Economia

Scenari. La Cina indebolisce anche il petrolio: stime al ribasso sul consumo globale

Paolo M. Alfieri martedì 13 agosto 2024

Se le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Russia hanno contribuito all’aumento nei giorni scorsi delle quotazioni del petrolio, il rallentamento delle stime sulla domanda per questo e per il prossimo anno – evidenziato sia dall’Opec che dall’Agenzia internazionale per l’energia – ha portato nelle ultime 24 ore al ribasso dei prezzi, che si mantengono ora a cavallo degli 80 dollari al barile. È soprattutto la Cina la grande preoccupazione del mercato del greggio. Le aspettative più deboli sulla crescita cinese influiscono sui trend di consumo, al pari delle politiche monetarie della Fed americana, riflettendosi sulle stime relative alla crescita globale. Dopo l’incremento di 2,1 milioni di barili di petrolio al giorno del 2023, l’Aie ha stimato a 970mila l’aumento di barili per il 2024 e a 953mila la crescita di consumo per il 2025. In termini relativi, ciò significa un aumento dell'1% quest'anno e dello 0,9% l'anno prossimo, cioè appena la metà di quanto previsto lunedì dal report mensile dell'Opec.

Ciononostante, nel report dell’Agenzia internazionale dell’energia si legge che il mercato mondiale avrà sufficienti quantità di greggio nel 2024 e nel 2025, anche se i produttori dell'Opec+ estenderanno l’attuale politica di tagli alla produzione. Gli analisti dell'Aie evidenziano che a giugno la domanda dalla Cina è diminuita per il terzo mese consecutivo, e i dati preliminari suggeriscono che questa tendenza è continuata anche a luglio. Allo stesso tempo, nei paesi Ocse, dopo che i consumi avevano subito un taglio su base annua di 300.000 barili al giorno nel primo trimestre, la tendenza si è invertita, con un aumento di 190.000 nel secondo trimestre, grazie essenzialmente agli Stati Uniti.

In definitiva, la domanda mondiale è aumentata di 870mila barili al giorno nel secondo semestre, rispetto allo stesso periodo del 2023, dopo un aumento di 760mila nel primo. I dati mostrano quindi un netto rallentamento rispetto al trend registrato lo scorso anno, e non si intravedono segnali di una significativa accelerazione nella seconda parte dell'anno, tenendo conto soprattutto della debolezza della Cina. Per quanto riguarda la produzione, secondo l’Aie a luglio è aumentata di 230mila barili al giorno grazie all'incremento dell'Opec+, guidati da Arabia Saudita e Iraq. Ciò ha più che compensato le riduzioni in altri Paesi non appartenenti all'organizzazione, raggiungendo una produzione globale di 103,4 milioni di barili al giorno, cioè 1,8 milioni in più rispetto all'anno precedente. Quasi la metà di tale crescita proviene dagli Stati Uniti.

Per l'intero 2024, l'Aie prevede un aumento di 730.000 barili al giorno fino al livello record di 102,9 milioni di barili al giorno in media, e questo nonostante il fatto che il contributo dell'Opec+ diminuirà di 760.000 barili al giorno. I Paesi produttori non appartenenti immetteranno infatti sul mercato 1,5 milioni di barili al giorno in più quest'anno e altrettanti nel 2025. Di questi, 1,1 milioni verranno forniti da quattro Paesi americani che sono diventati i principali protagonisti del mercato del petrolio: Stati Uniti, Guyana, Canada e Brasile.

Leggermente al ribasso anche le previsioni Opec sulla crescita annuale della domanda mondiale di petrolio, stimate al 2,07 e all’1,71% per il 2024 e 2025, con un consumo globale stimato dall’organizzazione in 104,32 milioni di barili di greggio al giorno, 2,1 milioni in più rispetto al 2023 e 135mila in meno rispetto a quanto previsto un mese fa dalla stessa Opec. Viene inoltre ridotta di 200mila barili al giorno la precedente stima del consumo di petrolio nel 2025, portandola a 106,11 milioni di barili al giorno. Stime che si basano su una crescita dell'economia mondiale del 2,9% sia quest'anno che il prossimo, revisioni al ribasso che riflettono «l’ammorbidimento delle aspettative di crescita della domanda di petrolio della Cina nel 2024». Nonostante le revisioni al ribasso, l’Opec sottolinea che le dinamiche di mercato sono «sane», con una crescita della domanda che è «ben al di sopra della media di 1,4 milioni di barili al giorno registrata prima della pandemia di Covid 19».

Per quanto riguarda le quotazioni del petrolio, i futures del Wti erano ieri a quota 79,73 dollari (-0,41%), in ribasso anche il Brent, poco sopra gli 81 dollari al barile. In Italia buone notizie, intanto, arrivano dai prezzi del carburante: il prezzo medio nazionale della benzina è al livello più basso dal 5 febbraio, quello del gasolio dal 18 giugno.