Economia

Lo studio. Le banche resistono alla pandemia

Redazione Milano sabato 8 agosto 2020

Le banche resistono, la pandemia graffia ma non morde. E’ quanto emerge da uno studio della First Cisl sulle semestrali delle prime cinque banche italiane. Dal lavoro emerge che tengono i ricavi ed aumenta il patrimonio.

L’analisi rivela una sostanziale tenuta dei ricavi operativi scesi del 4,2% rispetto a giugno 2019 . Ancora più contenuta è la riduzione del margine primario per dipendente (- 2,5%) , nonostante il lungo lockdown abbia limitato fortemente l’operatività. Non sono quindi accettabili nuovi tagli all’occupazione dopo che il personale, nel periodo considerato, è stato ridotto di 5mila addetti, con una conseguente contrazione dei costi operativi del 2,1% e la chiusura di oltre 500 filiali. Questa riduzione dei costi, che include gli oneri per gli interventi straordinari Covid - 19, ricomprende una diminuzione delle spese per il personale del 2,1%.Il risultato netto aggregato ha chiuso in territorio negativo, ma vanno evidenziati l’aumento eccezionale del 72% e l’incidenza delle rettifiche su crediti alla clientela, 5,3 miliardi . Si tratta in larga misura (2,7 miliardi) di accantonamenti disposti per fronteggiare il futuro impatto della pandemia sull’attività economica. Senza di essi il dato sarebbe stato ampiamente positivo. Spicca poi la maggiore solidità patrimoniale dell’insieme aggregato, con il CET1 Ratio phased-in che passa dal 13.6% del dicembre 2019 al 14.4%. Ciò, insieme all’allentamento delle misure regolamentari deciso a marzo, porta a stimare un’eccedenza patrimoniale sui requisiti minimi di oltre 46 miliardi, con un aumento di circa il 43% rispetto ai dati di fine anno. Si conferma una costante l’aumento della produttività del lavoro, a riprova del contributo fondamentale offerto dai lavoratori anche nella fase dell’emergenza: il prodotto bancario per dipendente sale infatti dello 0.7%, nonostante l’avverso andamento della raccolta indiretta, influenzata dalle dinamiche dei mercati finanziari. Sul versante dell’offerta di credito, le banche non sembrano invece aver colto appieno l’opportunità offerta dalle garanzie statali introdotte dal governo con il decreto Liquidità: i prestiti alla clientela ordinaria crescono meno di un punto percentuale, circa 10 miliardi nel periodo considerato. Si riduce ancora l’incidenza netta dei crediti deteriorati (3.3%).

“I conti presentati ­– afferma il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani - ci dicono che la pandemia non ha scosso il sistema, che anzi ha dimostrato grande resilienza. Le decisioni prese dalla Bce e dal governo consentono alle banche di assumere un ruolo decisivo per il rilancio dell’economia. Adesso serve un salto di qualità: il credito alle imprese ed alle famiglie deve aumentare”.