Ecologismo e polemiche. Londra da oggi è la ZTL più grande del mondo
Londra diventa oggi la più grande zona a traffico limitato del mondo. È scattato a mezzanotte il piano che estende a tutta l’area metropolitana, quasi 1600 chilometri quadrati di superficie entro il raccordo, il divieto di circolazione dei veicoli più inquinanti. Il transito nella cosiddetta Ulez (ultra low emission zone) è consentito solo ai veicoli Euro4 se a benzina o Euro6 se a Diesel. Chi non possiede una vettura in linea con questi standard può utilizzarla previo pagamento di un pedaggio da 12,50 sterline (14,56 euro) al giorno.
La svolta è firmata dal primo cittadino della capitale, il laburista Sadiq Khan, che con la sua stretta ecologista si è tuttavia inimicato metà della popolazione. L’iniziativa non piace perché costringe le famiglie e le piccole imprese che non possono permettersi un’auto o un furgone nuovo a spese che aggravano la crisi del carovita. Khan ha aumentato gli incentivi alla rottamazione portandoli fino a 11.900 sterline e offerto contributi per gli abbonamenti ai parcheggi ai confini dell’Ulez. È convinto di “essere dalla parte giusta della storia” ma deve fare i conti con le proteste. Sabato è stato il giorno del “Beep for Freedom”: centinaia di automobilisti si sono ritrovati alla stazione di Tooting, a sud del Tamigi, per rivendicare a suon di clacson la libertà di circolazione per tutti. Altre dimostrazioni sono attese in giornata. L’ostilità è particolarmente dura tra gli elettori di destra. Sette municipi a trazione Tory hanno invano contestato in tribunale la stretta. Le elezioni suppletive di Uxbridge, il mese scorso, sono state vinte per una manciata di voti proprio dai conservatori che promettevano battaglia alla Ulez. Il premier Rishi Sunak avrebbe voluto dichiarare il piano “incompatibile” con le politiche nazionali. Ma è stato scoraggiato dalla prospettiva di un ricorso che rischiava di perdere. La mossa di Khan è criticata anche dagli stessi laburisti secondo cui, semplicemente, questo non è il momento di mettere mano nelle tasche dei cittadini. Secondo le statistiche sono circa 4mila i londinesi morti prematuramente negli ultimi tre anni per cause legate all’inquinamento dell’aria.