perché chi è più ricco partecipi ai sacrifici?Sulla patrimoniale c’è molta ipocrisia e altrettanta ideologia. Si dice "facciamo pagare la manovra ai super-ricchi". Ma in Italia non ci sono. O meglio non risultano al fisco, se non quei 5-10mila che già pagano. Non è con un decreto legge e una manovra per fare cassa in fretta che si possono scovare gli evasori e tassarli. La patrimoniale, in realtà, vorrebbe dire tassare ulteriormente la prima casa d’abitazione, con un’iniqua redistribuzione del reddito e con un impatto depressivo sull’economia del Paese.Ma siete disposti per questo anche ad assumervi la responsabilità di bocciare la manovra e far cadere il governo?Lunedì vedremo le carte e si "parrà la nobilitate" di Monti, se cioè sarà davvero capace di risanare i conti e stimolare la crescita. Allora daremo un giudizio compiuto. Ripeto: se resterà sul sentiero tracciato dall’agenda Europa, votiamo volentieri la manovra. Altrimenti, no.