Economia

Normativa. Statali, Madia: assenteisti da licenziare

Maurizio Carucci mercoledì 4 novembre 2015
«Il dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va deve essere licenziato». Lo ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, a un convegno organizzato da Rete Imprese Italia sulla semplificazione della Pa, con un chiaro riferimento alle recenti cronache che hanno coinvolto decine di dipendenti del Comune di Sanremo. Le dichiarazioni del ministro hanno rinfocolato le polemiche. Tra i primi a rispondere Renato Brunetta: «Forse la brava ministra, in questo primo anno e mezzo a Palazzo Vidoni, non si è accorta che la legge per mandare a casa e licenziare definitivamente i dipendenti pubblici che non lavorano esiste già: è il decreto legislativo 150 del 27 ottobre 2009, che attua la cosiddetta legge Brunetta». Mentre il sindaco di Verona e segretario di Fare!, Flavio Tosi, chiede al governo di parificare «il pubblico impiego al privato» ed eliminare «la burocrazia, vero e proprio cancro del Paese». Oltre «ad aver coraggio e cacciare chi, credendosi più furbo degli altri, ruba i soldi degli italiani e danneggia l’immagine di moltissimi colleghi che si impegnano quotidianamente a servizio della collettività». «Noi imprenditori gli assenteisti, potendo, li avremmo già licenziati molti anni fa», risponde da Milano il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Ci meraviglia – commenta il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi – che il ministro non conosca le norme vigenti in base alle quali il dipendente pubblico che faccia assenze ingiustificate è già licenziabile. È giusto che sia così e che le norme vadano applicate e rispettate. Viceversa, anziché perdere tempo con simili dichiarazioni, il ministro Madia si occupi di trovare i soldi per rinnovare i contratti del pubblico impiego vergognosamente bloccati da sei anni. Vorremmo anche che non prendesse in giro i dipendenti pubblici presentando cifre irrisorie come i 300 milioni di euro per una platea di 3,2 milioni di lavoratori previsti nella legge di Stabilità». Il vicepresidente Anci con delega alle politiche del personale, Umberto di Primio, sindaco di Chieti, invece, condivide le parole del ministro: «Ci troviamo di fronte a reati che devono essere perseguiti con la massima determinazione». Per il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, «le imprese non possono più sopportare costi burocratici per 30 miliardi di euro l’anno e la perdita di 34 giornate annue per adempimenti fiscali». E chiede al governo un «impegno straordinario per la riforma dell’amministrazione pubblica, col pieno coinvolgimento delle imprese, che devono essere liberate dalle inefficienze della burocrazia». Tuttavia il ministro ha sostenuto che «un luogo comune di cui ci dobbiamo liberare è che tutti i dipendenti pubblici siano fannulloni », così come c’è quello degli «imprenditori evasori». Il ministro, rivolgendosi alla platea di commercianti e artigiani di Rete Imprese Italia, li ha esortati ad avere «una visione d’insieme ». «Obiettivo comune – ha concluso Madia – è superare luoghi comuni e contrapposizioni perché non hanno aiutato il nostro Paese e hanno contribuito a creare steccati ideologici e diffidenze reciproche». E ha annunciato che «il 21 novembre a Torino presenteremo tutte le innovazioni della Pa che passa per il digitale». Gli ultimi dati del ministero della Pa registrano meno di 100 licenziamenti l’anno per ragioni riconducibili all’assenteismo, su un totale di procedimenti disciplinari che sfiora quota 7mila. D’altra parte stanare il lavoratore disonesto è più difficile se non si tratta di un comportamento isolato, ma di atteggiamenti abituali a un gruppo organizzato di dipendenti. Le vicende del Comune di Sanremo ne sono un esempio. Nella Città dei Fiori, a fine ottobre, l’operazione della Guardia di Finanza denominata "Stachanov" ha portato allo scoperto un sistema collaudato, che era in piedi da anni. I colleghi si coprivano, anzi si aiutavano, a vicenda, con uno che provvedeva alla timbratura del cartellino marcatempo anche per quattro di loro. Per 35 sono scattati gli arresti domiciliari, ma le indagini toccano in tutto 196 dipendenti. C’è anche il caso del Comune di Orta di Atella (Caserta), dove quest’estate 85 lavoratori su un totale di 130 sono stati accusati di assenteismo, o meglio truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni. E ancora a giugno sono partite cinque denunce per altrettanti dipendenti in Piemonte. Di qualche mese fa è la notizia dell’arresto di quattro impiegati del Comune di Foggia.