Trasformazioni. Le batterie (anche per auto) salveranno la Kodak?
Le batterie (anche per automobili) salveranno Kodak? Forse sì, potrebbe essere l’ultima spiaggia per la multinazionale americana di Rochester fondata nel 1888 che ha scritto la storia delle pellicole e delle macchine fotografiche. Con l’avvento del digitale, l’azienda si è dovuta misurare negli anni con una profonda riorganizzazione, resa ancora più complessa dal ritardo accumulato verso i competitor. Nel 2012 ha rischiato il fallimento negli Stati Uniti e si è salvata per un soffio, con un piano di ristrutturazione che ha interrotto la produzione di apparecchi fotografici - concedendo le sue licenze ad un altro marchio - e limitato la produzione di pellicole al solo settore cinematografico. Nell’ultimo decennio, Kodak si è cimentata in altri campi (farmaceutico, sanitario e chimico) sempre galleggiando ma non ritrovando i fatturati di un tempo.
Ora, l’annuncio di voler convertire i suoi macchinari per rullini e 35 mm per la produzione di batterie. Per affacciarsi in questo settore, Kodak ha investito nella Wildcat Discovery Technologies, società statunitense che opera nel campo degli accumulatori con la quale ha avviato una condivisione di conoscenze e tecnologie. L’idea nasce dalla disponibilità di macchinari per la produzione di pellicole per un valore compreso tra i 70 e gli 80 milioni di dollari che adottano un metodo chiamato Estar, interamente basato sulla lavorazione di polimeri attraverso processi chimici. La prospettiva è talmente allettante che l’azienda ha dichiarato di voler assumere nuovo personale e trasformare – pare non siano necessarie grandi modifiche - uno dei suoi stabilimenti in una gigafactory. Le batterie che produrrà Kodak saranno destinate a diversi usi. Alcune saranno dedicate ai prodotti elettronici (un mercato in passato già presidiato dal marchio), mentre altre saranno realizzate per equipaggiare veicoli elettrici.