Economia

Lavoratori stagionali. Ne mancano 239mila

Maurizio Carucci sabato 1 giugno 2024

Mancano gli stagionali anche nei lavori agricoli

L'estate è alle porte e nonostante i 151mila ingessi che saranno autorizzati dal decreto Flussi, mancheranno 239mila lavoratori stagionali per coprire il fabbisogno delle nostre aziende. Si rischia una perdita di valore aggiunto di 32 miliardi di euro nell'anno, pari all'1,4% del Pil prodotto nel 2023 e un danno per le casse erariali dello Stato di quasi un miliardo di euro fra tasse e contributi. Sono queste le stime di Susini Group, studio di Firenze che opera nella consulenza del lavoro. Secondo una recente indagine di Susini Group, saranno oltre 1,1 milioni i lavoratori stagionali di cui avranno bisogno le aziende italiane, complici anche le condizioni climatiche favorevoli che negli ultimi anni hanno allungato la stagione estiva e il 93% saranno concentrati nel periodo che va dal mese di marzo a quello di ottobre. Le professionalità maggiormente richieste sono: cameriere (41%), cuoco (40%), barman (38%), addetto alle pulizie (34%), commessi (28%), manutentori (22%), muratori (19%)e lavoratori agricoli (14%). Attività che richiedono una grande disponibilità da parte dei lavoratori, poiché prevedono orari di lavoro prestati nelle giornate di sabato, domenica, festivi e anche in orari notturni oppure in condizioni climatiche difficili e spesso anche un'esperienza professionale e tecnica che non tutti dispongono. Per i motivi sopra indicati, non tutti gli 1,9 milioni di disoccupati italiani saranno disponibili o idonei ad andare a coprire le offerte di lavoro mancanti. Susini Group stima che accetteranno le proposte di lavoro stagionali circa 710mila disoccupati (poco più del 37,3%). La mancanza di manodopera causerà difficoltà per le aziende a livello organizzativo che costringerà i locali ad aperture con turni di lavoro ridotti rispetto al passato, abbassamento degli standard qualitativi dei servizi e conseguente impatto negativo sulla produttività. «Occorre individuare misure che vadano ad attenuare il mismatch fra la domanda e l'offerta di lavoro - spiega Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group -. In primis occorre comprendere che il mercato sta richiedendo sempre più figure professionali scientifiche e tecniche, mentre la maggior parte dei nostri giovani frequenta scuole con indirizzi liceali e umanistici. Quindi, indirizzare correttamente i propri figli a percorsi di studio in linea con le richieste del mercato del lavoro potrebbe essere un primo passo. Un'altra soluzione potrebbe essere quella di incrementare l'accesso dei lavoratori stagionali o a tempo determinato non comunitari attraverso un ampliamento delle quote del decreto flussi. Tenuto conto della provvisorietà della tipologia del lavoro stagionale, sarebbe opportuno prevedere delle misure che lo incentivino come ad esempio agevolazioni contributive o fiscali a favore del datore di lavoro che consentano di corrispondere una retribuzione netta maggiore a favore del lavoratore».

Anche secondo i dati dell'Osservatorio Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio mancano all'appello 44mila lavoratori. «Parliamo di impiegati stagionali nel settore della ristorazione - chef, cuochi, camerieri, banconisti, lavapiatti - e dell'accoglienza alberghiera - aggiunge Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio e vicepresidente Agro Camera -. Figure che andrebbero reperite tra il periodo estivo e dicembre prossimo. Un problema sentito da anni, ma che ora rischia fortemente di rappresentare una vera e propria emergenza anche perché va a impattare con uno dei grandi eventi che dovrà ospitare la Capitale, ovvero il Giubileo 2025. Bisogna fare in modo che per l'Anno Santo vi siano lavoratori a sufficienza per poter accogliere nei settori chiave di contatto con il pubblico - quindi ristorazione e ospitalità - le decine di milioni di pellegrini che arriveranno a Roma».

«Come Fiepet-Confesercenti abbiamo già avviato un iter con le istituzioni per una collaborazione volta al reperimento di personale.
Nel frattempo abbiamo ritenuto importante sottoscrivere un protocollo d'intesa con l'Istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Roma. Un accordo di sistema, realizzato anche con l'Università Mercatorum e che rientra nei progetti di alternanza scuola-lavoro, per la creazione di nuove figure professionali sia a livello imprenditoriale - giovani che vogliono aprire una start up - che per formare personale specializzato nel settore turistico-ristorativo. Un lavoro corale, di cooperazione, tra associazioni di categoria, corpi intermedi e Terzo settore per la formazione di lavoratori, personale che abbia anche una conoscenza manageriale per gestire le imprese del futuro», sottolinea Pica.