Economia

Decreto Poletti. La Cgil ricorre alla Commissione Ue

martedì 5 agosto 2014
La Cgil ricorre ancora alle carte bollate contro le scelte politiche. La confederazione di Corso d’Italia, infatti, ha presentato una denuncia alla Commissione Ue contro la riforma del lavoro varata dal governo e approvata dal Parlamento perché questa sarebbe in contrasto con la disciplina europea.«La legge 78 – spiega la Cgil in un comunicato – eliminando l’obbligo di indicare una causale nei contratti a termine, sposta la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato a tempo determinato, in netto contrasto con la disciplina Ue che, al contrario, sottolinea l’importanza della stabilità dell’occupazione come elemento portante».Quattro i punti principali su cui si basa il ricorso sindacale: anzitutto la causalità per il ricorso ai contratti a termine rappresentava un argine contro un loro utilizzo improprio ed eliminare la motivazione lascia spazio a usi impropri che penalizzano il soggetto debole, cioè il lavoratore. Poi il combinato disposto di acausalità, rinnovi e proroghe espone il lavoratore al rischio di non riuscire a firmare mai un contratto «stabile» indicato come «contratto comune» proprio dalla normative Ue, con forti penalizzazioni soprattutto per i soggetti più «a rischio», lavoratori over 50 e donne. Quindi, si introduce un’assoluta discrezionalità rispetto ai licenziamenti e, infine, non c’è alcuna prova statistica che all’aumento della precarietà corrisponda un aumento dell’occupazione.La questione di un possibile contrasto tra il decreto Poletti e le norme europee era stato sollevato anche da alcuni giuslavoristi prima dell’approvazione della norma. Maurizio Sacconi (Ncd) definisce il ricorso «infondato e isolato», critiche anche da alcuni senatori del Pd.