Tendenza. La pelletteria a caccia di personale da formare
Opportunità nel settore della pelletteria
Il settore della pelletteria conta 32.800 addetti e circa 4.550 imprese attive. Da un punto di vista del prodotto si individuano tre segmenti principali: pelletteria con borse e cartelle; piccola pelletteria, valigeria e articoli da viaggio. Vale l’8% dell’intero settore Moda, che "pesa" 2.500 miliardi di euro e oltre il 20% del solo segmento Lusso. Da un punto di vista del comparto, la pelletteria ha risentito in misura minore della calzatura del calo dei consumi interni ed è indubbiamente supportata anche dal consumo turistico che viene effettuato in Italia. Sono forti le importazioni (da Cina, Tunisia, India, Vietnam, Slovenia) e il fenomeno della riesportazione dopo processi di “rifinitura”. Si stanno, inoltre, incentivando fenomeni di apertura di stabilimenti di produzione-accordi di licenza nei Paesi in cui si sta supportando la vendita (Asia). L’export incide per circa l'80% sul fatturato del settore, fortemente orientato all’estero. Su oltre 4mila aziende attive sono più di 3mila le ditte individuali o di persone: la dimensione media è abbastanza limitata. Da un punto di vista della distribuzione, emerge sempre più il potere dei negozi monomarca (attualmente il 40% in Italia). I principali distretti di pelletteria sono localizzati in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania. Nonostante la buona salute del settore, la pelletteria italiana affronta oggi sfide significative, a causa del rallentamento dei mercati dovuto al complesso contesto geopolitico mondiale. Il settore è cresciuto, ma non sono cresciuti i volumi di produzione e incombe all’orizzonte una grande frenata dei grandi marchi. Inoltre, queste sfide includono forti investimenti in sostenibilità, internazionalizzazione e digitalizzazione, ma davvero cruciali e trasversali a tutte e tre le anime della pelletteria si configurano la formazione e l’attrazione di nuove risorse.
Il futuro della formazione
La forte richiesta di prodotti made in Italy sta spingendo sempre di più le aziende a formare professionisti altamente qualificati e in grado di soddisfare le esigenze del mercato globale. La formazione di profili tecnici, come gli addetti alla pelletteria, in grado di rispondere agli standard qualitativi del mercato, sono ciò che oggi le aziende del settore necessitano. Per affrontare questa esigenza Arquata, realtà di riferimento per la produzione di borse in pelle, e l'Agenzia per il lavoro Umana hanno ideato un’Academy dedicata a coloro che desiderano intraprendere una carriera nel mondo della pelletteria. Un programma formativo di alto livello che ha l’obiettivo di preparare una nuova generazione di talenti e dove i partecipanti potranno apprendere da esperti del settore le competenze tecniche e la passione per il mondo della pelletteria. Gli studenti avranno l’opportunità di apprendere le tecniche e i segreti della pelletteria artigianale direttamente dalle mani di coloro che hanno dedicato la loro vita a questa straordinaria professione. L'Academy, al via dal 5 febbraio 2024 e della durata di sei settimane (240 ore), si svolgerà ad Arquà Polesine (Rovigo). Con questa iniziativa, Arquata e Umana offrono un'importante opportunità per chi desidera entrare nel mondo della produzione di prodotti di qualità o espandere le proprie competenze per rispondere alle esigenze del mercato, contribuendo così alla crescita e alla valorizzazione del talento nella manifattura di lusso. L'intera attività formativa sarà strutturata alternando moduli teorici approfonditi con esercitazioni pratiche. Al termine del corso, i migliori talenti saranno inseriti all'interno del reparto di produzione aziendale di Arquata. I candidati ideali hanno un'ottima manualità, una spiccata attenzione ai dettagli e un vivo interesse per il mondo della manifattura made in Italy. Per candidarsi: https://api.cving.com/v1/job-offers/id/5135031/.
Mentre è stato inaugurato a Scandicci (Firenze), in un complesso immobiliare di proprietà di Cdp Real Asset, L'Atelier Maroquinerie di Saint Laurent (Gruppo Kering), un nuovo centro di eccellenza di quasi 29mila metri quadrati per lo sviluppo e la produzione di accessori e pelletteria del marchio della moda internazionale. L'Atelier impiegherà oltre 500 artigiani e tecnici, con un impatto significativo sullo sviluppo e sull'occupazione regionale. Ospiterà uffici moderni e flessibili in open space dotati di impianti hi-tech, ampi spazi dedicati alla produzione, al taglio della pelle e allo stoccaggio dei materiali, con un sistema completamente automatizzato per la gestione dei sistemi di sicurezza. La nuova struttura è provvista, tra l'altro, anche di un ampio auditorium per eventi e iniziative per i dipendenti della casa di moda.
Le iniziative per avvicinare i giovani
Nonostante le difficoltà legate alle guerre, ai costi dell'energia e alle contrazioni delle esportazioni, il comparto della pelletteria è alla continua ricerca di giovani leve. «Nei prossimi cinque anni avremo un fabbisogno di ulteriori 15-20mila unità da avviare al lavoro, quindi diventa una questione di sopravvivenza formare e attrarre giovani nel nostro settore - spiega Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri -. Quello che dobbiamo fare è invertire la narrazione, raccontare che una carriera all’interno del mondo della pelletteria, anche una carriera di tipo tecnico, con un lavoro manuale artigianale, è di assoluto valore e può regalare a una persona giovane e quindi anche alle famiglie una carriera di tutto rispetto, di grande soddisfazione e remunerativa».
Avvicinare i giovanissimi alla scoperta dei mestieri e delle professioni della moda Made in Italy e orientarli alla scelta delle scuole superiori che hanno come sbocco lavorativo il settore moda. È questo l’obiettivo di Storie di futuro - Made in Italy, il progetto di orientamento scolastico rivolto alle scuole secondarie di primo grado di sei regioni italiane e voluto da Holding Moda, polo produttivo del lusso made in Italy promosso da Holding Industriale (Hind) che annovera 11 società integrate sull’intera filiera e dalla sua scuola di specializzazione Accademia Holding Moda, in collaborazione con l’Ente formatore certificato La Fabbrica. Made in Italy vuole contribuire a promuovere tra i ragazzi le potenzialità e le concrete prospettive lavorative offerte da un settore trainante dell’economia italiana. Il comparto tessile, moda e accessori risulta essere la seconda industria del Paese per occupati e il secondo contributore alla bilancia commerciale italiana, con fabbisogni occupazionali in crescita: secondo le stime Excelsior, entro il 2027 la filiera avrà bisogno di quasi 80mila lavoratori. Il comparto, inoltre, è in rapida evoluzione e i profili più ricercati sono individuabili in tre ambiti: operativo tradizionale, digitale e della sostenibilità. Quindi proseguire gli studi superiori specializzandosi nel settore Moda, potrebbe rivelarsi una scelta vincente per il futuro professionale di tanti ragazzi. Eppure, nonostante le forti potenzialità e le interessanti prospettive, il comparto non riesce ad attirare l’interesse delle nuove generazioni e per questo soffre di un problema di ricambio generazionale, tant’è che le imprese da tempo denunciano la difficoltà a reperire sul mercato del lavoro quelle competenze che caratterizzano il made in Italy d’eccellenza.Contratto rinnovato, ma sindacati preoccupati
Dopo 11 mesi di difficile trattativa, è stata sottoscritta a Roma, tra Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Unionchimica Confapi, l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori delle piccole e medie imprese dei settori accorpati di chimica, concia, plastica e gomma, abrasivi, ceramica e vetro aderenti a Confapi, per il triennio 2023-2025. Nei settori operano circa 56mila addetti, impiegati in 3.800 imprese. Il contratto era scaduto il 31 dicembre scorso. L'intesa raggiunta prevede un incremento economico medio a regime così diviso nei vari settori: 167 euro per il Gomma Plastica, 191 euro per il Chimico, 161 euro per Ceramica, Vetro e Abrasivi. La prima tranche sarà di 100 euro al parametro medio per tutti i settori. Verrà subito riconosciuta anche un'indennità una tantum pari a 101 euro per tutte le lavoratrici ed i lavoratori dei settori interessati. Per quanto riguarda il welfare contrattuale, è stato definito l'aumento dello 0,10% a carico delle imprese sulla quota di Fondapi, il fondo di previdenza integrativa complementare di settore, a partire dal 1° gennaio 2025. Per il settore Coibenti, dal 1° gennaio 2025, l'importo della diaria sarà di 46,48 euro giornaliere per trasferte in Italia e 77,47 euro giornaliere per trasferte all'estero.
Per ciò che concerne l'aspetto normativo, sono stati introdotti significativi e qualificanti punti relativi a: dumping contrattuale nelle aziende appaltatrici; rappresentanza (introduzione nuovo articolo contrattuale relativo alla certificazione degli iscritti da parte delle aziende tramite compilazione completa e puntuale dell'Uniemens); diritti. Avanzamenti normativi su: congedo parentale (integrazione indennità), congedo di paternità (giorno aggiuntivo rispetto quanto previsto dalla legge), malattia sopravvenuta durante il godimento delle ferie, conservazione del posto di lavoro, prevenzione degli infortuni, permessi 104/1992 (possibile frazionabilità in ore), banca ore solidali, assemblee (ora aggiuntiva dedicata al sistema di bilateralità contrattuale), part time, smart working. Introdotti nuovi articoli su misure per le donne vittime di violenza di genere e ''accomodamenti ragionevoli''.
Intanto i sindacati sono preoccupati per ciò che sta avvenendo in particolare nell'area fiorentina. «Dopo diversi anni di spinta continua e crescita a due cifre, sta conoscendo una brusca frenata, con richieste di ammortizzatori sociali raddoppiate rispetto a un anno fa, tanto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito gli strumenti di sostegno e rischiamo un taglio importante di posti di lavoro». È l'allarme lanciato da Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato e dal referente moda della Femca-Cisl Firenze-Prato Gianluca Valacchi, che parlano di una «tempesta perfetta che si sta preparando sul settore, nel silenzio di tutti, a cominciare da chi sta a capo delle varie filiere e dalla politica, troppo impegnata in vista delle imminenti elezioni» e per questo chiedono l'urgente convocazione di un tavolo con tutti i soggetti coinvolti «se vogliamo che il nostro distretto abbia un futuro e un futuro sano».
«Se da un lato le cause sono da ricercare nella situazione generale economica e politica, italiana e internazionale - sottilinea Valacchi - dall'altro le scelte strategiche degli ultimi anni si sono rivelate sbagliate: la produzione incontrollata di pezzi (borse, scarpe eccetera) da destinare al mercato, oggi fermi nei magazzini dei Brand, l'applicazione di modelli organizzativi improntati alla meccanizzazione e a sostituire un processo prettamente manuale. Il comparto moda toscano ha registrato un -9,2% complessivo nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -8,8% per l'abbigliamento e un -25,9% per le calzature. Tutto questo oggi ha portato all'impennata delle richieste di cassa integrazione e di accesso al fondo solidarietà bilaterale del settore artigiano che da ottobre sta investendo, come un uragano, l'intera filiera della moda (tessile, pelletteria, calzaturiero) e i settori collegati al distretto scandiccese, coinvolgendo migliaia di lavoratrici e lavoratori. A Firenze, nel settore moda, nel settembre 2022 erano state autorizzate da Inps 38mila ore di cassa integrazione; quest'anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio».