Economia

La sfida. L'Olanda segue gli Usa: stretta sull'export dei chip con la Cina

Paolo M. Alfieri venerdì 10 marzo 2023

La “battaglia dei chip” si allarga e, dopo gli Usa, vede opporsi alla Cina anche Olanda e Giappone. Di più: il governo olandese sta provando a coinvolgere direttamente anche l’Ue, tanto che il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha annunciato che “ci saranno discussioni con i Paesi Ue per vedere se estendere in modo più ampio” nell’Unione il controllo dell’export verso la Cina della tecnologia avanzata per la produzione di microchip. Il governo olandese ha fatto sapere di essersi mosso per proteggere la sicurezza nazionale, unendosi così agli Stati Uniti nel tentativo di rallentare l’avanzata cinese nel settore, soprattutto in ambito militare.

Gli Stati Uniti a ottobre hanno infatti imposto ampie restrizioni all'esportazione di strumenti americani per la produzione di chip in Cina, ma affinché le restrizioni siano efficaci è necessario che altre società fornitrici nei Paesi Bassi e in Giappone, che producono tecnologie chiave per la produzione di chip, siano allineate alla politica Usa. I Paesi alleati sono in trattative sulla questione da mesi. Il ministro del Commercio olandese, Liesje Schreinemacher, ha annunciato la decisione sulle restrizioni in una lettera al Parlamento, affermando che le stesse saranno introdotte prima dell'estate. La sua lettera non nomina la Cina, un importante partner commerciale olandese, né nomina Asml Holding NV, la più grande azienda tecnologica europea e uno dei principali fornitori di produttori di semiconduttori, ma entrambi saranno interessati. Il ministro ha inoltre specificato che una tecnologia che sarà influenzata sono i sistemi di litografia "Duv", le seconde macchine più avanzate che Asml vende ai produttori di chip per computer. "Poiché i Paesi Bassi ritengono necessario, per motivi di sicurezza nazionale, controllare questa tecnologia con la massima rapidità, il governo introdurrà una lista di controllo nazionale", si legge nella lettera.

A fine gennaio, gli Usa avevano sottoscritto un accordo con Giappone e Paesi Bassi per porre nuove restrizioni all'esportazione di tecnologia avanzata in Cina. Il governo olandese, pur siglando l'intesa, non aveva ancora fatto passi concreti in tal senso. "Dati gli sviluppi tecnologici e il contesto geopolitico, il governo ha concluso che è necessario per la sicurezza internazionale espandere i controlli esistenti sulle esportazioni di apparecchiature di produzione specifiche per semiconduttori", ha scritto il ministro Schreinemacher.

Pechino ha subito contestato la decisione dei Paesi Bassi. Una portavoce del ministero degli Esteri si è lamentata del fatto che "un singolo Paese", un riferimento agli Stati Uniti, stava cercando di "salvaguardare la propria egemonia" abusando della sicurezza nazionale come scusa per "privare la Cina del suo diritto allo sviluppo". E ha insistito: "Ci opponiamo fermamente all'interferenza e alla restrizione dei Paesi Bassi con i mezzi amministrativi dei normali scambi economici e commerciali tra imprese cinesi e olandesi", ha detto la portavoce, Mao Ning, spiegando che Pechino ha presentato "reclami alla parte olandese".