Economia

LO SCONTRO. Enti locali, appello a Schifani: «No alla fiducia» Ministeri, è allarme carceri per i tagli alla Giustizia

Angelo Picariello sabato 3 settembre 2011
Il fronte degli enti locali non molla. Anzi, si apre lunedì una settimana di fuoco. Una protesta che vede, peraltro, fra i principali protagonisti esponenti di primo piano della maggioranza, dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni, al presidente dell’Anci Osvaldo Napoli, cui si aggiunge ora il presidente della Provincia di Milano, l’eurodeputato del Pdl Guido Podestà, che si scaglia contro l’abolizione, peraltro solo ipotizzata, delle Province: «Serve un’operazione verità sui reali costi e benefici, perché eliminarle non diminuisce, anzi aumenta la spesa pubblica».Un "antipasto" della mobilitazione lo offre già oggi pomeriggio il "Flash mob" organizzato a Varese dal sindaco, e presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana, in collaborazione con la locale sezione della Lega. Una protesta che è la spia della crescente insofferenza della base lumbard, di fronte a una leadership bossiana sempre più traballante, come dimostra il sì poi rimangiato all’accordo di Arcore, sulle pensioni. E anche l’asse che Roberto Calderoli mantiene con Giulio Tremonti viene visto più come una minaccia che come una garanzia per le ragioni insoddisfatte della Lega.«Dalla Robin tax arrivano solo altri 600 milioni da dividere fra tutti gli enti locali, un po’ pochini - lamenta Fontana -. In questi anni i Comuni hanno tagliato il loro deficit di 3 miliardi, mentre lo Stato ne ha creato altri 40», fa i conti Fontana, fra gli uomini più vicini a Roberto Maroni. Il ministro dell’Interno, che si fa interprete di questa protesta nel governo, ha incontrato ieri Gianni Alemanno: «Mi ha promesso che farà tutti gli sforzi possibili», fa sapere il sindaco di Roma.Ma intanto cresce anche l’insofferenza nei ministeri per i tagli ulteriori che lascia intravedere questa mini-virata a vantaggio degli enti locali. Se ne fa interprete Gaetano Quagliariello: «Forse i ministeri avrebbero qualche ragione in più per protestare. Gli enti locali - sostiene - hanno ottenuto miglioramenti, con la Robin tax ma anche con la partecipazione ai proventi dell’evasione», entrate però che gli enti locali considerano solo virtuali o comunque sovra-stimate. Trapela la preoccupazione, di più, l’irritazione, del neo-ministro Nitto Palma per i tagli che dovrebbero colpire anche la Giustizia, con la situazione delle carceri allo stremo - sulla quale si batte anche il presidente Napolitano - che rischia il collasso. Le altre situazioni al limite sono soprattutto quelle della Difesa, con Ignazio La Russa in trincea e del Viminale. Il che - sulla sicurezza - apre un nuovo fronte di dissidio strisciante fra Maroni e Tremonti, oltre alla partita degli enti locali che lo stesso ministro dell’Interno ha fatto sua.È una manovra che cambia ogni due giorni», protesta il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «Questo governo non trova il bandolo della matassa e disorienta i cittadini,», sbotta la governatrice del Lazio Renata Polverini con toni non diversi da quelli usati dai leader dell’opposizione. «In queste condizioni si rischia uno scontro istituzionale che non abbiamo aperto noi - avverte Roberto Formigoni -. Io non posso recedere da questa battaglia, il Pdl scenda in campo», rincara la dose il presidente della Lombardia.Lunedì, in questo clima surriscaldato, la nuova settimana di mobilitazione si apre a Roma con una manifestazione congiunta di Anci (Comuni), Upi (Province) e Regioni, per fare pressione su tutte le forze politiche del Senato, approfittando anche delle crepe che questa situazione apre nella maggioranza. Nella quale - non a caso - un fronte ampio chiede che non venga apposta la fiducia. Per il fronte compatto degli enti locali in programma anche, lunedì mattina, un incontro con i capigruppo e poi con il presidente del Senato Renato Schifani, proprio per chiedere maggiori margini di manovra per correttivi.Un segnale di un certo rilievo arriva intanto sulle auto blu, con la Corte dei Conti che certifica in 900 milioni il taglio alle auto blu deciso per decreto dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta: 240 nella Pubblica amministrazione centrale e 660 nelle amministrazioni locali. «Bel segnale», si compiace il ministro della Gioventù Giorgia Meloni.