Persone e mercati. Linkedin, biglietti da visita e spie
Il logo di LInkedIn, il più usato portale per la ricerca di lavoro
La digitalizzazione ha cancellato i biglietti da visita, quei piccoli cartoncini che hanno dominato la scena dei congressi e dei meeting, alcuni artigianali e semplici, altri elaborati e pieni di fronzoli,come per voler segnalare una presunta serietà o solidità della persona e della organizzazione. “Piacere, ecco il mio biglietto da visita” una frase che con la digitalizzazione è andata svanendo ed è scomparsa totalmente, assieme alle strette di mano, con la pandemia e il lockdown, che ha spazzato via anche la maggior parte degli incontri fisici.
Perché ci incontravamo e scambiavamo biglietti da visita? Per inviare segnali agli altri e per raccogliere informazioni dagli altri, con l’obiettivo di acquisire o migliorare una posizione di lavoro o la nostra reputazione: erano comunque segnali autoreferenziali, come tutti quelli che partono da un soggetto interessato. Scrivere consulente finanziario o strategic advisor su un biglietto da visita dorato non significa automaticamente competenza e serietà. E un eccesso di segnali, tipico di chi distribuiva maniacalmente biglietti da visita a chiunque, segnala, anziché competenza, urgenza di trovare occasioni favorevoli e, forse, il fatto di aver perso quello che già si aveva e di essere disperatamente in cerca di alternative.
Con il digitale lo spazio per le reti virtuali si è allargato. Esiste un Facebook professionale fatto per scambiarsi contatti con finalità lavorative, è LinkedIn. Lanciato nel 2003 ha oggi quasi 700m utenti e 16000 dipendenti . Nel 2006 Microsoft lo compra per 27 miliardi di dollari con un premio del 50% e un prezzo 80 volte l’ebitda (un indicatore di profittabilità). Più di 5 miliardi di dollari di entrate gli vengono da prodotti premium, la base è free. Nel 2018 ha perso 1 miliardo di dollari. Talent Solution è la divisione premium che aiuta i cacciatori di teste nel selezionare i candidati, una attività fortemente colpita dal lockdown. Incorporata in Office di Microsoft, Linkedin può dare volano anche se ha appena annunciato 960 licenziamenti giustificandoli con la caduta delle entrare dei servizi premium dovuta alla pandemia.
Grazie alla sua natura digitale Likedin può produrre reputazione digitale con gli endorsement (giudizi positivi dati su una persona da altri) ,come fa Tripadvisor per ristoranti e hotel, vendere dati agli inserzionisti per mirare gli annunci e aiutare i cacciatori di teste.
Linkedin ha però due problemi. Uno è lo stesso dei biglietti da visita e dei CV cartacei: il suo scopo principale, ricercare lavoro, giustifica un vecchio adagio secondo cui chi aggiorna il proprio curriculum segnala in realtà che il lavoro lo ha perso, non esattamente un buon modo per iniziare una ricerca. Inoltre le informazioni nei profili cv sono comunque soggette al pregiudizio della diffidenza (la diffidenza verso le virtù autoproclamate) come sa chiunque abbia visto decine di CV e abbia poi incontrato di persona i titolari o li abbia visti al lavoro. LinkedIn sta cercando di porre rimedio a questo difetto.
Il secondo problema è che la piattaforma secondo investigatori americani è stata usata da spie cinesi che con falsi profili Linkedin sono entrati in contatto con funzionari senior della intelligence e della politica USA. Dagli incontri con gli occhiali scuri e gli impermeabili, alla Hitchcock, nei bar e nelle hall degli hotel siamo arrivati a quelli sul web: sarà un progresso?
* Franco Becchis è direttore scientifico della Turin School of Regolation e dell'Osservatorio sulla regolazione dei mercati digitali