Economia

IL COSTO DELLA VITA. La crisi taglia prezzi e consumi

Pietro Saccò venerdì 14 novembre 2008
La corsa dei prezzi si è fermata. La sfida, ora, è rilanciare i consumi. L’inflazione, ha annunciato ieri l’Istat – confermando le stime diffuse all’inizio del mese – è scesa anche a ottobre. È il secondo ribasso consecutivo: dal +4,1% di agosto (uguale al tasso di luglio) l’indice è passato al 3,8% a settembre e al +3,5% il mese scorso. Nei confronti tra un mese e l’altro appare ancora più chiaramente che l’allarme prezzi si sta esaurendo: tra ottobre e settembre la variazione è zero, tra settembre e agosto era negativa (-0,3%). Rallentano tutte le voci dei capitoli di spesa, tranne alcol e tabacchi (che passano dal +3,7% al +5,3%) e le spese per abitazione, acqua ed elettricità (dal +5,9% al +7,5%). Le bollette di luce e gas, aumentate dell’11,3 e del 15,5%, sono infatti i maggiori ostacoli ad un calo ancora più deciso dell’indice dei prezzi. Mentre gli alimentari, che da soli rappresentano il 17% della spesa media di una famiglia, scendono dal +5,4% al +5,2%. Il pane passa dal +8,6% di settembre al +6% di ottobre (l’aumento mensile è solo dello 0,1%, si vedano i dati della grafica), il prezzo della pasta continua a segnare elevati tassi di crescita, ma anch’essi inferiori a quelli dei mesi scorsi: a ottobre l’aumento annuo è del 31,6%, a settembre era +33,9%. Difatti il paniere dei prodotti della spesa quotidiana, che l’Istat calcola dal gennaio di quest’anno, segna un rallentamento consistente: dal +5,4% al +4,6%.I cali non bastano a placare le polemiche su pane e pasta. Il prezzo del grano duro si è dimezzato dall’inizio dell’anno, e la Coldiretti trova «scandaloso» che questo crollo abbia provocato una situazione drammatica nelle campagne senza portare alcun beneficio ai consumatori. Per la pasta c’è spazio per qualche calo, ha detto Mr Prezzi dopo avere convocato le aziende produttrici e i gruppi della grande distribuzione. Nemmeno tra le associazioni dei consumatori, però, c’è soddisfazione per la riduzione dell’inflazione. È solo «conseguenza della caduta del potere d’acquisto e del crollo dei consumi» dicono Adusbef e Federconsumatori, «il Natale sarà magrissimo» aggiunge il Codacons, che torna a rilanciare la proposta di anticipare la i saldi, ribadita anche dal centro di ricerca Cerm. Il crollo dei consumi è lo spauracchio. Perchè una cadute della domanda interna peggiorerebbe drammaticamente gli effetti della crisi sul nostro sistema. Gli ultimi dati disponibili dell’indice Icc elaborato da Confcommercio, indicano per settembre una flessione dello 0,4% in termini di quantità acquistate. È il settimo segno meno consecutivo da marzo 2008, la riduzione nei primi nove mesi dell’anno è dell’1,9%. In valore però, la cifra sale dello 0,8%: cioè gli italiani consumano meno, ma spendono comunque di più. «Dobbiamo ora concentrarci sul rilancio di investimenti e consumi, per evitare un rallentamento prolungato dell’economia» ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha ricordato anche i «forti sconti sulle bollette» in arrivo, grazie al bonus elettricità e al bonus gas per le famiglie più povere, operativi tra un paio di mesi.