La fatica nelle mani. Lavoro, famiglia e futuro. Questo il punto di partenza della settima edizione del Festival del lavoro e il titolo della pubblicazione curata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Famiglia e presentata a Roma. Il volume (Edizioni San Paolo) che si apre con la prefazione di monsignore
Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, vuole sviluppare una riflessione sui temi che interessano la famiglia, la dignità, l’uguaglianza sociale e le prospettive per il futuro delle giovani generazioni. Il libro è stato curato dal presidente della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro,
Rosario De Luca, e da
Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia."Solo con il riconoscimento - spiega De Luca - della necessaria tutela dell’uomo, assegnando al lavoro come diritto-dovere il giusto compito realizzativo della libertà della persona, sarà possibile contemperare le turbolente istanze materiali con l’astrazione spirituale, che caratterizza la persona umana e ne preserva la dignità e la serenità. E partire dalla persona -sottolinea- vuole dire partire dalla famiglia, nucleo centrale e insostituibile della nostra società. Famiglia come formazione, come istruzione, come assistenza e come primo ammortizzatore sociale. Dal nucleo originario - fa notare il presidente della Fondazione Studi - partono gli operatori del domani e vi ritornano nei momenti di difficoltà. E l’obiettivo di questo libro è proprio quello di individuare, attraverso brevi saggi, momenti di riflessione su alcuni aspetti rilevanti della nostra società che abbracciano famiglia e lavoro"."Come ha detto Papa Francesco - sottolinea
Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro - quella dei consulenti non è una funzione assistenziale, ma promozionale. Parlare di famiglia significa parlare di tutto ciò che ruota attorno e, quindi, anche del lavoro. La famiglia rappresenta il primo ammortizzatore sociale, il contesto in cui si cercano di attenuare e compensare le mancanze dello Stato, l’assenza di garanzie esterne, l’assenza di certezze per il futuro. Con la riforma del Jobs act la posta in gioco è altissima: dare dignità alle persone, attraverso il lavoro, purché legale e pulito. Per le nostre famiglie ognuno di noi deve dare il proprio apporto di idee e di competenze. Lo sanno bene i consulenti del lavoro che, ogni giorno, nei loro studi professionali dislocati in tutti i comuni del nostro Paese, toccano con mano le vere emergenze e si adoperano per risolverle"."Famiglia e lavoro - chiarisce Belletti - sono due capitali troppo preziosi, per il benessere di una comunità locale, perché la loro combinazione non stia a cuore a tutti quanti. Tuttavia, perché questa sia una possibilità di azione condivisa, occorre che tutti se ne facciano carico e si riconoscano reciprocamente. L’incrocio famiglia-lavoro, o il più generale famiglia-società, svela nuove valenze culturali della sfida presente e della drammatica competizione oggi in atto, che ha come posta in gioco la libertà".