Tecnologia. Lush abbandona i social: "Impediscono alle persone di rilassarsi"
Un degli oltre 900 negozi del gruppo Lush
Il gruppo britannico Lush Cosmetics da venerdì 26 novembre abbandonerà alcuni dei principali social network a causa degli effetti negativi che hanno sulle persone. «Così come le prove sul cambiamento climatico sono state ignorate e sminuite per decenni, oggi vengono ampiamente ignorate le preoccupazioni sui gravi effetti dei social media. Lush sta prendendo in mano la situazione e affronta i problemi ora, senza aspettare che gli altri credano nel problema prima di cambiare il proprio comportamento» ha scritto l’azienda in un comunicato.
Lush, fondata nel 1995 dal tricologo Mark Constantine, ha oltre 900 negozi nel mondo ed è famosa per il suo approccio sostenibile alla cosmetica: il 95% dei suoi prodotti derivano da materie prime vegane, non fa test sugli animali, utilizza solo plastica riciclata e ha sviluppato confezioni a impatto zero, non ha società nei paradisi fiscali ed è stata tra i primi a entrare nel Living Wage Program britannico che assicura ai dipendenti un reddito superiore a quello minimo fissato per legge.
L’abbandono dei social network si inserisce in questo approccio etico. «Come inventore delle bombe da bagno, dedico tutti i miei sforzi alla creazione di prodotti che aiutino le persone a staccare la spina, rilassarsi e prestare attenzione al proprio benessere – ha spiegato il manager Jack Constantine –. Le piattaforme di social media sono diventate l'antitesi di questo obiettivo, con algoritmi progettati per impedire alle persone di smettere di fare "scrolling", staccare e rilassarsi».
Le persone e il loro tempo sono la vera moneta di questi social network e noi non vogliamo che i nostri contenuti siano usati da oscuri algoritmi progettati per tenere le persone prigioniere su un canale
Lush chiuderà i suoi account su Facebook, Instagram e TikTok, tutti profili dove ha un seguito di diversi milioni di persone. Già nel 2019 aveva interrotto le pubblicazioni social della sua divisione inglese, per poi riavviarla nel 2020 dal momento che la pandemia le aveva tolto la possibilità del confronto diretto con i clienti nei negozi fisici. Lo scandalo dei Facebook Files l’ha convinta a chiudere tutto: «Non basta che le aziende smettano di fare inserzioni; le persone e il loro tempo sono la vera moneta di questi social network e noi non vogliamo che i nostri contenuti siano usati da oscuri algoritmi progettati per tenere le persone prigioniere su un canale».
La chiusura durerà finché le piattaforme non provvederanno a offrire agli utenti «un ambiente più sicuro». Resteranno invece attivi, per ora, gli account di Lush su Twitter e Youtube, perché in questi social «non è necessario fare clic su Mi piace, Iscriviti o Ricevi notifiche, le persone possono semplicemente fare un salto per controllarci quando vogliono».