"Entro 20 anni i giornali di carta non esisteranno più". Il requiem della stampa 'stampata' è stato cantato più volte ma se la previsione viene da un certo Rupert Murdoch è il caso di ascoltare con attenzione. Così, tra una domanda scomoda e l'altra, davanti ai magistrati della commissione Leveson - quella che sta indagando sul rapporto forse malsano tra politica e giornali in Gran Bretagna - va in scena una piccola lezione sul futuro dell'informazione."Internet è arrivato, si è sviluppato come una fonte di notizie, e oggi è all'interno del nostro spazio vitale: io credo sia responsabile per la diminuzione delle vendite dei giornali". Non che lo 'squalo' sia contro la rete. "Ci sono delle opportunità, non dico di no. Ma la situazione è difficile. Tutti sono sotto pressione. Solo questa settimana tre quotidiani sono passati a cadenza settimanale. Questa è una tecnologia distruttiva".Il guru, a suo tempo distruttivo (la battaglia con i sindacati del Times e quindi le scelte ardite sui metodi di stampa e i formati) e grande innovatore, è insomma preoccupato. Genuinamente. "Io credo sinceramente che i giornali, con tutti i loro errori e qualità, sono di grande beneficio alla società".Un mondo senza giornali sarebbe dunque un mondo peggiore. Parola del magnate che i soldi veri li ha fatti con le tv satellitari e via cavo. "Io amo i quotidiani, davvero. I miei azionisti vorrebbero invece che me ne sbarazzassi". Murdoch ha quindi messo in guardia dall'eccessiva regolamentazione. "Chiedo di stare attenti. Fra 10 anni potrebbe non esserci nessuna stampa da regolamentare. In breve, sono pronto a scommetterci dei soldi, ci saranno miliardi di tabloid: sono gli smartphone della gente".Poi si toglie un sassolino dalla scarpa, un vecchio cavallo di battaglia contro il suo eterno rivale. La BBC. "È una grande istituzione, fa dell'ottimo giornalismo televisivo. Ma il suo sito internet è usato da 12 milioni di persone nel Regno Unito. È pagato con soldi pubblici. Molti soddisfano così il loro fabbisogno d'informazione e questa deve essere una delle ragioni per cui la tiratura dei giornali diminuisce".Verso il termine della sua audizione c'è poi lo spazio per un'appassionata difesa della sua storia. "Al di là di quello che è successo con il News of the World - dice con passione - io ho contribuito al pluralismo dell'informazione".