Economia

L'iniziativa. L'Economia civile sui banchi

Gerolamo Fazzini mercoledì 4 agosto 2021

Se vogliamo educare le nuove generazioni a sognare un modello economico diverso dall’attuale, perché non prevedere interventi ad hoc nell’iter scolastico fin dalle superiori? È l’intuizione che ha animato 11 scuole salesiane che dal settembre proporranno agli studenti un percorso di economia civile. Il ventaglio delle scuole abbraccia le città di Torino, Padova, Lecco, Roma e Napoli e comprende tipologie differenti: licei linguistici, scientifici, licei delle scienze umane e un istituto tecnico.

Coordinati da suor Marilisa Miotti, presidente del Ciofs Scuola-FMA e preside dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco, nelle scorse settimane, dopo un cammino di confronto approfondito, docenti e dirigenti delle scuole coinvolte si sono radunati per definire gli ultimi dettagli del progetto, che affonda le sue radici nella pedagogia di don Bosco, il quale amava ripetere di puntare alla formazione dei ragazzi per renderli "buoni cristiani e onesti cittadini". «Sarà un modo per contribuire a "creare un immaginario positivo che ispiri a tutti i giovani un futuro ricolmo della gioia del Vangelo", come si espresse papa Bergoglio nel suo video-messaggio a conclusione di "The Economy of Francesco"», commenta Laura Arrigoni, professoressa di Economia aziendale all’Istituto tecnico Amministrazione, finanza e marketing, una delle tre scuole secondarie di secondo grado gestite dalle salesiane a Lecco. L’obiettivo dell’iniziativa consiste nel fornire agli alunni strumenti adeguati per capire il mondo di oggi nella sua complessità così da farsi portatori di cambiamento là dove ciascuno sarà chiamato ad operare. Il progetto, inoltre, mira a concretizzare il sogno di"'fare rete" tra varie scuole d’Italia, con una proposta che contribuisca a innovare l’istruzione e la formazione degli studenti, come auspicato dal Manifesto programmatico stilato lo scorso anno dalle scuole salesiane del Paese.

Laureata in Bocconi, 47 anni, sposata e madre di tre figli, Laura Arrigoni è una delle persone più coinvolte nel progetto e da lungo tempo attiva nell’ambito dell’Economia civile. Racconta: «Mi sono avvicinata a questi temi diversi anni fa, attraverso l’incontro con il prof. Luigino Bruni e la lettura del suo "Economia con l’anima". Dal punto di vista didattico ho trovato naturale riversare principi e metodi dell’economia civile nelle attività che conduco a scuola. Il corso di studi nel quale insegno è molto orientato di suo all’imprenditoria con valenza etica». Da diversi anni, infatti, la professoressa Arrigoni lavora con i ragazzi affidati a lei per creare progetti imprenditoriali che rispondano a vere esigenze del territorio, mettendo insieme vari partner. Un impegno che le ha meritato numerosi riconoscimenti, sia in Italia che a livello europeo. «Cerchiamo di veicolare – sottolinea la prof lecchese – l’idea che il profitto non è il solo scopo dell’azienda, quanto invece la creazione di valore a 360 gradi ».

Non è un caso che, per introdurre gli studenti a una visione di questo genere, qualche anno fa la docente lecchese abbia accompagnato gli studenti in gita a Ivrea, alla scoperta del modello rivoluzionario di Adriano Olivetti. «Il tipo di economia che proponiamo non segue i dettami di quella mainstream. Ma proprio per questo gli studenti, dopo un primo momento di sorpresa e una volta comprese le sue ragioni, la trovano accattivante». Nel 2020 l’esperienza didattica in corso all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco è stata riconosciuta ufficialmente dal Festival dell’economia civile, alla sua seconda edizione. «Avevamo deciso di partecipare quasi per caso e ci siamo trovati ad essere investiti del ruolo di scuola ambasciatrice dell’economia civile», chiosa Arrigoni. Che aggiunge: «Io e altri docenti del nostro istituto abbiamo continuato la nostra formazione partecipando ai corsi per insegnanti promossi dalla Scuola di Economia civile di Loppiano, così da perfezionare la nostra proposta didattica »

Una proposta che mette al centro l’uomo: «agli studenti, fin da subito, proponiamo l’incontro con persone (imprenditori, ma non solo) che abbiano storie da raccontare. Cerchiamo di valorizzare il territorio e i distretti industriali che rappresentano un elemento peculiare del modello italiano, radicalmente diverso da quello capitalista di matrice anglosassone». Dunque dal prossimo anno ci sarà una materia in più da studiare per i suoi ragazzi? «No. L’idea è, piuttosto, di creare una vera e propria impresa oppure, nell’ottica del service learning, un servizio al territorio. Entreranno quindi in gioco una coralità di figure e di materie, come storia, diritto, ma anche filosofia. Vogliamo mostrare agli studenti come un fenomeno economico complesso vada osservato secondo vari approcci. Non è quindi l’aggiunta di un’ora, bensì un progetto assai più ambizioso, nell’ottica di una vera innovazione didattica».