Economia

Diseguaglianze di genere. Più leadership femminile per un mondo migliore

Redazione Economia lunedì 7 marzo 2022

La presentazione del rapporto "Più leadership femminile per un mondo migliore" a Dubai

Rappresentano una risorsa preziosa per lo sviluppo economico ma le donne del Terzo Millennio sono ancora soggette a discriminazioni, pregiudizi e stereotipi che ne impediscono lo sviluppo integrale relegandole a ruoli ancillari. Come se non bastasse per coloro che si affermano nel mondo della scienza, della tecnologia e dell'accademia resta alta la presenza di situazioni diseguali in termini di quantità, qualità e remunerazione. È quello che intende definire la ricerca "Più leadership femminile per un mondo migliore" ("More Women Leadership for a Better World"), promossa da Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice (CAPP) e da SACRU, il network internazionale di atenei cattolici, di cui l'Università Cattolica del Sacro Cuore è capofila.

L'indagine, i cui risultati finali saranno illustrati dopo l'estate in anteprima presso la santa Sede, è stata presentata domenica 6 marzo a Dubai, nel Padiglione Italia dell'Esposizione Universale durante il dibattito "More Women Leadership for a Better World". Care as a Driver for Our Common Home". Anna Maria Tarantola, Presidente della Fondazione Centesimus Annus promotrice della ricerca, ha aggiunto: «Le donne sono la metà della popolazione mondiale. Hanno grandi talenti e potenzialità; se potessero godere della piena uguaglianza di opportunità, potrebbero contribuire sostanzialmente al necessario cambiamento verso un mondo di pace, inclusione, solidarietà e sostenibilità integrale». L'indagine che si caratterizza per la sua valenza multidisciplinare - grazie al coinvolgimento di 10 atenei internazionali di 8 Paesi (Italia, Giappone, Spagna, Portogallo, USA, Cile, Brasile, Australia) e di 11 accademici appartenenti a differenti settori scientifici - dà un importante contributo alla comprensione del fenomeno della disuguaglianza di genere attraverso un'analisi rigorosa della situazione, delle cause, degli ostacoli, degli effetti e l'identificazione di alcune azioni correttive. Fattore chiave della ricerca il termine "cura", inteso come caratteristica comune a tutti e che, secondo l'insegnamento delle encicliche di Papa Francesco Laudato si' e Fratelli tutti, rappresenta il giusto antidoto per risolvere le ingiustizie e le disuguaglianze. La situazione di disparità è acuita dalla carenza nei servizi sociali, nei sistemi di incentivazione alla condivisione del lavoro di cura, nei modelli organizzativi nelle aziende. Per infrangere il soffitto di cristallo è fondamentale, hanno specificato all'unanimità i relatori, favorire la diffusione di una cultura della "gender equality", creare nelle aziende un "empowering environment" ovvero un ambiente che incoraggi le abilità femminili, promuovere specifiche politiche in grado di mettere a frutto il valore aggiunto delle donne per lo sviluppo della società.

Si muove lungo questa direzione l'indagine dove sono presi in considerazione diversi aspetti per accelerare il processo della parità di genere. In particolare, la ricerca intende individuare alcune azioni strategiche che, operando su diversi livelli - educativo, economico e lavorativo, politico, di comunicazione, fiscale, sociale e culturale -, hanno l'obiettivo di raggiungere il necessario empowerment delle donne in tutti i contesti e settori della società per valorizzarne competenze, abilità e talenti. L'educazione è il primo modo per fornire alle donne le competenze e le conoscenze necessarie per affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro. Serve, perciò, un nuovo modello educativo che intervenga nei metodi di insegnamento, nei contenuti, nei programmi scolastici, faciliti il cambiamento della cultura patriarcale, ancora prevalente, e aiuti le giovani donne ad acquisire nuove competenze, soprattutto STEM e digitali. Il mondo dei media, compresi i social media, può fare davvero molto per trasmettere i valori di uguaglianza e rispetto, cambiando il modello di donna che viene rappresentato. Alcuni cambiamenti sono in corso, ma molto resta da fare. Non va trascurato, infine, l'aspetto fiscale. Nei Paesi scandinavi, l'introduzione di una tassazione separata del reddito delle donne, oltre a servizi sociali ampiamente sovvenzionati, è stato un ottimo incentivo per la partecipazione femminile al mercato del lavoro, tanto che non c'è differenza nel tasso di partecipazione tra donne che hanno figli e donne che non ne hanno. E, soprattutto, le mamme possono avere più figli. Tra le strategie da attuare, non dobbiamo dimenticare le cosiddette azioni interne vale a dire fare in modo che le donne superino le proprie paure e abbiano maggiore consapevolezza delle proprie capacità. Da questo punto di vista formazione e tutoraggio possono risultare strumenti necessari.