Longo (Audi). "Nessun ripensamento: dall'elettrico non si torna indietro"
Fabrizio Longo, direttore generale di Audi Italia
“Nessun ripensamento sull’elettrico, e nessuna frenata nemmeno sul piano degli investimenti, ma un adeguamento di strategia su quanto sta accadendo. Perché il prolungamento temporale dell’uscita dalle motorizzazioni endotermiche è inevitabile…”. E’ questo il pensiero di Fabrizio Longo, direttore generale di Audi Italia, espresso in un incontro con la stampa durante la presentazione della nuova Q7.
La linea adottata dal marchio tedesco, da sempre molto sbilanciato verso l’adozione dell’alimentazione 100% a batteria sulle proprie vetture, con ingenti investimenti a riguardo, è chiara: indietro non si torna. “Sull’elettrico, malgrado il rallentamento del mercato, la questione continua ad essere “quando” e non “se” – ribadisce Longo -. Audi non invertirà la rotta, ma si sta adeguando a un mercato lento, che ha assorbito questa tecnologia in tempi più lunghi rispetto a quelli ipotizzati. Ma l’industria, a differenza della politica, pianifica nell’ottica di 10-15 anni. E una marcia indietro non può e non deve permettersela. Una direzione va presa, tentennare di continuo non è ammissibile”.
Flessibilità e capacità di adattamento agli eventi, ad iniziare da quanto farà l’Europa dopo queste elezioni, nel caso (probabile) in cui deciderà di dilazionare i tempi dall’uscita dai motori termici, è la rotta scelta. "Il phase-out non potrà non tenere conto di sensibilità, intelligenza e lettura puntuale di quello che è e sarà il segnale del mercato – continua Longo -. Del resto, Audi ha pienamente compreso che i tempi dell’elettrico saranno decisamente più lunghi. Dunque, non si tratta di un arretramento o di una sorta di abiura, ma della presa d’atto della necessità di valutare cosa accade regione per regione, mercato per mercato. E, soprattutto in Europa, di entrare in un periodo di parallelismo e di affiancamento tra motori elettrici ed endotermici”.
Auto elettriche che pochi vogliono ma incentivi che vengono esaurito in un amen; l’auto più venduta al mondo su tutti i principali mercati è elettrica ma c’è ancora una forte richiesta di motori endotermici. Stiamo vivendo una fase di forti paradossi… “E' esattamente così. Oggi siamo obbligati a tenere in piedi due tecnologie, e assisteremo l’elettrico con il termico: è una scelta impegnativa e bisognerà vedere quanti costruttori saranno in grado di farlo. Specie mentre sul mercato irrompono i nuovi prodotti cinesi. Pertanto, in attesa della piattaforma PPE, è necessario riavvolgere il nastro ed essere capaci di trovare sinergie e riduzioni di costo internamente, per affrontare il futuro e alcuni aspetti critici, per esempio quello delle materie prime presidiate dalla Cina”.
Quello cinese è un argomento focale per l’industria dell’auto, quello dove tutti i costruttori giocano la partita più importante. Longo sottolinea a riguardo che la politica dei dazi che gli Stati Uniti hanno deciso di abbracciare, e che alcuni Paesi d’Europa stanno caldeggiando, non porta da nessuna parte. “Non è una soluzione – spiega il responsabile di Audi Italia – perché ci espone a ritorsioni pesanti. Avvicinare e cooperare: queste sono le risposte corrette, per realizzare sinergie convenienti e ridurre i costi. La Cina ci preoccupa e ci occupa. Anche se per chi costruisce auto “premium” come noi, il discorso è diverso perché almeno sul piano della tecnologia abbiamo raggiunto un livello paritario con il loro”.
Audi in questo senso ha stretto un importante accordo con il Gruppo Saic. Spiega Longo: "Oggi devi sapere produrre ciò che viene assorbito da uno specifico mercato e non è detto che sia quello che stavi facendo fino a uno o due anni fa. Quindi, piuttosto che sconvolgere tutto un apparato produttivo e industriale già posizionato, è meglio trattare con intelligenza il tema delle collaborazioni. Le sinergie ci possono veramente far fare il salto di qualità. Noi siamo sempre alla ricerca di cooperazioni intelligenti”.
Dunque, l'elettrico non è in discussione. Ma le politiche europee sì: "Tempo fa abbiamo probabilmente commesso tutti un errore, quello di aver dato una base ideologica a un ragionamento che avrebbe dovuto essere esclusivamente tecnologico", continua Longo. “Ritengo che sia stato fatto un errore di posizionamento politico e, in generale, narrativo, perché abbiamo posto un tema che era di mercato su un piano completamente diverso. Noi non ci possiamo permettere di svegliarci al mattino, sentire il vento e capire dove girare le vele. Questo tentennare continuo della politica è incompatibile con la gestione di un sistema industriale complesso come quello automobilistico".
Il mercato dell’elettrico comunque non decolla, e in Italia continua restare un fenomeno di nicchia. “In realtà le aziende stanno rispondendo meglio dei privati. Alle flotte l’elettrico piace molto e per Audi Italia è una buona notizia visto che vende alla clientela business il 65% delle sue vetture (contro il 40% della media nazionale) e che comunque continua a far segnare piccoli ma costanti miglioramenti nelle immatricolazioni 100% a batteria. Resto convinto che, se spiegato bene, l’elettrico può vendere parecchio. Specie attraverso il noleggio a lungo termine che è il suo “braccio armato” sul mercato. E anche qui siamo posizionati bene, con questa formula che assorbe il 42% delle sue auto”.
Interessante è anche la lettura dei bonus statali approvati con forte ritardo dal governo e di quanto è accaduto con i fondi destinati alle elettriche “bruciati” nel giro di un solo giorno: "Il successo era prevedibile perché abbiamo visto un mercato elettrico sostanzialmente bloccato da gennaio”, spiega Longo, criticando l'esiguità delle risorse, le modalità da "click day" e l’assenza di una pianificazione seria. “E’ stato un processo gestito in maniera poco professionale e confusionario. E la conferma che al posto degli incentivi, sarebbero necessarie misure più strutturali, a partire da una revisione della fiscalità distribuita su più anni e ovviamente una maggior spinta sulle infrastrutture.
Riguardo a Tesla invece che sta dominando il mercato delle elettriche con i suoi modelli, Audi non ha intenzione di adeguarsi abbassando i prezzi: "Ognuno giochi la partita che vuole. Noi operazioni di riposizionamento violente non ne abbiamo fatte e non ne faremo", conclude Longo. "Le trovo pericolose sotto diversi punti di vista: tecnico, commerciale e anche etico e professionale perché non è corretto che un cliente che ha comprato una vettura venti giorni prima venga poi spiazzato da politiche umorali. Noi preferiamo la tutela del valore residuo delle nostre auto, dove siamo quasi imbattibili, e la protezione del cliente".