Banca Mondiale. L'Unione europea non è più «macchina di convergenza»
La sede della Banca Mondiale a Washington
L’avanzata tecnologica e del digitale aumenta il divario tra Nord e Sud Europa, tra lavoratori a bassa qualifica e quelli meglio formati, tra imprese innovative e imprese troppo piccole e «tradizionali». È un chiaro monito per l’Ue del XXI secolo quello che lancia la Banca Mondiale, in uno studio presentato ieri a Bruxelles. L’Ue, è la tesi, è stata una «macchina della convergenza», che ha permesso di ridurre i divari tra Paesi più ricchi e più poveri. Il mondo però sta cambiando, la rivoluzione tecnologica per alcuni è un’opportunità, per altri un grosso rischio restare indietro.
«La società europea soffrendo un malessere come mai si era visto nella storia recente – scrive la direttrice della Banca Mondiale, l’ex commissario europeo Kristalina Georgieva – l’insicurezza del reddito tormenta le famiglie anche se la disoccupazione è ai record minimi». Il rapporto mette al centro la rivoluzione digitale e l’automatizzazione. Che non vanno visti come distruttori di posti di lavoro: l’impatto, dice il rapporto, è sul «cambiamento della natura delle mansioni dei lavoratori»: meno routine e lavori manuali, più mansioni di natura cognitiva, che richiedono creatività e adattabilità. I lavoratori che restano a bassa qualifica sono i più a rischio. Anche le imprese devono adattarsi, investendo e innovando. Per quelle che restano indietro, «produrre crescita è un obiettivo quasi irraggiungibile, l’unica strategia per sopravvivere è restare piccole».
Ecco la spaccatura. Il Nord Europa e la Germania, l’Austria, sono tra i «top performer», perché, si legge, la «vasta maggioranza dei giovani, incluso quelli svantaggiati, raggiunge una competenza di lettura di base adeguata secondo gli studi Pisa e le imprese godono di considerevole libertà economica» nonché di «un ambiente che sostiene l’innovazione», e curano la formazione dei dipendenti. Il Sud soffre invece di «una quota elevata di studenti sotto le competenze di lettura di base», oltre a «regolamentazioni onerose, basso sostegno all’innovazione, che genera troppo poche aziende di spicco e troppe in ritardo». La Banca Mondiale raccomanda un «aggiornamento della macchina di convergenza» con obiettivi precisi. I Paesi più indietro dovranno accelerare sulla riduzione di oneri normativi, aumentare gli incentivi all’innovazione, migliorare l’istruzione, fornire formazione continua per rendere i lavoratori più qualificati e flessibili. Servono però anche più misure di sostegno sociale, con un adattamento della previdenza alla precarietà sempre più diffusa – è la «flexicurity» di matrice scandinava.