Europa. La frenata della ripresa non spaventa la Bce
Mario Draghi, presidente della Bce fino al 2019
Nessuna sorpresa dalla riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea. I banchieri centrali hanno deciso di confermare il livello del costo sul denaro, mantenendo a zero il tasso di interesse e negativi i tassi sui depositi (-0,40%) e marginali (-0,25%).
Le prospettive per il Quantitative Easing restano quelle che erano state indicate lo scorso 8 marzo: il piano di acquisti di titoli pubblici e privati prosegue al ritmo di 30 miliardi di euro al mese fino a settembre «e anche oltre, se necessario». L’impegno ad aumentare il ritmo e la quantità degli acquisti se l’economia dovesse andare peggio del previsto non è stato confermato.
«L’Eurosistema – spiega poi la Bce nel comunicato a chiusura della riunione – reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario».
Nella conferenza stampa al termine della riunione, Mario Draghi ha contenuto la preoccupazione per il rallentamento dell'economia europea. «Dall'ultima riunione del Consiglio tutti i paesi hanno sperimentato una moderazione della crescita o perdita di slancio» ha ammesso Draghi, ricordando però che «i livelli attuali sono sopra le medie storiche» e che questa perdita di slancio «arriva dopo un periodo di forte crescita», dopo il quale «una normalizzazione era attesa».
Rispondendo a una domanda sui dazi e la guerra commerciale, il presidente della Bce ha confermato che se iniziasse un'escalation con una corsa ad alzare barriere commerciali «vi sarebbero dei rischi» e questo «preoccupa».