Economia

Towers Watson. Le nuove sfide globali di assunzioni e mobilità

giovedì 2 ottobre 2014
Secondo quanto emerge dagli studi Global Talent Management and Rewards e Global Workforce Study realizzati da Towers Watson, nonostante assunzioni e fatturato siano in aumento a livello globale, le aziende stanno riscontrando numerose difficoltà ad attrarre e trattenere top performer e alti potenziali. Inoltre, secondo le due indagini, molte non comprendono ancora le principali ragioni che portano i dipendenti a scegliere e restare in una società.L’indagine Global Talent Management and Rewards, condotta a livello globale su 1.637 aziende, rivela una maggiore vivacità del mercato del lavoro. Quasi la metà delle aziende (48%) ha dichiarato che il numero di assunzioni è aumentato rispetto all’anno precedente e il 15% dichiara che è cresciuto in modo significativo.Inoltre, più di un terzo (35%) ha indicato un aumento anche del fatturato. Quasi due intervistati su tre, inoltre, dichiarano di avere sempre più difficoltà ad attrarre i top performer (65%) e alti potenziali (64%), percentuali in aumento negli ultimi due anni. Inoltre, più di metà ha riferito di avere difficoltà a trattenere alti potenziali (56%) e top performer (54%).Edoardo Cesarini, country leader Talent & Rewards di Towers Watson commenta: "Con l’aumento della mobilità a livello globale, è necessario che le aziende comprendano meglio ciò che i loro dipendenti apprezzano se vogliono attrarli e trattenerli. La nostra indagine, invece, rivela un significativo scollegamento tra aziende e dipendenti. Le prime attribuiscono importanza a retribuzione e avanzamento di carriera come motivazioni che spingono i dipendenti a scegliere e a rimanere in un’azienda, ma non riconoscono sufficientemente un importante driver di attraction e retention come la sicurezza del posto di lavoro, e lato retention, la fiducia nel senior management".Secondo il Global Workforce Study che ha interessato 32mila dipendenti nel mondo, la sicurezza del posto di lavoro è infatti il secondo motivo più importante che spinge ad entrare in un’azienda e il quarto che spinge a rimanere. I dipendenti indicano invece come terza ragione per restare legati a un’azienda, la fiducia nel senior management. Le aziende invece, non considerano nessuno di questi fattori un elemento determinante per attrarre e trattenere le persone. Non sorprende che meno della metà dei dipendenti consideri positivo il fatto che la propria società riesca ad assumere e trattenere le persone giuste. Solo il 46% dichiara che la propria azienda assume dipendenti altamente qualificati, mentre il 42% afferma che il proprio datore di lavoro si impegna in maniera efficace per trattenere i talenti.Lo studio ha anche rivelato che molti dipendenti si sentono bloccati nella loro attuale posizione. Quattro su dieci (41%) dichiarano di voler lasciare la propria azienda per un avanzamento di carriera. O peggio, la stessa percentuale (41%) di lavoratori che l’azienda ha formalmente riconosciuto come alti potenziali ha dichiarato di voler uscire per un avanzamento di carriera. Meno della metà delle aziende intervistate (49%) ritiene di essere in grado di offrire le consuete opportunità di carriera, anche se il 35% ha dichiarato che rispetto all’anno scorso tali opportunità stanno migliorando.Edoardo Cesarini: “Le aziende a livello globale continuano a non affrontare adeguatamente il tema dello sviluppo di carriera. Considerando però l’importanza che ha per i dipendenti il fatto che molti di loro, soprattutto gli alti potenziali, si sentano bloccati, dovrebbe essere segnale d’allarme per spingere le aziende a rivedere le proprie politiche di sviluppo di carriera. I dipendenti avranno più opportunità di cercare impiego altrove poiché le assunzioni continuano ad aumentare a livello globale e le aziende avranno maggiori possibilità di individuare top performer e alti potenziali”.Il Global Workforce Study ha inoltre rivelato che la leadership è l’elemento principale dell’“engagement sostenibile” (per esempio l’intensità del legame dei dipendenti alla società). Meno della metà dei lavoratori (48%), tuttavia, concorda sul fatto che il senior management sia efficace. "I dipendenti sono più propensi a restare in azienda se hanno fiducia nel senior management e leader - afferma Cesarini -. E, soprattutto, senior leader, manager e supervisor giocano ciascuno un ruolo critico nel coinvolgimento dei dipendenti".