Economia

Pechino. La Cina adesso prova a rilanciare il Pil con 325 miliardi di bond speciali

Alessandro Bonini sabato 12 ottobre 2024

Il ministro delle Finanze di Pechino, Lan Fo’an

La Cina si prende altro tempo sul pacchetto di misure di stimolo per rilanciare l’economia. Le aspettative su un whatever it takes in salsa cinese per rimettere in carreggiata il colosso asiatico sono state solo in parte soddisfatte ieri nell’attesissima conferenza stampa del ministro delle Finanze di Pechino, Lan Fo’an. L’obiettivo del governo con questo evento era rassicurare i mercati finanziari e i partner internazionali dopo i segnali contrastanti giunti delle ultime settimane, che prima hanno entusiasmato le Borse, poi le hanno affossate, in particolare quelle locali e i settori mondiali più esposti alla domanda della Cina (lusso, auto, industriali, per citare i principali).

Lan ha spiegato che il governo, dopo le misure già annunciate dalla banca centrale, è pronto ad «aumentare significativamente» il debito pur di rilanciare l’economia, un segnale sicuramente significativo, ma non ha fornito dettagli sull’entità del pacchetto di stimolo fiscale, potenzialmente prolungando l’incertezza sulle mosse di Pechino. Alcuni numeri in realtà sono stati fatti, ma non si riferiscono a misure nuove di rilancio della seconda economia mondiale.

La Cina, secondo quanto è emerso, emetterà obbligazioni speciali del Tesoro per 2.300 miliardi di yuan (poco più di più di 325 miliardi di dollari) per rilanciare l’economia «nei prossimi tre mesi al servizio di un ampio raggio d’iniziative». In particolare, le risorse citate da Lan sono quelle dei governi locali, costituite da bond speciali che possono essere usati entro la fine dell’anno, ma tecnicamente non si tratta di nuovi stimoli, poiché comprendono obbligazioni che sono state emesse ma non ancora utilizzate, più altre non emesse ma che rientrano nella quota di quest’anno. Non sono stati specificati, inoltre, i nuovi stimoli per incentivare i consumi, un punto debole dell’economia, visto che la loro incidenza sul Pil è di appena il 40%. La Cina, in generale, emetterà più bond per raccogliere denaro e aiutare i governi locali a finanziare il loro “debito nascosto” o prestiti fuori bilancio, ma maggiori dettagli saranno diffusi in futuro, ha precisato il ministro. I governi locali potranno usare il denaro raccolto dai loro titoli speciali per acquistare case invendute e trasformarle in alloggi sovvenzionati, quale ultimo passo per affrontare la peggiore crisi immobiliare del Paese.

Crisi immobiliare e consumi deboli indeboliscono la ripresa cinese

5%

Obiettivo fissato dalla Cina per la crescita 2024, comunque tra i livelli più bassi
degli ultimi 30 anni

49,8
I punti dell’indice del manifatturiero cinese a settembre, quinto mese consecutivo
di contrazione

A livello centrale, invece, c’è la convinzione che ci siano ancora margini a disposizione del governo per aumentare il debito e il deficit fiscale principale. «C’è ancora uno spazio relativamente ampio per la Cina per emettere debito», ha affermato il ministro. Ma per gli investitori, che speravano di avere informazioni su quanto il governo intende investire, la conferenza stampa è stata deludente. Gli analisti si aspettavano un pacchetto di spesa tra 2 trilioni di yuan e 10 trilioni di yuan (da 283 miliardi a 1,4 trilioni di dollari). Prima del briefing alcuni investitori si erano preparati al fatto che il ministro delle finanze avrebbe taciuto i dettagli effettivi della spesa fino alla riunione del parlamento cinese che si terrà alla fine di questo mese. In questo modo restano però i dubbi sulle chance per l’economia del Dragone di raggiungere il suo obiettivo di crescita previsto quest’anno intorno al 5%.