Economia

INTERVISTA. Il commissario Ue Barnier: «Banche, supervisione europea»

Giovanni Maria Del Re martedì 5 febbraio 2013
​La situazione delle banche europee resta fragile, urge completare l’unione bancaria, entro l’anno. Perché la sorveglianza puramente nazionale non basta più e non si può continuare ad addossare ai contribuenti i salvataggi. Le banche non sperino di tornare al solito «business as usual». È un messaggio chiaro, quello del commissario europeo al Mercato Interno Michel Barnier, di questi tempi sempre più al centro della ribalta, in quanto competente per il dossier bancario. Il 7 sarà a Roma, dove incontrerà il ministro dell’Economia Vittorio Grilli e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Barnier non rivela l’agenda dei colloqui, si limita a dire che il viaggio «rientra nel normale giro di incontri con i governi dell’Ue», impossibile estorcergli un riferimento allo scandalo Monte Paschi. «Una cosa è chiara – dice – certamente la situazione del comparto in Europa resta fragile. Tuttavia, non sta a un commissario commentare su questioni sottoposte in Italia, o altrove, alla giustizia nazionale, che deve fare il suo lavoro con piena indipendenza. Quello che posso dire che è necessaria la trasparenza, la verità deve uscire fuori. Si deve sapere chi è responsabile di che cosa. Tutto questo mi conferma, in generale, nell’idea che occorre, ovunque nell’Ue, rafforzare gli strumenti di vigilanza, di trasparenza e di responsabilità. Ed è quello che faccio da due anni. Le 28 leggi da me presentate sono tutte rivolte a migliorare la qualità della vigilanza, anche a livello comune, della zona euro, proprio per aumentare trasparenza e responsabilità». Se fosse già in funzione il nuovo sistema di vigilanza unica Ue imperniata sulla Bce (che invece sarà in vigore dal primo marzo 2014, ndr), che cosa sarebbe accaduto in un caso come lo scandalo Mps?Ancora una volta, non mi chieda di commentare il caso specifico. Quello che si può dire è che nella zona euro si è sofferto di regole insufficienti, compreso sul fronte delle sanzioni, e di supervisioni giustapposte, parallele. La vigilanza unica Ue incentrata sulla Bce stabilirà ed applicherà un manuale unico di regole valido per tutti, fondandosi sull’esperienza di quel che è accaduto e accade in tutti i Paesi. Si avrà un quadro estremamente rigoroso e solido. In un rapporto presentato dal governatore della Banca centrale finlandese Erkki Liikanen, si chiede una separazione netta tra le attività di banca commerciale e le attività di banca d’investimento, speculative (tra le cause dei guai di Mps ci sono anche rischiose speculazioni con derivati, ndr). È d’accordo?Consideri anzitutto che noi stiamo già preparando una serie di normative sulla capitalizzazione delle banche, sulle misure prudenziali per i capitali, sulla liquidità, sulla remunerazione, sui prodotti derivati, che si applicheranno per tutti e cambieranno molte cose. Ho sempre detto che dobbiamo guardare se, in più, è necessaria prevedere una riforma per ben identificare la gestione, la ponderazione e la prevenzione dei rischi. La mia risposta è sì, ci stiamo lavorando, guidati dal rapporto Liikanen. Proprio quel testo, però, mi spinge a fare una valutazione d’impatto economico di ogni opzione sulla diversità delle banche. Del resto diciamolo francamente, non è scontato che solo un tipo di banche sia rischioso, e altri meno: ad avere problemi sono state banche d’investimento, banche commerciali, banche universali. Dobbiamo essere seri e non improvvisare. Si ha l’impressione, comunque, che molti attori finanziari, anzitutto le banche, stiano facendo una forte resistenza a questa generale riforma del settore. Sembra che molti semplicemente vorrebbero tornare al "business as usual"...No, non si tornerà certamente al <+corsivo>business as usual<+tondo>. Conosco molto bene queste reticenze, conosco le campagne che sono state orchestrate, ma non ci impressionano. Certamente, a volte ci sono argomentazioni giuste che vanno ascoltate, quando per esempio si fa notare che alcune misure, se mal calibrate, possono avere delle conseguenze negative. La Commissione, tuttavia, non ha la memoria corta: quello che ha distrutto la crescita economia è la crisi bancaria e finanziaria quattro anni fa. Fatto l’accordo sulla  vigilanza Ue ora bisogna procedere sulle altre tappe dell’unione bancaria...Certamente. Ho presentato due testi importanti che riguardano l’unione bancaria: quello di un anno e mezzo fa sull’armonizzazione delle garanzie (nazionali, ndr) dei depositi e l’altro, otto mesi fa, sulla risoluzione delle crisi. Io mi auguro che siano votati al più presto dal Parlamento Europeo, insieme. E poi quest’estate presenterò un’autorità unica Ue per la risoluzione delle crisi bancarie. Noi vogliamo che non ci siano più situazioni con colossi "too big too fail", vogliamo forme di risoluzione che non costringano più ogni volta i contribuenti a pagare i salvataggi. Si tratta di tagliare il legame tra crisi bancarie e Stati. Se fosse già in piedi questo sistema, non sarebbero stati necessari i salvataggi pubblici di tanti istituti in Europa.Ha il sostegno necessario dei governi?Ma guardi, è il Consiglio Europeo, lo scorso giugno, che ha approvato un testo che chiede tutto questo. Sono fiducioso che entro l’anno riusciremo a completare l’insieme dell’unione bancaria. È estremamente urgente.Passando a un tema collegato, domani (oggi, ndr) presenterà un aggiornamento delle norme sulla lotta al riciclaggio del denaro sporco.Sì. È la revisione della terza direttiva sul riciclaggio e il regolamento sul trasferimento di fondi. La parola d’ordine è trasparenza e responsabilità. In questi ambiti ce n’è molto bisogno. Si estendono, ad esempio, ai casinò e ai giochi online gli obblighi di trasparenza. Da noi in Europa diversamente dagli Usa abbiamo un sistema preventivo che obbliga servizi finanziari, banche, prestatori di denaro, avvocati, commercialisti, sempre in prima linea nelle transazioni, di dare l’allerta, di rivolgersi all’unità nazionale competente non appena qualcosa appare sospetto. Obblighi che saranno rafforzati. Si abbassa anche la soglia limite (per le segnalazioni ndr) a 7.500 euro dagli attuali 15.000 euro. Perché l’attenzione anche all’online gambling?Perché è sempre più uno strumento di riciclaggio di danaro sporco. E finora era in un cono d’ombra.