La classifica. Generatività: Trentino in testa e grandi passi avanti a Caltanissetta
Caltanissetta
La quarta edizione del Rapporto sul BenVivere delle province e dei comuni italiani 2022: Generatività e circolarità, la svolta ibrida degli indicatori, contiene le nuove classifiche sul BenVivere e sulla generatività delle province e, per la prima volta, dei Comuni italiani. Fra alcune conferme, molte sorprese e in generale un miglioramento diffuso della situazione. Lo studio, voluto dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e ideato nel 2019 con i professori Leonardo Becchetti, Luigino Bruni e Vittorio Pelligra, per il quarto anno si pone l’obiettivo di rispondere alla domanda “che cosa fa di un territorio un posto ideale in cui trascorrere la propria vita?”, e sarà presentato venerdì 16 settembre, in apertura del Festival Nazionale dell'Economia Civile di Firenze, durante l’incontro “Il Ben vivere in Italia, la 4a edizione della ricerca”, a cui parteciperanno il direttore di “Avvenire” con Vanessa Pallucchi, Roberto Simoni, Elisabetta Mughini, Emilio Casalini.
In testa alla classifica del Benvivere, Bolzano resta prima per il secondo anno consecutivo anche in quella della Generatività in atto, confermando la forza del modello della Regione autonoma Trentino Alto-Adige, che conta anche Trento al quarto posto (ma in discesa di due posizioni). Sul podio della classifica della generatività delle province guadagna due posizioni Milano, salita al secondo posto, mentre Ragusa è terza grazie a un balzo di quattro posizioni. Ma il dato più interessante della classifica della generatività in atto è il recupero delle province del Sud, che in media guadagnano 0,787 punti su quelle del Centro e 1,253 su quelle del nord. «A differenze dell’anno precedente, in cui il delta della generatività era a macchia di leopardo, quest’anno la convergenza è evidente» scrivono gli autori del rapporto.
Gli indicatori che definiscono il punteggio della generatività sono quattordici e si possono dividere in tre grandi gruppi: gli indicatori che riguardano la demografia, come il tasso di nuzialità, quello di natalità, il numero di figli per donna o l’età media della madre al parto; quelli relativi all’impegno civile, ad esempio il voto con il portafoglio, il numero di sportelli di banche di credito cooperativo o di cooperative iscritte all’albo, oppure il numero di cash mob; e gli indicatori dell’imprenditorialità, che guardano ad esempio al numero di startup, alla percentuale di imprese di stranieri o di aziende con certificazione Pefc (la certificazione forestale). A trainare i movimenti in classifica sono spesso alcuni indicatori chiave che registrano significative variazioni nel tempo, anche anno su anno: il tasso di raccolta differenziata, il numero di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e quello di startup innovative. Molto incide poi il cambiamento demografico. Soprattutto quest’anno.
Catanzaro è la provincia che ha migliorato più di tutte la propria situazione di generatività, scalando 40 posizioni per salire dal 68° al 18° posto. Merito di un balzo in avanti del 20% del tasso di nuzialità, cioè il rapporto tra numero di matrimoni e popolazione residente, e di un aumento del 10,9% della natalità (entrambi in base a dati Istat tra 2019 e 2020) mentre il tasso di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti sale dal 54,3 al 61,7%. l numero di startup innovative passa invece da 61 a 81. Grandi passi avanti anche per Grosseto (37 posizioni in più, ora è 49esima) dove è migliorato del 24% il tasso di nuzialità ed è cresciuto del 13,2% quello di natalità. Come avanzamenti migliori si registrano poi, a conferma dei miglioramenti del Mezzogiorno, Caltanissetta (34esima, con un balzo di 34 posizioni), Benevento (13esima, 28 posizioni in più) , Trapani (23esima, con un salto di 28 posizioni) e Agrigento (da 63esima a 39esima).
Un calo del 6% del tasso di natalità e del 18% del numero medio di figli per donna ha fatto precipitare invece Isernia, giù di 48 posizioni e ora 78esima. Peggioramento importante anche per Bergamo, anche qui per un calo del 21% del tasso di nuzialità e un -6% di quello di natalità: era 29esima e ora è 69esima. Al terzo posto della classifica dei “peggiori” c’è Siena, che ha perso 37 posizioni ed è scivolata così al 91esimo posto, affondata da un crollo del 30% dell’indice di natalità. Oristano, infine conferma la sua debolezza di fondo restando ultima (107esima) anche nella classifica di generatività 2022, dietro a Vercelli, Rovigo e Livorno. Tra le maggiori province, al di là del secondo posto di Milano, da segnalare il buon risultato di Bari, stabile in ventesima posizione, mentre Bologna, 22esima, è scesa di 10 posizioni. Napoli invece ne ha guadagnate sei e ora è 29esima, seguita da Torino (30esima con una posizione in più). Firenze è invece nella seconda parte della classifica, 86esima con un aumento di 3 posizioni, mentre Roma è a metà classifica, con una discesa di otto posizioni che la porta al 60esimo posto, dietro a Palermo (56esima).
A livello di tendenze nazionali, la ricerca mostra un miglioramento generalizzato nel numero di startup innovative, che crescono quasi ovunque: Grosseto, Lecco, Rovigo, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli sono le uniche province a mostrare cali, mentre Agrigento e Asti mostrano i tassi di crescita migliori. Cresce a livello nazionale anche la raccoltà differenziata, che si fa spazio più rapidamente al Sud che al Nord: chi segna un calo, come Aosta, Asti o Biella, mostra flessioni leggere, mentre ci sono province che registrano miglioramenti significativi: come Matera, che passa dal 38 al 48%, Siracusa (dal 36 al 44%) o Vibo Valentia (dal 41 al 53%).
Molto variabile la percentuale di Neet (qui i dati arrivano dal rapporto 2020 del Benessere equo e sostenibile). Ci sono province come Novara, Rovigo e Vicenza che registrano aumenti dei giovani fuori dal mondo dell’istruzione e di quello del lavoro che lo stesso rapporto definisce «drammatici». Al contrario c’è un calo dei Neet di oltre il 20% a Chieti, Ferrara, Rieti, Sud Sardegna e Terni. Come punteggio, comunque, in media le province segnano un miglioramento di 1,39 punti rispetto alla classifica della generatività 2021, che le porta a 89,91 punti. Per le dieci migliori la media è di 90,45 punti, con aumenti medi di 2,82 punti, mentre per le 10 peggiori il punteggio medio è di 89,13 punti, con un miglioramento medio di 0,11 punti. Numeri che mostrano anche come la distanza tra le province italiane in termini di generatività fortunatamente non è enorme.