Economia

ECONOMIA. La Bce taglia i tassi al 2,5%

giovedì 4 dicembre 2008
Il consiglio direttivo della Bce, riunitosi oggi a Bruxelles,ha deciso il taglio dei tassi di tre quarti di punto, portandoli al 2,5%. Si tratta di un taglio superiore alle previsioni che parlavano di 0.50 punti. Analogamente sono stati ridotti, di tre quarti di punto, rispettivamente dal 2,75% al 2% e dal 3,75% al 3% anche il tasso sui depositi quello marginale. In precedenza la Banca di Inghilterra aveva deciso un taglio di un punto portando il tasso dal 3 al 2%.Con la decisione annunciata oggi, il costo del denaro nel Regno Unito scende al livello più basso dal 1951. Anche la Svezia ha portato i tassi al 2% (il minimo dal 1992), ma per fare questo ha tagliato i tassi di 1,75 punti. Pil conferma recessione Eurozona. Il Pil della zona dell'euro nel terzo trimestre dell'anno è diminuito dello 0,2%, così come nel secondo. La conferma della recessione tecnica, dopo la stima flash resa nota il 14 novembre scorso, arriva oggi dalle nuove stime di Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che conferma un calo dello 0,2% anche nell'Ue-27 dopo la crescita zero del secondo trimestre.Su base annua invece, quindi rispetto al terzo trimestre 2007, il Pil corretto secondo le variazioni stagionali nel terzo trimestre ha registrato una crescita dello 0,6% nella zona dell'euro e dello 0,8% nell'Ue-27, rispettivamente contro un +1,4% ed un +1,7% del secondo trimestre.Rispetto al trimestre precedente, nel terzo trimestre 2008 segnano un meno 0,5% Italia, Germania e Gran Bretagna. Per l'Italia Eurostat indica un meno 0,9% anche nel rapporto con il terzo trimestre dell'anno precedente. Nel terzo trimestre dell'anno, le spese per i consumi delle famiglie sono rimaste stabili nella zona dell'euro mentre sono aumentate dello 0,1% nell'Ue (rispettivamente dopo un -0,2% e un -0,1% del trimestre precedente). Gli investimenti sono calati dello 0,6% nella zona dell'euro e dello 0,8% nell'Ue (dopo un -0,9% e un -1,0%). Le esportazioni sono cresciute dello 0,4% nella zona dell'euro e dello 0,3% nell'Ue-27 (dopo -0,1% nelle due zone). Le importazioni hanno visto invece un aumento dell'1,7% nella zona euro e dell'1,3% nell'Ue-27 (dopo -0,4% in entrambe le zone).Negli Usa il Pil, sottolinea ancora Eurostat, è diminuito dello 0,1% nel terzo trimestre 2008, dopo +0,7% del secondo trimestre. In Giappone c'è stato invece un aumento dello 0,1% dopo un -0,9% del trimestre precedente. «Il livello di incertezza in questa fase resta eccezionalmente elevato» ha successivamente detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, sottolineando che esistono rischi al ribasso per la crescita dell'economia di Eurolandia. Trichet ha spiegato che la Bce si aspetta un ulteriore calo dell'inflazione nei prossimi mesi ribadendo come «le aspettative sull'inflazione restano ben ancorate». Ci sono «rischi di una ulteriore contrazione dell'attività economica» in Eurolandia ha aggiunto ancora il presidente della Bce, spiegando che la banca centrale europea si aspetta che il Pil 2008 dell'Eurozona si attesterà tra lo 0,8% e l'1,2%, nel 2009 tra -1,0% e 0,0%, nel 2010 tra lo 0,5% e l'1,5%. «Diciamo ai paesi membri di rispettare il Patto di stabilità e di crescita e di usare lo spazio di manovra, laddove ce n’è». «Su gennaio non dico nulla": così il presidente della Bce ha risposto a chi gli chiedeva se fosse previsto un altro taglio dei tassi il prossimo mese.   Trichet ha comunque assicurato come la Bce «vigila attentamente sulla situazione dei mercati e dell'economia e, se  necessario, è sempre pronta ad intervenire». La decisione della Bce di tagliare il costo del denaro al 2,5% «va nella direzione giusta» ed ha portato il tasso ad un livello "che comincia ad essere ragionevole". Questo il commento del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti che aggiungendo anche che l'Italia non farà la fine dell'Argentina. Ma alla fine «saranno altri paesi a farla». «L'Italia ha in sé una grandissima forza» a concluso il ministro. Intanto, dopo la piccola doccia fredda sulle tariffe di luce e gas, arrivano altre precisazioni sul dl anticrisi: non tutti i mutui a tasso variabile scenderanno al 4%, come annunciato invece una settimana fa. In precedenza, infatti, era stato anticipato che tutti i mutui a tasso variabile per le prime case non di lusso e già in essere sarebbero stati indicizzati al tasso Bce. Ma così non sarà: il decreto legge, presentato dal governo in parlamento, prevede infatti che chi stipulò un mutuo a tasso variabile con un tasso contrattuale superiore al 4% "alla data di sottoscrizione del contratto potrà ottenere solo di ritornare al tasso iniziale. Questo significa, ad esempio, che se il tasso iniziale era del 4,5%, il dl consente di tornare a pagare il 4,5% e non il 4%.