Economia

I piani Volkswagen. Motori termici a Skoda e pari profitti per l'elettrico nel 2025

Alberto Caprotti venerdì 19 maggio 2023

La rivoluzione elettrica dell'automobile ha un'origine precisa: si chiama Dieselgate, lo scandalo dei motori con i livelli delle emissioni "truccati" che ha poi accelerato la svolta ecologica dell'automotive. E un colpevole dichiarato, Volkswagen, che quello scandalo lo architettò in casa per poi diventare oggi il Gruppo automobilistico più deciso ad abbracciare la propulsione a "emissioni zero", quasi che sbilanciarsi in tal senso fosse (e sia) un modo per lavarsi la coscienza. Il piano di investimenti da poco annunciato prevede 180 miliardi di euro di spese entro il 2027, due terzi dei quali (122 miliardi) confluiranno infatti nella transizione all'elettrico e nell'innovazione tecnologica.

Ma puntare tutto sui modelli 100% a batteria non significa dimenticare che il mercato globale continuerà a fare grande utilizzo, e per molti anni ancora, dei propulsori tradizionali. Così, mentre con Volkswagen espande in Europa gli investimenti sulle serie ID e i modelli completamente elettrici, il Gruppo tedesco ha affidato a Skoda il compito di restare una roccaforte del termico. Il marchio ceco ha infatti recentemente ottenuto dalla capogruppo una enorme commessa di sviluppo e produzione dei motori a benzina. Skoda aveva già il compito di fabbricare i propulsori 1.0 MPI utilizzati in alcuni modelli compatti del Gruppo Volkswagen, e ora a questa linea si aggiungeranno gli altri motori delle varianti TSI. Nello specifico Skoda avrà l’incarico di assicurare un futuro alla famiglia di motori EA 211 - entrata in produzione nel 2012 - che comprende il già citato 1.0 MPI e che arriva a 1,6 litri e potenze che variano da 65 a 157 Cv. In particolare dovrà sviluppare i motori MPI e soprattutto quelli della serie TSI per gli standard Euro7 (la cui entrata in vigore è ancora molto incerta) e per ancora più a lungo per i mercati extra europei.

Le vetture a motore endotermico continueranno comunque a garantire anche per Volkswagen la maggior parte degli introiti, destino e realtà comune a tutto il settore auto. Solo con una forte crescita delle vendite di auto elettriche, questa situazione cambierà. A confermarlo ci sono le dichiarazioni di Arno Antlitz, direttore finanziario del Gruppo, rilasciate durante la conferenza Reuters Automotive Europe. Secondo il consigliere d’amministrazione con delega alle Finanze, "Volkswagen raggiungerà la parità nei profitti fra auto termiche ed elettriche intorno al 2025". E successivamente, ci si augura, inizierà a diminuire anche il prezzo dei listini.

Come sarà possibile? Principalmente grazie all’abbassamento dei costi di produzione, su cui incidono i costi delle materie prime, aumentati negli ultimi anni, ma sulla strada per tornare a livelli meno penalizzanti. Secondo Antlitz però il fattore decisivo che cambierà il futuro dell'auto sarà la produzione “in proprio” delle batterie. Per questo Volkswagen sta accelerando i tempi per la costruzione di impianti in Europa: dalla Spagna (dove sarà prodotta l’ID.2, la compatta elettrica da 25.000 euro) all’Europa Orientale. Senza contare che il colosso tedesco sta valutando una serie di investimenti per ampliare lo stabilimento di Wolfsburg.