Economia

Trasporti. Lufthansa-Ita Airways: via libera e qualche rinuncia

Giancarlo Salemi mercoledì 3 luglio 2024

È stato un “percorso lungo, travagliato, difficile” per dirla con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ma dopo quasi un anno è arrivato il disco verde alle nozze tra la nostra compagnia Ita Airways e Lufthansa. Il matrimonio tra i due vettori prevede, in questa prima fase, l’ingresso del colosso tedesco in quello italiano attraverso un aumento di capitale da 325 milioni di euro in cambio del 41% del vettore tricolore, poi i tedeschi potranno salire fino al 90% della società, per arrivare ad un controllo totale entro il 2033, per un investimento complessivo di 829 milioni di euro. «Agli italiani possiamo dire che dopo quarant’anni – ha detto in un’affollata conferenza stampa il titolare di via Venti Settembre – abbiamo dato una risposta definitiva a quello che era un tema che ha occupato grande parte del dibattito politico-economico del Paese. Soprattutto, possiamo dire agli italiani che non ci metteremo più un euro delle loro tasse».

Le condizioni per il via libera

Già perché gli ultimi anni, quando era ancora in vita Alitalia, sono stati vissuti al cardiopalma tra crisi, cordate, capitani coraggiosi, salvataggi, prestiti ponte e multe comunitarie. E anche il via libera definitivo da parte della Commissione europea non è indolore e prevede condizioni a tutela della concorrenza nello scalo di Milano-Linate, sulle rotte di corto raggio tra l'Italia e l'Europa centrale, e sui lunghi collegamenti tra Fiumicino e il Nord America con l’apertura alle compagnie rivali. In particolare, verranno ceduti 15-17 coppie di slot (diritti di decollo e atterraggio) all’aeroporto di Milano Linate, ossia circa 30-34 voli al giorno, e in più si dovrà perfezionare l’accordo con un’altra compagnia – circola il nome di easyJet - che farà concorrenza per almeno tre anni sulle rotte intra-europee dove Ita e Lufthansa sarebbero monopoliste.

Anche sui viaggi a lungo raggio da Fiumicino al Nord America (Chicago, Washington, San Francisco e Toronto) il patto prevede l'ingresso di una concorrente capace di offrire voli diretti o, in alternativa, di due di vettori già presenti – come le rivali Air France, Iberia, British Airlines, Klm o Tap – che potranno operare collegamenti con uno scalo nei loro hub europei, garantendo però prezzi competitivi e che il viaggio non abbia una durata totale superiore alle 3 ore rispetto alle traversate dirette.

Tutto questo lo si dovrà fare entro i prossimi quattro mesi, solo allora potrà essere siglato il closing, definito il nuovo statuto societario e nominato il nuovo cda, la cui governance prevede che i tedeschi avranno il controllo operativo con l’amministratore delegato, mentre al Mef andrà la figura del presidente. «Il percorso finale di questo accordo sarà degli azionisti di maggioranza. Lo Stato non deve intromettersi nella gestione dell'impresa» ha assicurato Giorgetti.

I conti di Ita Airways

Ma chi è il vero vincitore della partita? Antonio Turicchi, presidente di Ita, ha ricordato che si sono “vestiti bene” per il matrimonio: la compagnia ha in cassa 400 milioni di euro, occupa 4600 dipendenti destinati a salire entro fino anno a 5mila (pescando dal bacino dei 1300 che sono in cassa integrazione Alitalia). Per lui ha «prevalso la logica sugli ostacoli, è un successo per l’Italia, la Germania e i nostri passeggeri». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr: «È vero, è stato un lungo viaggio, ma sono molto felice che questo giorno sia finalmente arrivato. Oggi vincono in tanti: Ita Airways perché farà parte di una famiglia come Lufthansa, i passeggeri italiani perché ci saranno collegamenti migliori e più concorrenza, l'economia italiana perché collegheremo meglio l’Italia ai mercati nel mondo».

Il punto forte, quello davvero innovativo, potrà essere la spinta green alla flotta. Con i combustibili verdi, a zero impatto ambientale, che faranno volare gli aerei del gruppo. Un cambiamento che è già iniziato con l'ingresso di Lufthansa in Synhelion, azienda svizzera che trasforma l'energia solare in carburante, riciclando l’anidride carbonica e combinandola con le radiazioni solari. Una produzione pulita che è già utilizzata, in via sperimentale, sui velivoli di Swiss, controllata dal colosso tedesco e in futuro potrà essere usata anche da Ita. Tutto bene, quindi? Resta il rammarico che questo colosso dei cieli non avrà più la bandiera italiana, ma questa ha rimarcato più volte il ministro Giorgetti era l’unica operazione industriale possibile: «Rimarrà italiano il cuore perché è interesse anche di Lufthansa sviluppare il mercato italiano, quello del turismo ma anche dell'economia italiana. È una operazione win-win».